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Piccolo manuale per l’infelicità: come rovinarsi la vita in poche mosse

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Miguel Cuartero Samperi - Aleteia - pubblicato il 30/12/17
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Aspiranti infelici di tutto il mondo unitevi! Ecco a voi, finalmente, un manuale per combattere la felicità e sconfiggerla in poche mosse. Un corso base adatto a tutti: per i principianti che compiono i primi passi nell’arte della vita infelice e per coloro che sono già sulla buona strada per divenire infelici e contenti.

L’infelicità è effimera e passeggera, ma è provato che si può raggiungere un discreto livello e una certa costanza, basta volerlo! Spesso infatti ci siamo quasi: ci troviamo sull’orlo della piena infelicità, dell’insoddisfazione esistenziale, della tristezza ontologica ma poi, sul più bello, inaspettatamente, la felicità riesce ad avere la meglio e a prendere il sopravvento su di noi offrendoci attimi di soddisfazione, realizzazione e autenticità palpabile. Così come è successo a quella ragazza che a 18 anni “prometteva veramente bene come infelice” (perennemente insoddisfatta, sfatta, incostante, rancorosa, alternativa…) ma poi, a 35 anni, si è ritrovata “afflitta da una felicità quassi irreversibile”, felice e contenta. Una storia fatta di scelte sbagliate, e tragici risvolti; un totale fallimento!

È per questo che abbiamo bisogno di aiuto (ammettiamolo una volta per tutte!) perché nessuno di noi può diventare infelice da solo, con le proprie forze. Sarebbe presuntuoso illuderci di potercela fare da soli, il cammino verso l’esistenza infelice richiede impegno, disciplina e – soprattutto – un buon metodo! Per questo il cielo (o forse l’inferno?) ci ha inviato un oscuro maestro per guidarci nell’arte dell’infelicità, non perché sia un essere triste e sfigato che abita le profonde e fetide fogne della società, ma perché sembra essere abbastanza esperto di cose dell’anima – per esperienza personale e grazie alla “simpatica osservazione dei miei simili” – da poter farci da guida in questo viaggio negli abissi del nostro mondo interiore.

Infelici e contenti. L’arte di rovinarsi la vita” è il titolo del manualetto di infelicità pubblicato dalla Castelvecchi e scritto da Nerosfina, pseudonimo di un misterioso personaggio che si presenta così: “Sono un uomo di mezza età, un tipo piuttosto serio, vivo da solo, per lavoro parlo con molta gente, non esco quasi mai la sera, partecipo a molti funerali e pochi matrimoni, vesto sempre di nero perché, si sa, il nero sfina” (p. 10).

L’autore passa le ore ad ascoltare la gente, lo fa per lavoro, e la gente lo ripaga tirando fuori il peggio di sé e confidandogli trucchi e strategie corroborate sul campo.

Secondo alcune indiscrezioni lo sconosciuto scrittore sarebbe un discendente italiano di Clives Staples Lewis (che di fatto viene ringraziato nei titoli di coda), l’autore delle Lettere di Berlicche, dal quale sembra aver ereditato l’equilibrio tra il piglio ironico e la gravità dei consigli; secondo altri si tratterebbe invece di un nipotastro dello stesso Berlicche, diavolaccio esperto nel rovinarsi e rovinarci la vita, custode delle grigie tradizioni e dei nefasti consigli dei Maestri della profonda tristezza. Sia chi sia non ci interessa più di tanto, ciò che ci preme è invece conoscere le tappe per raggiungere la piena “tristitia“, i comandamenti per la vita infelice.

Nerosfina è convinto che il senso comune contraddica il teorema che vuole tutti gli esseri umani assetati cercatori di felicità. Basta osservare la realtà quotidiana per capire che “le azioni degli uomini sono accomunate dal genuino impegno per rovinarsi l’esistenza, un’industriosa attitudine a cogliere le occasioni di scontentezza che la vita ci offre“; L’uomo, dunque, “è un instancabile cercatore e costruttore di infelicità”. I segni dell’insoddisfazione oscurano i volti di uomini e donne sull’autobus, in fila alla posta, al semaforo o in palestra. Tutti si lamentano e si autocommiserano. Ma non fatevi fregare dalle apparenze, la felicità è dietro l’angolo pronta a dilagare e, in un istante, tutto può precipitare nella gioia! Combattete, dunque, e difendete la vostra insoddisfazione! Seguendo pochi consigli pratici.

Bisogna tenere a mente che esistono “Quattro colonne dell’infelicità”: i pensieri e desideri, gli atti (la nostra quotidianità), le relazioni e le riflessioni esistenziali e filosofiche. Lavorare con successo in questi quattro ambiti vi aiuterà a tramutare il vostro sorriso in pianto senza molto sforzo.

Anzitutto bisognerà lavorare molto sui pensieri: è essenziale deprimersi (“un buon motivo per deprimersi si trova sempre”), coltivare dei complessi, sentirsi accusati e dunque accusare gli altri… Per uno stile di vita disordinato (“la dimensione oggettiva dell’infelicità è il disordine”) sarà molto utile cercare di assecondare tutti i propri bisogni e istinti senza farsi problemi; sarà anche necessario desiderare molto e senza criterio, volere tutto e il contrario di tutto; coltivare relazioni fallimentari basate sull’incomprensione, l’odio e l’invidia assicurerà un buon grado di vita infelice. Infine – elemento essenziale! – bisognerà evitare assolutamente ogni domanda sul senso della vita e della morte, quesiti che potrebbero portarci sulla cattiva strada! Evitate dunque i funerali e situazioni che incoraggino approfondite riflessioni esistenziali!

L’arringa finale è un invito spassionato a combattere per la propria infelicità, un appello agli spiriti liberi capaci ancora di opporsi al gaudio e di optare per la vera afflizione: “Non perdete tempo, sforzatevi di rendervi infelici finché siete lucidi e capaci di autodeterminazione. Non rimandate a domani la tristezza che potete avere oggi”. Alla fine del percorso, c’è un avviso per i lettori che vorrebbero fare i furbi: se siete tra gli illusi che si ostinano a rincorrere la felicità, non pensiate che basti leggere questo manuale ed applicarne le regole “al contrario”! Siete sulla cattiva strada, perché per essere felici non serve un manuale e non servono consigli, la felicità viene dagli altri non si può acquistare ne imparare!

Il manuale offre in appendice degli ottimi “esercizi” per principianti, semplici aiuti per indirizzarsi verso l’infelicità come scegliersi un personal demotivator, lamentarsi sempre, indignarsi, non sorridere mai, evitare i funerali e leggere l’oroscopo…

Leggendo questo libro riderete di gusto (a tratti, ma dall’inizio alla fine) e rifletterete molto sulla vostra vita (le pagine sul pensiero delirante, sulla precarietà della vita e sulle religioni valgono il prezzo del libro), ma soprattutto e prima di tutto metterete le basi perché un giorno si dica di voi: “Vissero Infelici e Contenti”.

PS. Se questa recensione ti ha convinto, non comprerai questo libro una volta ma sarai interiormente spinto ad acquistarne almeno due copie… chi di noi non ha in famiglia, tra gli amici o vicini di casa degli aspiranti infelici che combattono ogni giorno con grinta e determinazione per diventare scontenti? Aiutateli se veramente li amate!

 

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