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Le migliori barzellette (dei gesuiti) sui gesuiti

Topshots – Pope Francis blessing the crowd

© Antoine Mekary / ALETEIA

<p> Pope Francis General Papal audience, St. Peter&#039;s Square, Vatican, Rome, Italy - 02 September 2015</p>

Gesuiti.it - pubblicato il 11/01/18

Un giovanotto va dal parroco Gesuita della sua parrocchia a chiedergli in prestito l’automobile. Il Gesuita gli dice. “Non te la darò se non ti tagli prima i capelli!”.
Il ragazzo fa: “Padre, ma anche Gesù aveva i capelli lunghi…”
E il Gesuita: “Infatti andava in giro a piedi…”

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Dio creò i Gesuiti. Allora al primo di loro disse: “Che cosa vuoi per vivere?”
Il Gesuita disse: “Vorrei una residenza decorosa, anche se non ricca, dove ricevere i fedeli”
E Dio lo accontenta. “E poi, dice, che cosa vuoi in questa residenza?”
Vorrei anche delle salette per la direzione spirituale, un salone per gli esercizi spirituali e una cappella per celebrare le messe.
E Dio gli dà quello che chiede. “E poi per guadagnarti da vivere?”
“Vorrei una casa editrice, per stampare Bibbie e libri di teologia”. E Dio lo accontenta.
Così il Gesuita inizia le sue attività. Un giorno Dio passa a trovarlo. Il Gesuita tutto contento gli dà uno dei libri che ha appena stampato. “Molto bello, gli dice Dio, lo terrò volentieri. Che altro vuoi?”
E il Gesuita: “Dieci euro per il libro, grazie…”

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Un barbiere taglia i capelli gratuitamente ai religiosi. Un giorno entra nella sua bottega un Domenicano, dopo il taglio, il barbiere dice che non vuole denaro, allora il giorno dopo il frate gli fa trovare sulla porta 12 rosari in madreperla.
In seguito anche un Francescano va a farsi i capelli da lui e anche qui il barbiere non vuole compensi, allora il giorno dopo il Francescano gli fa trovare 12 crocifissi di S. Damiano.
Un giorno entra un Gesuita, anche a lui il barbiere spiega che non vuole denaro per il suo servizio. Il giorno dopo il barbiere alla porta trova 12 gesuiti…

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Un Gesuita inglese, uno Francese e uno Russo stanno ammirando un quadro che rappresenta Adamo ed Eva nell’Eden.
L’inglese dice: “Guardate la loro calma, la loro imperturbabilità, dovevano essere inglesi…”

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“Ma no, dice il Francese, guarda la loro bellezza, la loro nudità, erano certamente Francesi”!
“Spiacente, dice il Russo, erano senza vestiti e senza alloggio, avevano solo una mela da mangiare e gli fu detto che stavano in paradiso… Erano certamente Russi!”

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Un Gesuita un po’ vanitoso ha un disturbo cardiaco e va in ospedale a farsi operare, sul letto operatorio chiede a Dio: “Signore ce la farò o la mia fine è vicina?”
Dio gli dice: “No… vivrai almeno altri 40 anni!”
Appena guarito allora il Gesuita decide di farsi anche un trapianto di capelli, un lifting facciale, una liposuzione, di rifarsi i denti, il mento, etc. insomma esce che è un uomo diverso.
Appena uscito dall’ospedale, però, una macchina lo mette sotto e muore…
Quando si presenta da Dio, Gli chiede: “Signore, mi avevi detto che sarei vissuto altri 40 anni!”
E Dio: “Ops, scusa… non ti avevo riconosciuto…”

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Samuel è disperato: suo figlio Aronne ha deciso di diventare cristiano. Non sapendo con chi sfogarsi va a lamentarsi con il Signore in sinagoga.
“Adonai, gli dice, che peccato ho fatto? Mio figlio ha deciso di diventare cristiano, lui un figlio di Israele, della tribù di Davide… Ho organizzato un bel bar mitzvah per lui, e poi l’ho mandato in Israele, per conoscere le nostre tradizioni, imparare la nostra lingua, amare il nostro popolo. Poi ha conosciuto un Gesuita ed è diventato Cristiano… Che disastro!” Il Signore ha compassione di Samuel e gli risponde:
“Coraggio Samuel, a me è accaduto lo stesso con mio figlio quando lo mandai in Palestina…”

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Un giorno un tale si reca da un Gesuita e gli chiede: “Padre, mi dica che cosa c’è nell’aldilà ?”
E il Gesuita: “Non so esattamente…”
E il tale: “Come, lei è un uomo di fede e non sa che cosa ci aspetta?!”
Al che si sente il rumore di un cane che gratta alla porta per poter entrare. Il Gesuita apre la porta e il cane entra tutto scodinzolante e gli fa un mare di feste. “Ecco la risposta, dice il padre: il nostro cane era nell’altra stanza e non sapeva che cosa c’era qui ma sapeva che nella stanza adiacente c’era il suo padrone. E quando la porta si è aperta è entrato senza paura. Io so poco di quello che c’è dopo la morte, ma so che là troverò il nostro Creatore e quindi potrò passare non con paura ma con gioia…”

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Un missionario Gesuita scrive al suo superiore una lettera circa il suo ministero in un’isola tropicale: “Caro padre, d’inverno qui è così bello che agli abitanti non interessa nulla del Paradiso. Mentre d’estate è così caldo che non hanno nessuna paura dell’Inferno!”…

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Un Gesuita assai dotto e intelligente, ma di aspetto poco attraente, un giorno sentì bussare alla porta, aprì e si vide davanti un’avvenente signorina.
“Padre, disse lei, abbandoni il sacerdozio e sposiamoci. Con la sua intelligenza e la mia bellezza faremo dei figli perfetti!”
“Beh signorina, disse il padre senza scomporsi, e se venissero con la mia faccia e la sua intelligenza?”

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Si racconta che quando Dio creò il mondo, affinché gli ordini religiosi prosperassero decise di concedere loro due virtù ciascuno. E così fece: I Legionari di Cristo li fece ordinati e rispettosi delle leggi. I Domenicani perseveranti e studiosi. Quelli dell’Opus Dei lavoratori e pazienti. I Benedettini colti e raffinati.

I Francescani allegri e accoglienti. Quando arrivò ai Gesuiti si rivolse all’Angelo che prendeva nota e gli disse: “I Gesuiti saranno intelligenti, onesti e di sinistra!”
Quando terminò con la creazione, l’Angelo gli disse: “Signore, hai dato a tutti gli ordini due virtù, ma ai Gesuiti tre, questo farà sì che prevarranno su tutti gli altri”. “È vero! Ma le virtù divine non si possono più togliere: che i Gesuiti abbiano tre virtù! Però ogni persona non potrà averne più di due insieme”. Fu così che:
– Il Gesuita che è di sinistra ed onesto, non può essere intelligente. –
– Il Gesuita che è intelligente e di sinistra, non può essere onesto. –
– Il Gesuita che è intelligente ed onesto, non può essere di sinistra…

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Il p. Sorge, politologo, il p. Rahner, teologo, e il card. Martini, biblista, allo scoccare della loro ora, si presentano in paradiso, ma devono sostenere un colloquio con S. Pietro prima di entrare. Entra prima il p. Sorge, resta due ore e poi esce un po’ scosso. Gli altri gli chiedono: “Che cosa ti ha detto?!” e lui: “Dice che in materia di politica non ho capito molto…”
Poi è il turno di p. Rahner, l’insigne teologo gesuita. Resta dentro quattro ore e poi esce un po’ scosso: “Che cosa ti ha chiesto?” e lui: “Dice che in materia di Eucaristia non ho capito molto…”
Infine viene il turno del card. Martini. Entra e resta dentro otto ore, poi si apre la porta e S. Pietro esce visibilmente scosso e i padri: “Pietro, che è successo?” E lui: “Dice il cardinale che in materia di papato non ho capito molto…”

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Un domenicano e un gesuita stanno discutendo animatamente sui loro carismi. Ad un certo punto, il gesuita dice all’altro:
“Prendiamo S. Ignazio di Loyola. Perché secondo te avrebbe lasciato decidere alla sua mula che cosa fare?”
E il domenicano:
“Perché voleva far agire qualcuno che fosse più intelligente di lui…”

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Un gesuita e un rabbino si trovano seduti accanto a una cena ufficiale. Mentre stanno conversando, arriva in tavola una splendida arista di maiale.
Il gesuita dice al rabbino: “La assaggi, è veramente squisita!”. Il rabbino: “Non posso mangiare carne di maiale: la mia religione non me lo consente”. E il gesuita: “Non sa cosa si perde…”.
La cena continua e al termine il rabbino si alza e salutando il gesuita dice: “Arrivederci, padre. E tanti saluti alla sua signora!”. Il gesuita: “Ma io non sono sposato, la mia religione non me lo consente”. E il rabbino: “Non sa cosa si perde…”

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Quattro gesuiti studiosi della parola sacra si incontrano ogni giorno per discutere, versetto per versetto, su quale sia il significato profondo del messaggio divino.
Alla fine si fa la conta dei vari pareri ed è ormai da molto tempo che tre studiosi risultano avere sempre la stessa opinione e un altro, sempre di opinione contraria, è perennemente in minoranza. Quest’ultimo è ormai scoraggiato, non ne può proprio più e alla fine si rivolge a Dio dicendo: “dammi un segno che dimostri ai miei compagni che ho ragione”.
Improvvisamente scroscia una pioggia violentissima e l’uomo, felice, dice: “vedete che Dio mi dà ragione”. Gli amici rispondono: “è solo un temporale”.
Il gesuita grida: “Dio, Ti prego, manda un segno più chiaro”.
Avviene un’eclisse di sole. L’uomo, felice, esclama: “questo è un chiaro segno”. I colleghi di rimando: “è solo un’eclisse”.
Il gesuita, disperato si rivolge ancora a Dio: “Ti prego dammi un segno che sia chiaro anche per questi uomini”. Si aprono le nuvole e nel cielo il dito di Dio scrive: “Hai ragione tu e non loro”. L’uomo sconvolto per la gioia grida ai colleghi: “Vedete!? Dio è con me…”.
Gli altri studiosi rispondono: “ma siamo sempre tre contro due !”.

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Un giorno chiedono a un gesuita che cosa fosse il diluvio universale. E lui “Acqua passata…”

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Un giorno un parroco decide che deve allontanare i piccioni dal campanile. Chiama allora una società specializzata, spende oltre 5000 euro e i piccioni se ne vanno. Ma dopo una settimana ecco che ritornano.
Chiama un’altra società specializzata, spende 10000 euro ma dopo un mese ecco che ritornano.
Alla fine, sente che un padre gesuita, noto per il suo acume, ha un metodo infallibile per allontanare i piccioni dalla parrocchia e lo chiama.


“Mi dica padre, come faccio ad allontanare i piccioni dalla parrocchia?”
“Semplice, li prepari per la cresima, poi chiami il vescovo a cresimarli”
“Come?”
“Vedrà che appena sono cresimati abbandoneranno la parrocchia istantaneamente…”

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Un gesuita affetto da una miopia gravissima si decide finalmente di farsi visitare dall’oculista.
Il medico lo visita e poi gli dice:
“Padre, ma come ha fatto a ridursi in questo modo?”
E il gesuita: “Lo so dottore, ma sono oltre 10 anni che mi sforzo di vedere la volontà di Dio nel mio superiore…”

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Durante un raduno ecumenico, arriva trafelato un usciere che grida: “Al fuoco, al fuoco, l’edificio sta bruciando!”
I Francescani si radunano e cantano le lodi di frate focu.
I Battisti gridano “Presto, portate l’acqua!”
I Quaccheri ringraziano per la benedizione del fuoco.
I Luterani affiggono 95 tesi dichiarando che il fuoco è totalmente corrotto.
Gli Ebrei mettono un segno sulla porta perché il fuoco non li tocchi.
I Lefebvriani urlano che è la giusta vendetta di Dio.
Gli Ortodossi dicono che non lasceranno che il fuoco occidentale invada il loro territorio.
Gli Anglicani formano una processione e lasciano la comunità per non pagare tasse a Roma.
Gli Scientisti dimostrano che non c’era alcun fuoco.
I Pentecostali aspettano che il fuoco arrivi sulle loro teste.
I Domenicani radunano un capitolo che deve nominare un delegato il quale indice una commissione per studiare il fenomeno scientificamente.
I Benedettini si mettono all’organo e scrivono un nuovo brano musicale in gregoriano “Rustici sic utuntur ad focum”.
I Carismatici cantano le lodi del fuoco spirituale.
Opus Dei pensa che è un attentato di Dan Brown.
I Neocatecumenali davanti al fuoco che incombe confessano i loro peccati pubblicamente.
I Salesiani insegnano a non avere paura del fuoco.
I Paolini mandano un giornalista che descrive l’incendio.
I Gesuiti fanno passare un cestino per raccogliere fondi e pagare i danni…

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Un missionario gesuita, camminando nella foresta si imbatte in un leone affamato. Il povero prete non sapendo che preghiera rivolgere a Dio dice proditoriamente: “Padre, ispira a questo leone dei sentimenti cristiani!”. Il leone allora alza il muso verso il cielo e dice con devozione: “Ti ringrazio Signore del il cibo che sto per prendere…”

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Un povero, un insegnante e un gesuita si presentano a S. Pietro. Per essere ammessi, devono rispondere a una domanda. Al povero, Pietro chiede: “Come si chiamano coloro che testimoniano a prezzo della la vita la fede in Cristo?” Il povero subito risponde: “Martiri!” e Pietro lo fa entrare.
All’insegnante, che era stato meno caritatevole e umile del povero, fece una domanda più difficile: “A Palermo esiste un oratorio che commemora un certo numero di martiri, come si chiama?”. L’insegnante era siciliano, quindi conosceva la risposta: “Oratorio dei diecimila martiri”, allora Pietro lo ammette in paradiso.
Infine, si rivolge al gesuita e con un sorrisetto gli sussurra “Lei, padre, mi dica i nomi…”

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In un incidente aereo muoiono un domenicano, un salesiano, un benedettino e un gesuita. Al momento di presentarsi in paradiso, S. Pietro dice loro: “Reverendi padri, vogliate scusarmi ma non sono ancora pronte le vostre stanze, devo temporaneamente sistemarvi altrove”. Cerca ovunque, ma non trova nulla. Allora, come ultima risorsa chiama Lucifero, il quale ha ancora dei posti liberi. Lucifero è riluttante, ma alla fine accetta di dare alloggio temporaneamente ai quattro religiosi. In fondo è un buon diavolo…
L’indomani, Lucifero telefona a Pietro e dice: “Pietro, guarda che il domenicano ha iniziato a predicare e sta convertendo i dannati, il salesiano sta insegnando loro un mestiere e il benedettino sta organizzando la schola cantorum. Devi venire immediatamente a riprenderteli, perché stanno turbando l’ordine costituito dell’inferno!”.
“E il gesuita?” chiede Pietro.
“Ah, quello? Si è messo a raccogliere fondi e ora vuol costruire una piscina con impianto di condizionamento…”

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Domanda: Che cosa fanno dieci gesuiti attorno a un tavolo?
Risposta: Quindici opinioni differenti.

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Un gesuita è sul letto di morte. I suoi confratelli vanno a visitarlo. Il gesuita è ormai semi-incosciente, ma può ascoltare i commenti dei compagni.
Uno dice “Ah, è stato un uomo spirituale ma anche di governo. Dopo S. Ignazio non ci fu uno come lui.”
Un altro dice: “E’ stato anche un fine professore. Dopo Bellarmino non ci fu uno come lui.”


E ancora: “Il suo zelo apostolico lo ha consumato. Dopo Canisio non ci fu uno come lui.”
“Fu anche un grande missionario, portò il Vangelo negli angoli più remoti della terra. Dopo Saverio non ci fu uno come lui.”
E così via… Al termine della visita il superiore che era presente gli chiede: “La vedo agitato, padre. Che cosa la turba?”
E il gesuita, con un filo di voce: “La modestia… padre… nessuno mi ha ricordato per la mia proverbiale modestia..”

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Un cappuccino muore e va in paradiso. Arrivato alla reception, gli assegnano la sua nuvola e gli indicano il tragitto per raggiungerla. Cammin facendo vede arrivare uno splendido cocchio dorato trainato da sei cavalli bianchi, una meraviglia.
Poco dopo incontra S. Pietro e gli chiede “Santità, ma chi c’era in quel bellissimo cocchio che è passato?”
“Ah quello?” fa Pietro “Si tratta di un gesuita”.
“Come?” dice il cappuccino “Perché lui nel cocchio e io a piedi?”
E Pietro risponde “Sa, padre, è un fatto così raro vedere un gesuita da queste parti…”

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Un uomo ha tre figli: Francesco, Domenico e Ignazio e per una curiosa coincidenza, Francesco è francescano, Domenico è domenicano e Ignazio è un gesuita.
L’uomo esprime un bizzarro desiderio: in punto di morte chiede ai tre figli di porre ciascuno 1000 euro in contanti nella cassa che lo ospiterà per suo ultimo viaggio. I tre figli sono sconcertati ma si tratta delle ultime volontà del padre.
Il padre muore e giunto il momento di rendere l’estremo saluto Francesco gli dice “Papà, so che hai espresso il desiderio di avere da me 1000 euro, ma credimi, la povertà che vivo non me lo consente…”
Domenico dice “Papà, ho predicato molto ultimamente e con il permesso dei superiori ho racimolato la somma che avevi chiesto” e mette 1000 euro in contanti nella bara.
Arriva il turno di Ignazio, il quale si rivolge al fratello Francesco e gli dice “Tranquillo Fra’, pago io la tua quota” e poi a Domenico “Domé, che mi fai cambiare?”.
Allora prende i 1000 euro di Domenico e mette nella cassa un assegno da 3000…

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Una signora incontra un gesuita e un francescano e chiede loro quante novene occorrono per avere dalla Provvidenza una Mercedes 500 SEC.
Il francescano risponde “Che cos’è una Mercedes?”
E il gesuita “Che cos’è una novena?”

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Un missionario gesuita in un villaggio africano inizia la catechesi battesimale di un ragazzino, Nswete. Gli spiega il senso dell’acqua versata, l’impegno che assume diventando battezzato e il rispetto di tutte le norme della fede, compresa l’astinenza dalle carni il venerdì.
E così, quando arriva il momento, lo battezza versando l’acqua e pronunciando la formula, poi dice “Ecco, d’ora in poi non sei più Nswete, ma Joseph”.


Un venerdì passando davanti alla casa di Nswete-Joseph, lo vede mentre addenta un enorme cosciotto di antilope.
“Joseph! Che fai? Non ti ricordi quello che ti ho spiegato sull’astinenza del venerdì?”
E il ragazzino “Ma padre, questa non è carne, è pesce!”
E il gesuita “Non mentire, Joseph, si vede benissimo che è antilope”.
“No, padre, è pesce! Ho versato dell’acqua sul cosciotto e ho detto: ‘D’ora in poi non sei più Carne, ma Pesce…'”

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Nel corso del XVII secolo, in una cittadina italiana, il governo locale stabilì che la comunità di valdesi che viveva lì dovesse andarsene. Allora il consiglio ecclesiastico votò all’unanimità l’ordine di espulsione dei seguaci di Valdo.
Tuttavia, l’abate che reggeva la cittadina, uomo giusto e retto, concesse una possibilità ai valdesi: essi potevano scegliere un loro rappresentante che si battesse con un teologo gesuita in una disputa teologica. Se l’avessero vinta, sarebbero potuti restare nel luogo ove abitavano.
E siccome i valdesi non erano molto padroni del latino ecclesiastico, e per concedere ai contendenti un’opportunità pari, si decise che la disputa dovesse essere a gesti e non a parole.
La responsabilità di questa disputa era molto forte tra la comunità valdese, perché significava perdere tutte le proprietà, i beni, etc. e il teologo gesuita era un concorrente temibilissimo.
Quindi nessuno dei riformati osava proporsi come avversario del gesuita. Alla fine, si fece avanti il sagrestano della comunità.
“Come?” sbottarono gli anziani “Impossibile, non ha la preparazione per poter competere con il teologo papista!”
Fu consultato allora il moderatore della Tavola che rispose: “Nessuno di noi si sente di partecipare alla sfida, quindi o lui o perderemo le proprietà!”.
Il gran giorno arrivò. Il teologo gesuita stava seduto su una cattedra posta nella piazza principale della cittadina, circondato da preti, vescovi e cardinali, davanti a una grande folla di nobili, soldati e popolani.
Arrivarono poco dopo i valdesi, con le loro umili vesti e le barbe fluenti, con il sagrestano nel mezzo. Il gesuita si alzò in modo da sovrastare l’avversario e il dibattito ebbe inizio.
Il gesuita, con gesto ampio e solenne alzò l’indice e tracciò un arco nel cielo. Subitò il valdese punto con decisione l’indice verso la terra.
Il gesuita apparve piuttosto sconcertato. Allora alzò ancora più solennemente il dito e lo tenne davanti al volto del sagrestano, il quale alzò a sua volta tre dita e le rivolse con altrettanta solennità verso il gesuita, che apparve basito da quel gesto inatteso.
Alla fine il gesuita mise la mano nella tonaca e ne estrasse una mela, al che il sagrestano infilo la mano in un canestro e ne estrasse un pezzo di pane azzimo.
A questo punto il gesuita dichiarò la sua sconfitta, proclamando il “Nolo contendere”.
L’abate dunque disse a voce alta: “Il valdese ha vinto la disputa, i seguaci di Valdo possono restare”.
Gli anziani valdesi si radunarono attorno al sagrestano e lo condussero subito in trionfo a festeggiare la vittoria con immensa gioia.
Il clero di avvicinò al gesuita che era pallido e sudato gli domandarono: “Padre che è successo? Ci spieghi!”
Il gesuita si accasciò sulla cattedra e disse: “Quell’uomo è un teologo finissimo, un vero genio nelle dispute”. Io ho iniziato con un ampio gesto che indicava l’universo intero, il quale è creazione di Dio e lui ha puntato il dito verso la terra per farmi capire che all’inferno c’è un essere che regna supremo, la cui presenza è un mistero.
Quindi ho alzato un dito per indicare l’unità di Dio e lui ne ha alzate tre per parlare della SS. Trinità.
Allora ho cambiato tattica è ho estratto una mela che doveva indicare, secondo le recenti teorie, che la terra è rotonda. Ma lui ha presentato un pane azzimo per dire che la Bibbia sostiene che essa è piatta!”
Nel frattempo, nel quartiere dei valdesi chiesero al sagrestano come avesse potuto vincere contro quell’astuto teologo gesuita.
Il sagrestano disse: “Che stupido quell’uomo, fratelli! Ha fatto un gesto per indicare che noi tutti dovevamo andarcene da qui e allora io ho puntato l’indice verso terra per dire che qui siamo e qui resteremo. Poi alza un dito come per dire ‘Non fare il furbo con noi!’ allora io ne alzo tre per dire che lui lo è stato tre volte perché non ha motivo per cacciarci, perché vuole le nostre proprietà e perché il Vangelo dice che siamo tutti fratelli.
Infine, vedo che tira fuori la sua merenda e allora anch’io tiro fuori la mia per mostrargli che non sono un morto di fame…”

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Un giorno un tale andò dal suo padre spirituale gesuita e gli disse che avrebbe voluto una rivelazione davvero speciale e importante per la sua vita interiore.
Il gesuita gli disse: “Domani pomeriggio vada in giardino, alzi le braccia e guardi verso il cielo e poi mi dica che cosa accade”.
Il tale fece proprio come gli aveva consigliato il padre. Andò in giardino, alzò le braccia e si mise a guardare il cielo. Ma poco dopo iniziò a piovere…
Il giorno dopo il tale torna dal gesuita, che gli chiede “Allora com’è andata, ha avuto la sua rivelazione?”
Il tale rispose “Padre, ho fatto come ha detto lei, ma poco dopo è iniziato a piovere, le gocce mi scendevano sulla fronte e giù nel collo, e io ero lì con le braccia alzate, mi sentivo veramente stupido…”
E il padre “Bene! Per essere la prima volta ha avuto una rivelazione assai importante…”

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Un vescovo stabilì che nella sua diocesi le collaboratrici che lavoravano nelle case religiose dovessero avere almeno 50 anni.
Un giorno si recò a visitare una residenza di gesuiti e vide due splendide ragazze che servivano a tavola. Il vescovo si rivolse a padre superiore:
“Padre, ma non rammenta che io dissi che le collaboratrici che lavorano nelle case religiose devono avere almeno 50 anni?”
“Sì Eccellenza” disse il superiore “Ricordo benissimo quello che lei disse. Lei parla di “collaboratrici” e infatti queste sono due, e hanno 25 anni l’una!”

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Un protestante, un testimone di Geova e un gesuita si incontrano a un convegno mondiale sulla pace e… ovviamente iniziano a litigare.
All’improvviso compare davanti a loro un angelo che dice loro che può realizzare un desiderio per ciascuno, con lo scopo di non farli più litigare.


Il protestante dice: “Che il Signore cancelli dalla faccia della terra tutti i testimoni di Geova.
Il TdG dice: “Che il Signore cancelli dalla faccia della terra tutti i protestanti.”
Ciò detto, l’angelo si rivolse al gesuita e gli chiese: “Padre, ma non esprime un desiderio?”
E il gesuita: “No, mi basta che il Signore esaudisca i desideri di questi due “amici”…

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Quali sono i punti comuni tra domenicani e gesuiti?
Ambedue furono fondati da spagnoli (S. Domenico Guzman e S. Ignazio di Loyola), ambedue avversarono gli eretici (rispettivamente, i domenicani lottarono contro gli Albigesi e i gesuiti contro i Luterani )
Quali sono i punti che differenziano i domenicani e i gesuiti?
Avete mai incontrato un Albigese in giro?

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Un gesuita, un domenicano e un eremita trappista fanno naufragio su un’isola deserta. Trovano una lampada magica, la strofinano e appare un genio che dice che può esaudire un desiderio per ciascuno.
Inizia il gesuita: “Vorrei diventare professore di teologia in una delle università più importanti del mondo”. E il genio, puff, lo accontenta.
Poi il domenicano: “Vorrei diventare predicatore in una delle chiese più importanti del mondo”. E il genio, ancora, puff, lo accontenta.
Poi viene l’eremita trappista: “Evviva, io ho già soddisfatto il mio desiderio…”

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Un gesuita ed un domenicano, provenienti da Curie diverse si incontrarono nello stesso convento per il periodico ritiro spirituale. I due, entrambi accaniti fumatori, non si conoscevano.
Il primo giorno, passeggiando col breviario in mano nel chiostro del convento, il domenicano vide che il gesuita spipacchiava beatamente le sue sigarette durante la lettura.
Passeggiando e pregando sui lati opposti del chiostro, i due non si incontravano mai… Il domenicano, cui era stato proibito dal Priore di fumare, si poneva l’interrogativo come mai il gesuita fumasse così tranquillo. Il secondo giorno, nervoso e con le guance rosse per mancanza di nicotina, il domenicano accelerò il passo fin quasi a raggiungere il gesuita e inspirando voglioso le nuvolette di fumo emesse dall’altro decise di fermarlo e di parlargli:
“Ma a te il Priore ha dato il permesso di fumare?”.
E il gesuita: “Certo!”.
Il domenicano: “E allora perché a me no?”.
Il gesuita: “Ma tu che gli hai chiesto?”.
Il domenicano: “Bèh, gli ho chiesto se, durante la preghiera potessi fumare… e me lo ha negato!!!”.
E il gesuita: “E’ qui che hai sbagliato, fratello, infatti io gli ho chiesto se mentre fumavo potessi anche pregare…”

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Un benedettino, un domenicano, un francescano e un gesuita vanno al mare e decidono di fare una gita in barca. Ma la barca urta uno scoglio e pian piano inizia ad affondare. Sfortunatamente, il mare intorno era infestato dagli squali e alcuni di questi si avvicinano pericolosamente alla barca.
Il domenicano, certo del suo carisma di predicatore, inizia a pronunciare un’omelia agli squali sulle bellezze della carità cristiana e sulle gioie che provano i vegetariani. Ma presto uno squalo ateo si avvicina e lo inghiotte in un boccone.
Il benedettino inizia a cantare un salmo in gregoriano che parla del Signore che spezza il capo del Leviatano, il mostro marino biblico. Ma gli squali non sanno il latino e lo divorano.


Il francescano, ricordando S. Antonio da Padova che parlava ai pesci e il Cantico delle Creature di S. Francesco, eleva a Dio una lode per Fratello Squalo, ma arriva la Sorella dello squalo che se lo mangia.
Arriva il turno del gesuita, il quale vista la situazione disperata, si era raccomandato a Dio e aveva chiuso gli occhi. Ma, soprendentemente, gli squali anziché attaccarlo, lo sollevano delicatamente sul muso e, nuotando a pelo d’acqua, lo portano al sicuro sulla spiaggia più vicina.
Il gesuita, non capacitandosi del fatto, chiede spiegazioni al capo squalo.
Il capo risponde “Beh, sai… rispettiamo i colleghi…”

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Che cos’è il paradiso? Un luogo dove il predicatore è domenicano, il padre spirituale è gesuita e il liturgista è benedettino.
Che cos’è l’inferno? Un luogo dove il predicatore è benedettino, il padre spirituale domenicano e il liturgista è gesuita…

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Un prete diocesano, un domenicano, un francescano e un gesuita si trovano a un ritiro in cui devono parlare del loro più grande peccato segreto.
Inizia il parroco: “Io, devo ammettere, ho una fidanzata, la vedo di tanto in tanto, stiamo un po’ insieme e dopo riesco a fare il parroco con più gioia”
Poi il domenicano: “Io spesso ho dubbi di fede, non credo ai dogmi fondamentali del cristianesimo, al primato del papa di Roma”.
Indi il francescano: “Io non riesco a vivere la povertà, mi piace il denaro e lo spendo spesso senza criterio”
Infine il gesuita: “Mi dispiace per voi, il mio più grande peccato è non sapere conservare i segreti degli altri…”

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Un papà sta pensando in quale seminario mandare il figlio per fare il prete. Chiede consiglio a un gesuita. Il padre gli dice:
“Se manda suo figlio in un seminario diocesano, dovrà studiare per 6 anni. Se lo manda dai francescani, per 7 anni, se lo manda dai domenicani, per 8 anni, se lo manda dai gesuiti per 12 anni”
E il papà. “Va bene, lo mando dai gesuiti, sa non è molto veloce a capire le cose…”

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A una signora regalano un pappagallino, il quale però è molto maleducato, dice parolacce, insulti, volgarità. In particolare continua a ripetere alla signora:
“Crepa brutta strega, Crepa brutta strega!”.
La signora cerca in ogni modo di educarlo, ma senza risultato. Allora si rivolge al suo confessore gesuita.
Il padre le dice “Signora, ho io la soluzione al suo problema. Io ho in cella un pappagallino assai devoto, che recita le lodi, i vespri e occasionalmente fa anche intenzioni di preghiera. Glielo presto in modo che lo metta vicino al suo e chissà che non abbia una benefica influenza…”
Detto e fatto.
Passano alcuni giorni e la signora torna a confessarsi.
“Allora come vanno i nostri pennuti?”, dice il padre.
La signora “Un disastro, padre…”
“Come, che succede?”
“Nulla, è che il mio pappagallino continua imperterrito a dire “Crepa brutta strega”.
“Come, e il mio che dice?”
“Risponde ‘Ascoltaci o Signore…!'”

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Un francescano, un benedettino e un domenicano discutono animatamente per definire a quale ordine appartiene Dio.
Alla fine decidono di scriverGli una lettera per chiederGlielo.
Dio risponde così:
“Diletti figli, smettete di rompervi il capo con tali questioni inutili e prive di fondamento. Siate felici. Firmato Padre Eterno S. J.”

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Quanti francescani occorrono per cambiare una lampadina?
Nessuno. Tirano fuori una chitarra e cantano con gioia una lode al Signore per Sorella Notte.
Quanti domenicani occorrono per cambiare una lampadina?
Due. Uno che individua il guasto e un altro che studia le implicazioni teologiche del black-out.
Quanti benedettini occorrono per cambiare una lampadina?


Quattro. Uno che ripara il guasto, uno che regge una candela a un altro che canta i salmi, e uno che trasmette ai posteri l’evento storico.
Quanti carismatici occorrono per cambiare una lampadina?
Cinquecento. Tutti pregano perché il miracolo della riparazione avvenga presto.
Quanti gesuiti occorrono per cambiare una lampadina?
Due. Uno che chiama l’elettricista e uno che versa i whisky.

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Una mamma è preoccupata per il futuro del figliolo. Va dal padre spirituale e si confida. Non sa come capire che cosa vuol fare il figlio da grande.
Il padre le dice “Quando torna a casa gli faccia trovare sul tavolo questi oggetti: un breviario, un assegno e una bottiglia di whisky”. Se prenderà il breviario, sarà un santo sacerdote, se prenderà l’assegno, un uomo d’affari, se prenderà il whisky, uno sbevazzone…”
La mamma esegue. Arriva il figlio e… prende tutti e tre questi oggetti.
La mamma torna dal padre e riferisce il fatto accaduto.
E il padre spirituale sorride e dice: “Ah, è chiaro, diventerà un gesuita…”

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Betlemme anno Zero. Il Bambino sentendo il fiato caldo del bue e dell’asinello si volta e sorride…
Dice “Ah… e sarebbe questa la Compagnia di Gesù?”

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A Napoli una signora sta inginocchiata davanti alla statua di S. Gennaro.
“S. Gennà, S. Gennà… faciteme ‘a grazia!”
Passa un gesuita e dice “Signora, non è S. Gennaro che fa le grazie, ma Gesù!”
Allora la signora va a inginocchiarsi davanti al Sacro Cuore e gli fa:
“Gesù, dicite a S. Gennaro che mi faccia ‘a grazia!”

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Davanti a una residenza di gesuiti appare un canestro con dentro un bimbo e un biglietto che dice “Questo è figlio di un gesuita”. Il superiore della casa vede il biglietto e allora con molta discrezione inizia le indagini per appurare il fatto.
Dopo molte indagini, giunge alla conclusione che il bimbo non può essere figlio di un gesuita, per tre motivi:
1) Nessun gesuita può fare qualcosa di così bello in soli nove mesi.
2) Nessun gesuita può cooperare così strettamente con una laica.
3) Nessun gesuita può compiere un atto d’amore gratuito così grande…

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A un convegno mondiale sui consigli evangelici, i vari ordini si interrogano su come vivono il loro voto di povertà.
Iniziano i francescani. Il loro delegato dice “Noi diamo tutto ai poveri e teniamo solo lo stretto necessario per vivere”.
Poi il domenicano, il quale razionalmente dice “Noi ad inizio di ogni anno facciamo un budget per le spese apostoliche, calcoliamo i profitti e le perdite, prevediamo i fondi di accantonamenti, i ratei, i risconti, etc.”
Indi il benedettino “Noi semplicemente diamo la maggior parte per la liturgia e il resto per accogliere i poveri e gli ospiti!”.
Arriva il turno del gesuita. “Per noi è molto semplice. Buttiamo in aria la cassetta con le offerte e diciamo ‘Dio tieni quello che ti serve e il resto dallo a noi…'”

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Dopo una predica in chiesa, un gesuita chiede a un suo fedele: “Allora, come le è parsa l’omelia?”
Il fedele risponde: “Ah, padre, era come la sapienza di Dio e come la misericordia di Dio…”
E il gesuita: “Ah davvero, e mi dica come mai afferma questo?”
“Era incomprensibile come la sapienza di Dio ed era eterna come la misericordia di Dio …”

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Un gesuita muore e arriva in paradiso. Va da S. Pietro e con l’occasione gli chiede un’automobile per potersi spostare più agevolmente. S. Pietro gli dà una Panda. Il gesuita la guarda un po’ deluso: francamente si aspettava un’auto un po’ migliore, più consona al suo status, in fondo era stato un predicatore molto conosciuto in vita…


Mentre fa queste considerazioni, vede sfrecciare un suo conoscente su una Ferrari nuova di zecca e dice:
“Ma, Pietro, guardi, quello che è passato io lo conosco! Era un modesto conducente di autobus e ora gli avete dato una Ferrari!”
Pietro sorride e dice: “Padre, quando lei predicava, tutti quelli che erano in chiesa dormivano. Quando lui guidava l’autobus, tutti quelli che erano a bordo pregavano…”

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Un giorno un tale chiede a un gesuita:
“Perché voi gesuiti rispondete sempre a una domanda con un’altra domanda?”
E il padre: “Chi le ha detto questa falsità?”

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Annullati i festeggiamenti per il Natale in Vaticano a causa dell’assenza del cardinal Martini, hanno detto “NO MARTINI NO PARTY!”.

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L’Arcangelo Gabriele va da un gesuita e gli dice: “Dio ha deciso di mandare un altro diluvio universale ma siccome tu sei un brav’uomo in fondo, se preghi ti risparmierà la vita!”
E infatti, di lì a poco, inizia una pioggia torrenziale. Il gesuita inizia a pregare e quando l’acqua gli arriva ormai alla cintura, passa un canotto con dei suoi amici che gli dicono:
“Padre che fai lì, sali!”
E lui sempre pregando, forte della sua fede e della sua ragione: “Dio ha detto che mi salverò”.
Continua a piovere e l’acqua ha ormai raggiunto il torace del gesuita. passa un altro canotto ma lui rifiuta l’aiuto dicendo che Dio gli aveva promesso di salvarlo.
Continua a piovere e quando l’acqua lambisce ormai la bocca del gesuita; passa un terzo canotto, ma lui non sale e così muore.


Va in paradiso e tutto risentito dice a Pietro: “Ma come, Gabriele mi aveva assicurato che mi sarei salvato. Che storia è questa?”
Pietro con molta calma guarda in un registro e poi dice: “Ma padre, non ha visto i tre canotti che le abbiamo mandato?”

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Una signora, assai avvenente, va da un gesuita e gli dice:
“Padre, sposiamoci e facciamo un figlio insieme, perché con la sua cultura e la sua intelligenza e la mia bellezza, nascerà un bimbo perfetto!”
E il gesuita, senza scomporsi risponde:
“Beh, signora, e se per caso nascesse con la mia faccia e la sua intelligenza…?”

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Muore il gesuita più buono della terra. Mai un peccato, mai un pensiero cattivo, mai un errore di fede, una vita degna di un santo, insomma.
Al momento del decesso la sua anima schizza a velocità supersonica verso il Cielo.
S. Pietro, dall’ingresso del Paradiso, si affaccia verso la terra e vede arrivare l’anima beata che pero’ prosegue oltre senza perdere velocita’. S. Pietro gridando a più non posso tutto rivolto verso l’alto dice: “Padre, pensi qualche eresia, pensi qualche eresia!”

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Betlemme anno zero. Tutti gli ordini vanno ad adorare il Bambino.
Iniziano i francescani: “Che meragliosa povertà! Certo questo Bambino sarà il re dei poveri!”
Poi i domenicani: “Questo Bambino è il Verbo incarnato. Certo sarà il re dei predicatori!”
Poi i salesiani: “Questo Bambino è la Sapienza di Dio. Certo sarà il re degli educatori!”
Poi i benedettini: “Gli angeli cantano per Lui la lode perenne di Dio. Certo sarà il re dei liturgisti!”
Arrivano i gesuiti: in due, come prescritto dalle regole.
Il primo dice: “Mh, questo Bambino sembra intelligente. Potrebbe entrare in uno dei nostri collegi…”
E l’altro dice: “Ma non hai sentito i francescani? I suoi sono poveri, non potranno mai permetterselo…!”

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Un giorno, si perde S. Ignazio di Loyola in paradiso.
Allora succede un grande panico, tutti i santi e i beati si danno da fare per cercarlo, viene interpellato anche S. Antonio, il patrono delle grazie impossibili per ritrovarlo. Tutti cercano, cercano, S. Pietro coordina le ricerche, S. Francesco Saverio, suo amico, viene interrogato per sapere quando l’ha visto per l’ultima volta.
Alla fine dopo tante ricerche, viene ritrovato. Stava in un angoletto appartato con un una Colomba in mano.
Pietro gli dice: “Ignazio, perché ci hai fatto questo? Tutti ti siamo cercando come disperati!”
E S. Ignazio: “Silenzio, per favore, sto dando gli Esercizi Spirituali allo Spirito Santo…”

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Muore un gesuita e va direttamente in paradiso.
In paradiso si stupiscono che un padre gesuita si presenti là, senza neppure un giorno di purgatorio.
Pietro lo interroga e chiede: “Padre, ma è sicuro della sua destinazione? Per caso nella sua scheda non c’era scritto Purgatorio?”
Il padre, “No, stia tranquillo Pietro, per molti anni ho fatto il webmaster della mia provincia, ho già scontato abbondantemente tutti i miei peccati…”
(Ok, questa la capiscono solo i gesuiti…)

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Quali sono le tre cose che neppure il Padreterno conosce?
1) Da dove prendono i soldi i salesiani.
2) Quanti sono gli ordini femminili
3) Che cosa pensano i gesuiti.

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Un arcivescovo di Napoli invitò i gesuiti alla cerimonia della liquefazione del sangue di S. Gennaro.
Dopo le consuete preghiere, finalmente il sangue si scioglie. Il popolo gioisce grandemente. L’arcivescovo, con un sorriso si volge con l’urna al gesuita più vicino e gli dice:
“Padre, padre, ha visto, si è sciolto…”

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Nei giorni in cui Giovanni Paolo II era influenzato, anche il nostro preposito generale, p. Kolvenbach, fu sentito tossire e sternutire. A chi gli fece notare il fatto rispose: “Sentire cum Ecclesia…”

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Un gesuita e un francescano sono invitati a pranzo in una famiglia. Giunti al dessert, il gesuita prende il pezzo di dolce più grosso e lascia al frate quello più piccolo.
Il francescano dice: “Beh… S. Francesco ci avrebbe insegnato a prendere quello più piccolo!”
E il gesuita “E infatti quello ha avuto, padre…”

(Le barzellette sono tratte da www.gesuiti.it)

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