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Come rapportarsi alle persone che odiano il Natale?

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Dolors Massot - pubblicato il 22/12/17

Nel circolo familiare e di amicizie è molto probabile che ci sia qualcuno per il quale il Natale è un tormento. Ecco qualche suggerimento

Forse vi trovate già ad avere a che fare con questo problema. Si avvicinano le feste più sentite dell’anno e in ogni angolo del pianeta le famiglie preparano il modo per stare con i propri cari. La Vigilia, il giorno di Natale, l’ultimo dell’anno, Capodanno, l’Epifania…

In questi giorni tutti, chi più chi meno, si riuniscono con le persone più vicine. A volte è l’unica occasione per vedersi in tutto l’anno, e vale anche la pena di compiere un lungo viaggio per stare con la famiglia o tornare dal Paese in cui si è emigrati.

La “tristezza di Natale”

Vi è già successo che qualcuno rifiuti di partecipare alla cena di famiglia perché per lui il Natale è un tormento?

I dati che apporta la medicina segnalano che molte persone con problemi psichiatrici hanno difficoltà a gestire il Natale, e nei giorni in cui le famiglie si riuniscono e sembra esserci più gioia sono invece invase da un terribile senso di solitudine e tristezza. Alcuni definiscono questa situazione “Christmas blues”, “tristezza di Natale”.

Verónica Alcalá Herrera, docente della Facoltà di Psicologia dell’Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM), ha segnalato come causa di questa “tristezza di Natale” il disturbo affettivo stagionale che provoca il minor numero di ore di sole, e quindi l’inferiore fabbricazione di melatonina. A questa causa chimica potremmo aggiungere la componente affettiva.

Juan Manuel Tong Payán, direttore operativo della Direzione Generale per la Salute Mentale e le Dipendenze del Messico, ha reso noto che i sintomi depressivi – che interessano 300 milioni di persone in tutto il mondo – si aggravano particolarmente nel periodo natalizio. “Abbiamo una grande richiesta di visite mediche per questi motivi, con un aumento del 10-15%”, ha segnalato.

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Tommaso79 / Shutterstock

È una realtà che non possiamo ignorare. Il Natale è per tutti, e deve esserlo anche la celebrazione, per quanto è possibile.

Per alcuni il Natale è il momento in cui si acutizza un dolore: l’anniversario della morte di un familiare molto caro, una rottura sentimentale… Non c’è neanche la voglia di compiere un bilancio dell’anno in cui se n’è andata una persona a cui si era particolarmente uniti.

Si può fare qualcosa per migliorare la situzione?

Ovviamente sì. La famiglia che progetta bene le sue riunioni nei giorni di festa ha un successo assicurato a lungo termine. Non lo dicono gli studi sociologici, ma lo corrobora l’esperienza.

Ecco qualche suggerimento per queste situazioni:

1. Considerate le dimensioni reali del problema. Date un nome e un cognome alla persona o alle persone che si rifiutano di festeggiare il Natale perché odiano le feste. A volte è lo zio, ma ciò non vuol dire che odino il Natale anche la zia e i cugini. Può essere che cambiando prospettiva la zia e i cugini siano lieti di venire (se lo zio cede).

2. Intavolate una conversazione (più o meno) profonda con la persona che odia il Natale. Prima che arrivi la cena della Vigilia o l’incontro del giorno dell’Epifania, cercate di fare uno sforzo per parlare con lei. Invitatela per un caffè o chiamatela al telefono. Il faccia a faccia la aiuterà a sentirsi a proprio agio per esprimersi.

In quel dialogo deve poter esprimere cosa le fa male e perché, deve poter aprire la ferita e mostrare la portata del suo dolore. Le persone provano sollievo condividendo le proprie pene. Dev’essere una condivisione sincera da parte nostra, non per frugare nel dolore o per spettegolare sui dettagli di quella disgrazia.

3. Fate sì che sia la persona a vedere se è corretta la relazione che stabilisce tra il Natale e la sua disgrazia. Piangere per un familiare non è lo stesso che farlo per la morte dell’animale domestico. Gli animali domestici danno dispiacere, ma bisognerà capire se quella tristezza è proporzionale a quella che procuro alla mia famiglia se non assisto alla convocazione annuale.

Ci sono comunque dolori davvero profondi che richiedono il proprio tempo, e bisogna saper rispettare anche il lutto e il bisogno di solitudine.

Dall’altro lato, a volte ci sono motivi esterni che provocano dolore e ai quali si può rimediare. Ad esempio, se una certa casa provoca la nostalgia di una persona cara, forse è raccomandabile che un anno si scelga un altro luogo per i festeggiamenti.

4. Rendete la persona imprescindibile. Mia zia Pilar è felice ogni volta che le chiedo di preparare la salsa romesco, tipica della nostra zona, e vive a 130 chilometri di distanza!

5. Una persona che vi vuole bene non dirà mai di no a una domanda che ha davvero senso: “Papà, sto molto male da tempo, non potresti incaricarti tu di raccogliere i regali a casa dei cugini prima di venire a cena?” “Andrés, non puoi mancare. Ho bisogno che tu mi dia una mano nella scelta dei vini”. “Zia Ana, la ragazza che ci presenterà Jaime è giapponese e tu almeno hai fatto un corso di ikebana”.

6. Aiutate la persona a dimenticare per un giorno il suo problema o a minimizzarlo. In una conversazione personale, ditele che le servirà per ossigenare il cuore, che altre persone della famiglia desiderano vederla da tempo… E quando è già in casa, mettetevi d’accordo con qualche familiare perché le stia particolarmente accanto.

7. Se la persona soffre di una malattia psichiatrica come la depressione, parlate prima con lei di quanto possa essere curativo quel giorno. La (cattiva) solitudine la danneggia, mentre incontrarsi con persone che le vogliono bene può essere un balsamo sulle ferite. Lasciatele decidere qualcosa: a che ora l’andrete a prendere a casa, accanto a chi desidera sedersi e vicino a chi non vorrebbe stare…

8. Se c’è della musica, il volume non sia troppo elevato.

9. Se si sente schiacciata, ci sia un luogo dove prendere aria (un balcone, un giardino…)

10. Se la persona non ha alcuna malattia ma è chiusa nelle sue preoccupazioni, stabilite piccoli trucchi con altri familiari perché nella festa quella persona si dimentichi di sé. Cercate temi di conversazione che le interessino. Non importa se bisogna parlare dei vostri disastri nel fai-da-te.

10. Anche se alla fine non va alla festa, sappia che vi siete ricordati di lei. Tenete da parte un po’ di dolce per lei e portateglielo appena potete.

11. Al di sopra di tutto, lasciate che la persona decida liberamente. Quello che è in vostro potere è fare tutto il possibile perché possa avere il Natale familiare che le spetta. Se qualcuno rifiuta l’offerta, non sta a voi obbligarla a goderne, perché sarebbe un controsenso.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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