Settima sera
«Chi muore incontra Dio, non credete alle sciocchezze». Così l’angelo risponde una sera ai bambini che chiedono perché si muore. «Non dovete avere paura dei fantasmi perché non esistono. Chi muore scompare dalla terra ma vive in Dio, in una luce che non teme nessuna tenebra»:
L’eterno riposo dona a loro, o Signore,
e splenda ad essi la luce perpetua.
Riposino in pace.
Amen.
«E’ bello andare a visitare i cimiteri e pregare, ma più importante è continuare a vivere gli affetti più cari con la preghiera che eredita la sapienza dei morti e cerca di evitarne gli errori».

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Ottava sera
I bambini pensano al loro futuro e capita che siano indecisi, impauriti da ciò che sarà. Allora l’angelo della sera li tranquillizza. «Il Padre che vi ha creati vi aiuta in ogni momento: il vostro passo sarà sicuro e la vostra speranza sarà grande. Vi aiuterà la preghiera di Carlo de Foucald»:
Padre mio, io mi abbandono a Te,
fa’ di me ciò che ti piace.
Qualunque cosa tu faccia di me,
ti ringrazio.
Sono pronto a tutto, accetto tutto,
purché la tua volontà
si compia in me
e in tutte le tue creature.
Non desidero niente altro, Dio mio;
rimetto l’anima mia nelle tue mani
te la dono, Dio mio,
con tutto l’amore del mio cuore,
perché ti amo.
Ed è per me un’esigenza d’amore
il darmi,
il rimettermi nelle tue mani,
senza misura,
con una confidenza infinita,
poiché Tu sei il Padre mio.
«Adesso dormite, dormite bene: domani sarà un passo in avanti nell’impresa del diventare grandi per rispondere alla chiamata a essere figlio e figlia di Dio».
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Nona sera
Questa sera l’angelo ha fretta. I bambini vorrebbero che restasse con loro. «Vi ho insegnato a pregare. Chi prega può vivere di speranza. Devo andare. Stasera ho fretta. Vi insegno una preghiera corta corta. Quando mi chiamerete verrò»:
Angelo di Dio,
che sei il mio custode,
illumina,
custodisci,
reggi e governa me,
che ti fui affidato dalla Pietà celeste.
Amen.

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