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Decalogo della preghiera in Sant’Agostino

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Aleteia - pubblicato il 29/12/17
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“Pregare è amare e lasciarsi amare da Dio”1. La preghiera è un dono di Dio, per cui l’uomo deve chiederla come un mendicante. Sia ricco sia povero, l’uomo davanti a Dio sarà sempre un mendicante. La preghiera, per Sant’Agostino, parte da questo preambolo (Homo mendicus dei: En in Ps. 29, 2, 1; Sermo 56, 9; Sermo 61,4).

2. La preghiera è esercizio di umiltà, partendo dall’autoconoscenza davanti a Dio:

— “O Dio che sei sempre lo stesso, che io conosca me, che io conosca te” (Sol 2,1).
— “Dio resiste ai superbi; agli umili invece dà la sua grazia” (1 Pt 5,5).

3. La preghiera è opera dello Spirito Santo, che grida dentro di noi (Rm 8,26) perché riceviamo le parole e la voce per pregare davanti a Dio.

— ” La carità stessa gemela carità prega; di fronte ad essa colui che l’ha data non può chiudere le orecchieSta sicurola carità stessa prega; e ad essa sono intente le orecchie di Dio” (Ep. Io. tr. 6.8).
— “Dio ha riempito del suo Spirito i suoi servi perché lo lodassero” (En. in Ps. 144,1).

4. La preghiera è un esercizio di riconciliazione, di raccoglimento interiore. Bisogna entrare nel proprio cuore evitando la dispersione, per incontrarsi con Cristo, Maestro interiore.

— “Non andare fuori di te, rientra in te stesso: nell’uomo interiore abita la verità” (De Vera religione 39, 72).
— “Tu infatti eri all’interno di me più del mio intimo e più in alto della mia parte più alta” (Conf. 3, 6, 11).

5. La preghiera è un esercizio d’amore

a) Pregare è amare e lasciarsi amare da Dio.
— “Abbracciando Dio che è amore, abbracci Dio per amore” (De Trin 8, 8, 12).

b) Pregare è amare e lasciarsi trasformare da Dio nella preghiera dal fuoco del suo amore, lasciando le cose della terra e riempiendosi di Dio:
— “Ami la terra? Sarai terra. Ami Dio? Che dirò? Sarai Dio? Non oso dirlo, ma ascoltiamo la Scrittura che dice: Io ho detto: Siete dèi e figli dell’Altissimo” (Ep. Io. tr. 2, 14).

c) Pregare è amare, per svuotarsi dell’amore del mondo e riempirsi di Dio:
— “Non amare il mondo. Scaccia l’amore malvagio del mondo, per riempirti dell’amore di Dio. Sei come un vaso che è ancora pieno; butta via il suo contenuto, per accogliere ciò che ancora non possiedi” (Io. ep. tr. 2,9).

d) Pregare è amare, per attaccarsi a Cristo dimenticando tutto il resto. Tutto diventa relativo, quando partendo dalla preghiera si ama profondamente Cristo:
— “Quando mi sarò unito a te con tutto me stesso, non esisterà per me dolore e pena dovunque. Sarà vera vita la mia vita, tutta piena di te. Tu sollevi chi riempi; io ora, non essendo pieno di te, sono un peso per me” (Conf. X, 28, 39).
— “L’amore è la voce che loda Dio” (En in Ps. 117,23).

6. La preghiera è un dialogo d’amore con Dio

a) Si dialoga ascoltando e rispondendo alla Parola di Dio:
— “La tua preghiera è la tua parola rivolta a DioQuando leggi è Dio che ti parlaquando preghi sei tu che parli a Dio” (En in Ps. 85,7).

b) Si dialoga per incontrare Dio e lo si incontra per continuare a cercarlo con più amore.
— “Perché lo si cerca per trovarlo con maggior dolcezza, lo si trova per cercarlo con maggiore ardore” (De Trin. 15,2).

7. La preghiera è l’incontro con la volontà di Dio

a) Pregare per non resistere alla volontà di Dio:
— “Che significa allora: Sia fatta la tua volontà? Si compia, perché io non mi opponga alla tua volontà” (Sermo 56,7).
— “Servo tuo più fedele è quello che non mira a udire da te ciò che vuole, ma volere piuttosto ciò che da te ode” (Conf. X, 26, 37).

b) Pregare per mettere la mia vita nelle mani di Dio, sapendo che è lui che mi rende capace di compiere la sua volontà.
— “Dà ciò che comandi e comanda ciò che vuoi” (Conf. X, 29, 40).
— “Non farai vera preghiera, se non reciti questa preghiera (il Padre Nostro); se ne reciti un’altra, egli non ti esaudisce, perché non è quella che ti ha prescritto il Legislatore, da lui mandato. È perciò necessario che, anche quando diciamo parole nostre nella preghiera, le conformiamo a quella preghiera, e quando ne ripetiamo le stesse parole, intendiamo bene quel che diciamo” (En in Ps. 103, s I, 19).

8. La preghiera è il desiderio innamorato di Dio

a) È parte della preghiera continua. Non si smette mai di pregare se non si smette mai di desiderare Dio.
— “C’è un’altra preghiera interiore che non conosce interruzione; ed è il desiderio. Qualunque cosa tu desideri, non smetti di pregare. Se non vuoi interrompere la preghiera, non cesserai mai di desiderare” (En in Ps. 37,14).
— “Preghiamo sempre in questa stessa fede, speranza e carità, con desiderio ininterrotto. Ma in certe ore e in determinate circostanze, ci rivolgiamo a Dio anche con le parole, perché, mediante questi segni, possiamo stimolare noi stessi” (Epistula 130, 9, 18).

b) La preghiera è il “grido del cuore”:
— “La preghiera è un grido che si leva al Signore; ma se questo grido consiste in un rumore di voce corporale senza che il cuore di chi prega aneli intensamente a Dio, non c’è dubbio che esso è fiato sprecato. Se invece si grida col cuore, per quanto la voce del corpo resti in silenzio, il grido, impercettibile all’uomo, non sfuggirà a Dio” (En in Ps. 118, s.29, 1).

9. Pregare è sentirsi Chiesa e comunità

Il cristiano non è mai solo perché fa parte del mistero della Chiesa, del Corpo di Cristo.

— “Nostro sacerdote, Cristo prega per noi; nostro capo, egli prega in noi; nostro Dio, noi lo preghiamo; riconosciamo in lui le nostre voci, e la sua voce in noi” (En in Ps. 85,1).
— “Noi preghiamo per il genere umano, preghiamo per il mondo intero, per tutte le genti, per quanti ogni giorno si mettono a sostenere che Dio non è retto e che non giudica rettamente: lo facciamo perché una buona volta si correggano e, divenuti retti nel cuore, si volgano alla sua rettitudine” (En in Ps. 103,13).

10. Pregare è elevare il cuore a Dio

Sant’Agostino commenta continuamente le parole della celebrazione dell’Eucaristia “in alto i nostri cuori”. Pregare è permettere che il cuore ascenda a Dio, cercando le cose del mondo intero, non quelle della terra, con un desiderio innamorato di Dio:
— “È l’ascesa dalle cose terrestri a quelle celesti; la ricerca delle cose più elevate, il desiderio delle cose invisibili” (Sermo 73, 2).

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]