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Celebrare il Natale come G.K. Chesterton

Michael Rennier - pubblicato il 24/12/17

Possiamo far crescere il nostro amore per il Natale un po’ ogni anno se prendiamo sul serio le nostre tradizioniIl famoso scrittore G.K. Chesterton amava molto il Natale. Come giornalista attivo per molti anni all’inizio del XX secolo, scrisse numerosi articoli, poesie e opere teatrali sul perché gli piaceva tanto, analizzando in modo molto dettagliato una grande varietà di temi collegati al Natale, come perché il tacchino a Natale è sempre tanto buono o perché Babbo Natale sembrava avere per lui un affetto speciale.

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Wikipedia CC

Col tempo Chesterton arrivò ad apprezzare il Natale ancor di più, e disse che lo valorizzava più di quando era bambino. È un’esperienza che condivido con lui, forse perché l’avidità pura e autentica che provavo da piccolo nei confronti di una pila di regali non mi riguarda più e ho imparato ad amare sempre più le tradizioni familiari di questa festività.

Amo vedere i miei figli che spargono carta da regalo ovunque e osservare il caos che creano affollandosi intorno all’albero quando lo decoriamo, tutti alla ricerca dei rami migliori per appendere le decorazioni. Amo mettere un vecchio disco di Natale di Dean Martin e ascoltarlo davanti all’albero illuminato.

Indipendentemente da come preferite celebrare il Natale, le tradizioni natalizie implicano una grande ricchezza di ricordi e d’amore. Chesterton diceva che amava il Natale non perché fosse frivolo, ma perché è molto serio, perché ha il serio compito di farci rimanere accanto ai nostri cari e avvicinarci tutti all’amore di Dio.

Per questo, le tradizioni natalizie dovrebbero essere affrontate ogni anno con freschezza. Chesterton ha alcune idee utili per prendere sul serio queste tradizioni, per mantenerle come qualcosa di essenziale e gioioso.

Aggiungete più dramma

Chesterton dice che “la gente si siede di notte finché sente suonare le campane, o cerca di dormire per poter vedere i regali la mattina dopo”. Per me è così. Quando ero bambino, ero così emozionato che riuscivo a malapena a riposare.

Ora che sono adulto, mi alzo presto per potermi sedere accanto all’albero con una tazza di caffè e vedere i bambini scendere al piano di sotto con gli occhi ancora assonnati. Tutta questa suspense rende il Natale molto “drammatico”. Il dramma è emotivamente soddisfacente, crea un senso di sollievo.

Per le vostre celebrazioni, aumentate il dramma e sottolineatelo. Nascondete il bambino Gesù fino alla mattina di Natale. Leggete il Canto di Natale di Dickens (che Chesterton adorava). Cantate canti natalizi insieme intorno al piano.

Qualunque siano le tradizioni che preferite, date loro un’autentica emozione drammatica, soprattutto al momento di sottolineare gli aspetti spirituali della festa, perché non c’è nulla di più drammatico della storia di vita reale del Natale.

Create un contrasto

Chesterton scriveva di amare “il semplice fatto che il Natale cada in inverno”. Il contrasto creato celebrandolo in inverno, stagione fredda e oscura, “preserva tutto il meglio”. Se ci pensate, ci sono molti contrasti: giornate brevi e oscure con luci natalizie, tempo freddo con camini caldi, un bambino che tace in un presepe con migliaia di angeli che cantano lodi, o il fatto stesso di dare e ricevere regali.

Vorrei tagliare personalmente il nostro albero, perché implica passeggiare per i campi gelati del vivaio, gattonare fino alla sua base per chiuderlo e trascinarlo verso la macchina. Poi c’è il contrasto di decorarlo in casa alla luce del camino mentre beviamo una tazza di cioccolata calda.

Il Natale è bello perché ci avvicina alla casa e al camino, ai pasti familiari in stanze con le finestre ghiacciate, e ci fa uscire a mezzanotte per la Messa prima di tornare ad accoccolarci nella calda comodità dei nostri letti per attendere la luce del mattino.

Le tradizioni natalizie sottolineano questo contrasto, sia il fatto che il mondo è un’avventura meravigliosa e selvaggia che il fatto che è un luogo in cui costruiamo la nostra casa accanto a coloro che amiamo.

Godetevi l’autenticità

“La gente sta perdendo la capacità di godersi il Natale perché lo ha identificato con l’allegria”, scrive Chesterton. “Una volta che ha perso di vista l’antico suggerimento per cui il motivo è qualcosa che accade, si ferma a pensare con stupore se avviene davvero qualcosa”.

In altre parole, il Natale non è un godimento frivolo per il bene del mero festeggiamento. Si festeggiano una persona e un evento reali, e questo ha forti ripercussioni sulla nostra vita.

Per ricordare questo, raccontate storie su San Nicola, sulla narrazione della Natività di San Luca o anche sul fantasma dei Natali passati. Assicuratevi che la vita di questi giorni sia diversa, perché non sono affatto giorni ordinari. Il Natale non è una festa qualsiasi inventata dalle aziende di biglietti d’auguri, e per quanto l’abbiamo commercializzato supera ancora i limiti della nostra immaginazione.

Per me è molto triste che il Natale si riduca a qualche film, fare acquisti nei centri commerciai e sedersi accanto a Babbo Natale o ai Re Magi. Questi giorni significano molto di più! Chesterton lo riassume profondamente nella sua poesia I Re Magi: “Il cielo intero grida e trema perché Dio in persona è nato di nuovo”.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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