La versione pop della vittoria di Cristo sulla storia universale e sulla nostra storia personale
Lettere a una moglie #2 (ovvero l’esodo del duo con l’anello noto in tutto il mondo come Mienmiuaif) di Giuseppe Signorin
Ho dormito in diagonale, a Medjugorie, amore mio. Non ci stavo nel letto. Al risveglio mi sentivo come la torre di Pisa. Nessun problema. Tanto Dio scrive dritto anche sulle mie notti storte. Ho passato tanto tempo, in passato, a meditare sulla misteriosa grazia che hai avuto sposandomi. Non credo di esserci mai riuscito. Troppa grazia.
Ma forse avere un marito che a Medjugorie, durante il nostro primo capodanno in Bosnia ed Erzegovina, dorme storto, è una grazia ancora più grande. Se possibile. Già, perché ti fa capire che non è tanto il riuscire a vivere bene, comodi, in questo mondo, a qualificare una persona. A determinarne la “riuscita”.

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Tuo marito non ha rigato dritto neppure a Medjugorie. Neppure la notte. Ha riposato male. Ha vissuto quattro giorni da zombie. Ha partecipato in maniera svogliata alla maggior parte delle funzioni. Troppa gente. Troppo freddo. Troppa stanchezza. Ma era vivo.
Era vivo perché la Mamma l’ha aiutato a fregarsene di se stesso. Era molto contento. Soprattutto per te. Perché anche tu eri molto stanca, ma viva come non mai. Una gazzella. Dopo giornate zeppe di eventi, la notte avevi ancora fiato per raccontare ogni micro emozione e dettaglio allo zombie di tuo marito.