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Nel matrimonio siamo “inviati a due a due”, come veri discepoli!

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5pani e 2pesci - pubblicato il 12/01/18

Un brano di Vangelo, conservato gelosamente come un SMS mandato dal Signore, diventa la cifra sempre più nitida della vocazione di una giovane sposa cristiana
 di Daniela
Quando Fra Giambattista —al secolo Gibo— ci ha chiesto di iniziare a pensare e a pregare per scegliere il Vangelo da annunciare il giorno del nostro matrimonio, noi avevamo le idee abbastanza chiare.
«Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi». (Lc 10, 1-11)

La sua faccia, a dir la verità, non era proprio l’emblema della convinzione, era un brano insolito e impegnativo… insomma, ci “ha invitato” a pensarci su.




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Un SMS del Signore

Ma quei versetti avevano una storia, erano entrati nella mia vita in maniera lieve, molti anni prima che conoscessi Lorenzo, durante un ritiro di Azione Cattolica nella mia amata terra sicula. Un ritiro tra i tanti che facevo, soprattutto in diocesi a Milano (forse un po’ più vivace, movimentato e mangereccio 😊) dove cercavo di conoscere un po’ di più questo Gesù per imparare a ri-conoscere la sua voce nel casino della mia quotidianità di diciottenne. Quei versetti stavano su un talloncino a forma di telefonino (con tanto di antenna per farvi capire di quale secolo stiamo parlando!). Ora, confessate con me —vi prego!— che a quell’età pure voi vi tenevate tutti i messaggini scritti da qualche parte!!

Ecco, io tra i tanti avevo pure l’SMS di Gesù.

Mi piaceva pensarla così, solo che ad un certo punto la questione si è fatta seria! Quell’sms iniziava ad arrivare periodicamente, insistentemente, improvvisamente. Più molesto dei messaggi della Omnitel (vedi sopra per il secolo a cui ci riferiamo!) più snervante del tipo che proprio non mi interessava… più intrigante del bello-e-maledetto che mi faceva girare la testa.

Ho iniziato a pensare che avesse qualcosa di importante da dirmi!

Il Signore mi chiamava —non c’era dubbio?— e in questa chiamata mi sentivo amata e benedetta. Ma dove mi voleva “inviare”? E con chi? Se in quel momento fossi discepola, non lo so, ma di sicuro lo desideravo con tutto il cuore, così con l’aiuto di un prete, iniziai ad indagare sul mio desiderio grande di Amore. Si delineava la mia idea di famiglia che iniziava ad assumere quella forma di piccola Chiesa aperta all’accoglienza e pellegrina per il mondo. Così iniziai a cercare il mio compagno di viaggio…

 Finalmente mi faccio docile

Dopo aver giocato per un po’ a “guarda in su, guarda in giù —anche a destra e sinistra non è male!— e attacca la Parola su chi vuoi tu” ho capito che… non avevo capito nulla! Ci sono volute diverse capocciate, innumerevoli litigate col Boss, infinite telefonate con le amiche-sorelle, tanta-tanta-tanta cioccolata e soprattutto una Marcia Francescana (chi l’ha fatta sa che c’è un PRIMA e un DOPO) per capire che non si trattava di forzare la mano per far quadrare il cerchio, di mettere insieme tutti i pezzi per come credevo dovessero stare, o per come volevo… ma piuttosto di farmi docile, anche alle delusioni e ai tradimenti, stando continuamente in ascolto perché la Parola di Dio è viva e perciò viene e dice quello che vuole dire: non quello che io aspetto che dica o quello che io spero che dica.




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È una Parola «libera». E poi è «sorpresa, perché il nostro Dio è il Dio delle sorprese» (Papa Francesco).

E il Signore una bella sorpresa me la stava preparando, ma soprattutto stava preparando il mio cuore ad accoglierla. Dopo la Marcia stavo vivendo un periodo di resa totale, avevo iniziato a frequentare Lorenzo e lui era presto partito per la Germania. In quel deserto che era la distanza, ci interrogavamo tanto e, insieme alle preghiere alcune esperienze facevano da guida ai nostri pensieri e alle nostre domande.

E il Signore era tornato alla carica! Ecco quel brano che ritornava insistente alle “scrutatio” dei 10 Comandamenti (per chi non sapesse cosa siano, è il momento buono per frequentarli!). Eccolo affidato su un foglietto arancione alle preghiere di chi stava condividendo con noi l’esperienza degli incontri vocazionali a Rezzato (BS), quando Fra Gibo ci chiese di cercare e scrivere una frase di Vangelo che era stata significativo nella nostra vita.

Insomma, dopo averla ricevuta, appiccicata e maneggiata, quella Parola la rispedivo al mittente perché mi aiutasse a non fare gli errori del passato. Nel frattempo io vivevo una dura lotta con me stessa, mentre accoglievo l’intuizione del cuore e maturavo la consapevolezza che avevo incontrato un Uomo che stavolta era stato Lui a mettermi accanto e che, piano piano, con la costanza e la pazienza che solo l’Amore sa trovare in sé, stava sgretolando le mie resistenze e la mia paura di lasciarmi amare.

Quando io e Lorenzo abbiamo deciso di sposarci, mentre facevamo i compiti a casa prescritti dal frate, c’erano giusto quelle cosine pratiche da decidere, tipo: quando??????dove?????? AIUTO!!!! Diciamo che pensare di organizzare tutto a distanza ci metteva un “pochettino” di ansia. E chi ce l’aveva la possibilità di girare, guardare, andar per ristoranti o quant’altro??? Potevamo giocarci un solo colpo in cui Lorenzo avrebbe preso l’aereo, avremmo visto il posto e concluso le trattative seduta stante!!!

Per fortuna avevamo l’aiuto di tanti attorno a noi che ci incoraggiavano “E insomma!!! Datevi una mossa! “Siete in ritardo, non troverete nulla!”, “Sbrigatevi! La gente si muove molto prima!!!” Ci eravamo dati 1 settimana di tempo per consultare internet, ognuno per conto proprio e confrontarsi alla fine della settimana. Risultato: 1 solo ristorante che aveva posto per i nostri non pochi invitati (sempre terroni siamo!), dei prezzi per noi abbordabili e una location (fatemelo dire che fa figo!) per noi fantastica. Preso appuntamento, prenotato aereo, pronti via!




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Il Signore usa anche l’agenda di un ristorante per mandare segni

Quella sera ci siamo concessi una cenetta di coppia pregustando eccitati quello che sarebbe stato il pranzo tanto atteso 😊 Ecco il momento fatidico… c’era disponibilità? Una sola data nell’arco di 2 anni (!!!!!!!!!!): il 18 ottobre.Fra Gibo era disponibile, la chiesa pure, sembrava tutto ok, se non fosse che nella mia testa si era inaugurato il festival della paranoia!!! Ma che data era il 18 ottobre? Cosa centrava con noi? C’eravamo incontrati quel giorno? No! Forse il primo appuntamento ufficiale? No! Il primo bacio? No!!!!!!! E perché la disponibilità di un ristorante deve decidere un giorno così importante?Sarà che ero stanca e un po’ tesa, sarà che sono donna o che un po’ sò proprio fatta così (un po’ maluccio direi, se non fossi convinta di essere fatta a Sua immagine…) ma in questi casi ho un’unica uscita di sicurezza e sta in Alto. Così mi è venuto in mente di guardare la liturgia di quel giorno.Ecchevelodicoafffà?!?!?!Quando ho letto il brano di Vangelo —proprio quello che avevamo pensato io e Lorenzo per il nostro matrimonio (!)— ho iniziato a piangere in maniera irrefrenabile… Ho sentito la fatica degli anni passati sciogliersi, il dolore di tanti momenti incomprensibili dileguarsi per lasciare spazio ad una pace immensa. Ho sentito come in quel momento, quella Parola “per me”-“per noi”, si fosse fatta Viva e presente.

Siamo tornati da Fra Gibo, stavolta con la consapevolezza di non aver scelto quel Vangelo, ma di essere stati scelti. Per cosa? Quel brano è così denso che onestamente leggendolo rischio che mi venga l’ansia…

Sì, il matrimonio è una missione a tutti gli effetti. Noi siamo dei mandati!

Quello che possiamo dire oggi è che ci sentiamo scelti per percorrere insieme la strada del matrimonio che conduce a Lui, testimoniando le meraviglie che ha compiuto e che continua a compiere nelle nostre vite, per dar Gloria al suo nome. La tentazione è di pensare che dobbiamo darci da fare perché c’è ancora “tanta roba”. Ma in questa storia abbiamo capito che non è questo il punto.

Non ci ha chiesto di affannarci, ma piuttosto di lasciarci amare; di lasciarci guidare perché sa meglio di noi che cosa spera il nostro cuore. Ci ha chiesto fiducia perché

«Egli realizza sempre le sue promesse, anche se non sempre esaudisce i nostri desideri». D. Bonhoeffer

Ci ha chiesto di essere fedeli, a Lui, alla nostra vocazione di sposi; come Lui lo è stato per primo. Sappiamo che la nostra fedeltà alla promessa che ci siamo fatti quel 18 ottobre è sempre affidata alla Grazia e alla Misericordia di Dio, per questo non possiamo fare a meno di chiederla, costantemente, nelle fatiche quotidiane così come nei momenti più felici in cui rendere grazie e ricordarci che solo in Lui è la gioia piena!




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Nella nostra storia, questa Parola oggi ci chiede anche di camminare insieme come mamma e papà di una scricciola tutta pepe e di una cucciolina tutta “nuova” che presto arriverà.

Ma questa è un’altra storia!

Daniela

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