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Se Lucifero era così vicino a Dio, perché si è ribellato?

LUCIFER

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Ariane da Silva Santos - pubblicato il 29/12/17

La causa di tutti i mali
Nella quotidianità, spesso ci troviamo di fronte ad atteggiamenti che non rendono gloria a Dio. Qual è la causa di tante inclinazioni al male, di tanti desideri disordinati e di tanti altri difetti della natura umana? L’orgoglio, che dalla caduta dei nostri primi progenitori si è trascinato nel mondo come una peste nel giardino. Questo vizio è alla base di tutti i peccati, e per questo l’uomo deve combatterlo costantemente, senza che possa vedersene liberato “se non mezz’ora dopo la morte” (1), come ha commentato monsignor João Scognamiglio Clá Dias. Ancor prima della caduta di Adamo, ad ogni modo, un altro atto di orgoglio aveva provocato la perdizione eterna di altri esseri, superiori all’uomo nell’ordine della Creazione.
Gli angeli hanno peccato perché hanno voluto essere come Dio. “Eppure tu pensavi: Salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono, dimorerò sul monte dell’assemblea, nelle parti più remote del settentrione. Salirò sulle regioni superiori delle nubi, mi farò uguale all’Altissimo” (Is 14, 13-14). Questo odioso grido di rivolta – ispirazione di tutte le grida di mancata sottomissione della storia – si è fatto sentire in Cielo. Era Lucifero, l’angelo che portava la luce. La sua eccellenza era tale che la Chiesa applica a lui le parole di Ezechiele: “Tu eri un modello di perfezione, pieno di sapienza, perfetto in bellezza; in Eden, giardino di Dio, tu eri coperto d’ogni pietra preziosa” (Ez 28, 12-13).
Se Lucifero era tanto vicino a Dio, qual è stato il motivo di questa rivolta?
Secondo vari autori, è stato rivelato agli angeli che il Verbo Eterno si sarebbe unito alla natura umana, “elevandola così al trono dell’Altissimo; e una donna, la Madre di Dio, sarebbe diventata mediatrice di tutte le grazie, sarebbe stata esaltata al di sopra dei cori angelici e incoronata Regina dell’universo” (2).
Questa rivelazione è stata, in fondo, una prova per tutti gli angeli. E alcuni non hanno voluto accettare. “Hanno peccato per orgoglio; si sono manifestati, ipso facto, desiderosi di mettersi al livello di Dio, perché gli hanno negato la piena e suprema autorità” (3).
Lucifero voleva superare il mistero a cui la sua ragione non arrivava... Ha ritenuto che il Signore ignorasse la superiorità della natura angelica preferendo unirsi a un essere tanto inferiore a lui. E constatando che egli, l’archetipo degli angeli, si sarebbe visto costretto ad adorare un uomo – pur se divino –, si è ribellato. Come osserva San Bernardo, colui che era stato creato dal nulla, paragonandosi, pieno di superbia, al suo Fattore pretendeva di rubare ciò che è proprio del Figlio Unigenito di Dio (4).
Nel frattempo, l’arcangelo San Michele, elevandosi come una fiamma di controrivoluzione e della fedeltà ai disegni dell’Altissimo, ha gridato: Quis ut Deus? “Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo” (Ap 12, 7-8).
Trascinando con sé un terzo degli angeli, Lucifero è stato precipitato all’inferno, diventando il principe delle tenebre. “Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell’aurora? Come mai sei stato steso a terra, signore di popoli?” (Is 14, 12). Ecco il castigo per l’orgoglio!
San Michele Arcangelo, a sua volta, è stato elevato alla più alta gerarchia celeste, diventando il conestabile degli eserciti angelici, il baluardo della Santissima Trinità. Ecco il premio per l’umiltà!
Con gli uomini avviene lo stesso?
—–
1 CLÁ DIAS, João Scognamiglio. O fariseu e a pecadora. In: O inédito sobre os Evangelhos. Comentários aos Evangelhos dominicais. Tempo Comum. Ano C. Città Del Vaticano-São Paulo: LEV; Lumen Sapientiae, 2012, v. VI, p. 151.
2 MORAZZANI ARRÁIZ, Pedro Rafael. Quem como Deus? In: Arautos do Evangelho. São Paulo: n.69, set. 2007, p.19.
3 CORRỆA DE OLIVEIRA. Plinio. O adversário. In: Dr. Plinio. São Paulo: Retornarei, n. 56, nov. 2002, p. 30.
4 SAN BERNARDO. Omelia in lode della Vergine Madre.
[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]
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