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A cosa serve la Chiesa? A condurre anche “di peso” le persone a Gesù

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don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 12/01/18

Il commento al Vangelo del giorno di don Luigi Maria Epicoco

Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.
Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».
Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua».
Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!». (Marco 2, 1-12)

Ancora una volta il vangelo ci viene in aiuto per definire in maniera semplice ed efficace che cosa sia la Chiesa. Essa è lo stare insieme di quattro amici che con una ostinazione creativa trovano il modo di caricarsi di peso un malato e di portarlo da Gesù. La malattia, anche in questo caso, non è semplicemente un impedimento fisico. Quest’uomo in tutto l’episodio narrato non parla, non chiede, non prega, non fa la sua professione di fede. Eppure è lui il fulcro di tutta la narrazione. È il centro dell’attenzione degli amici. È il centro del gesto di perdono di Gesù. È il centro della disputa con chi pensa che Gesù non possa perdonare i peccati e per questo diventa il centro della guarigione fisica che lo fa tornare a casa con le sue gambe. Se la Chiesa esiste, esiste per essere “sacramento visibile di salvezza”, che in termini semplici significa che se esiste serve fondamentalmente a salvare la vita delle persone. E può salvare la vita delle persone non perché ne sia capace in se stessa ma nella misura in cui riesce a condurre anche in maniera straordinariamente creativa le persone a Gesù: “Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov’egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico”. Credo che questo sia il fondamento evangelico di ogni azione pastorale, anche la più originale o spericolata. Perché la pastorale non è opera di marketing, ma tentativo di far arrivare a chi ha bisogno l’esperienza della misericordia: “Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati»”. Che poi alcune esperienze di male e di sofferenza diventano anche somatiche non c’è bisogno che ci rivolgiamo al Vangelo per accorgercene. È quello che non comprendono i contestatori di Gesù: “Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, ti ordino – disse al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua». Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti”.

#dalvangelodioggi

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