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La Terra promessa non è mai quella che ci aspettiamo

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Pixabay

Emanuele Fant - Credere - pubblicato il 16/01/18

La vita del teatrante è un’avventura spirituale. E ricorda che la realtà è transitoria

Le panche sono gremite di originali estimatori, coi baffi a punta, i tabarri neri, artisti saltati fuori da una Milano che pareva estinta. Oggi si celebra il funerale di Eugenio Monti Colla, l’ultimo esponente della più grande dinastia italiana di marionettisti. È tutt’altro che uno spettacolo, è un momento grave. Non ci sono teste di legno, né vestiti di tulle e perline; qui la vita chiede il conto, non si può più inventare.

Tutti in silenzio, coi volti seri, si prendono un momento per contemplare un’esistenza che senza preavviso ha reciso i fili. Dà la vertigine pensare che tutta la sapienza tecnica accumulata in quelle mani, ogni battaglia per ottenere spazi e spettatori, le migliaia di ore spese a vestire manichini, ora subiscano una feroce interruzione. Di fronte a questa evidenza, anche chi in chiesa non ci viene volentieri, sembra pretendere qualcosa dall’altare, almeno un senso alla sua commozione.




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Sono convinto che quest’uomo, della cui vicenda interiore non so nulla, abbia alcune carte da giocare per meritarsi l’applauso migliore, essere ammesso all’ovazione finale. Per iniziare, la vita del teatrante è necessariamente un’avventura spirituale: per allestire uno spettacolo si lavora mesi interi e poi tutto è finito nel tempo breve di un’ora. Questo ricorda che la realtà è transitoria. Inoltre Eugenio, senza figli, ha dovuto costruirsi una discendenza con le sue mani, puntando tutto sulla fiducia nel domani e sullo sforzo di educare: quando faceva il professore, ha scelto alcuni ragazzini appassionati che sarebbero diventati i suoi futuri collaboratori.

Infine, ed è il sigillo dei grandi condottieri, questo instancabile animatore di visioni, è morto proprio poco prima di mettere piede nel moderno laboratorio concesso alla sua compagnia dal comune di Milano. Forse goderne qualche anno sarebbe stato un più corretto lieto fine; ma non avrebbe dimostrato a noi, che adesso sbigottiti lo fissiamo, che la Terra promessa non è mai quella che ci aspettiamo.

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