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I corpi dei santi sono sacri

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mo pie/Flickr

Ary Waldir Ramos Díaz - pubblicato il 19/12/17

Il Vaticano proibisce il commercio e la vendita delle reliquie

Le reliquie nella Chiesa: autenticità e conservazione è il titolo del nuovo documento della Congregazione delle Cause dei Santi del Vaticano, che sostituisce l’Appendice dell’Istruzione Sanctorum Mater.

Nell’Istruzione si sottolinea che sono assolutamente proibiti il commercio – ovvero lo scambio di una reliquia in specie o denaro – e la vendita delle reliquie – ovvero cedere la proprietà di una reliquia in cambio del suo valore stabilito con un prezzo –, così come la loro esposizione in luoghi profani o non autorizzati.

In altre parole, i corpi dei santi sono sacri. Si ribadisce così che il commercio ad esempio delle ossa, come accadeva nel Medievo, o più di recente al mercato nero è una pratica proibita. Lo stesso accade con gli oggetti che ha usato un santo. Il culto delle reliquie richiede un’autorizzazione da parte della Chiesa.




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In questo modo, nell’Istruzione si ricorda la disciplina relativa ai resti mortali dei Servi di Dio e dei Venerabili, di cui sono in corso le cause di beatificazione e canonizzazione.

Allo stesso modo, si indica che finché non vengono elevati all’onore degli altari i loro resti mortali non possono godere di alcun culto pubblico, né dei privilegi riservati solo al corpo di chi è stato beatificato o canonizzato.

La Congregazione delle Cause dei Santi ha sollecitato una serie di passi per ottenere il consenso alla venerazione e al trasferimento delle reliquie.

Nella Chiesa cattolica, le reliquie hanno sempre ricevuto particolare attenzione. Il nuovo documento che sostituisce l’Appendice dell’Istruzione Sanctorum Mater ha come destinatari “i Vescovi diocesani, gli Eparchi, quanti ad essi sono equiparati dal diritto”.




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In passato, il Vaticano aveva avvertito i cattolici del fatto che comprare reliquie è un sacrilegio, sulla scia dell’auge che aveva avuto la compravendita sui siti Internet di piccoli pezzi di vestiti usati da San Giovanni Paolo II e ovviamente di parti della Sacra Sindone di Torino.

È anche disapprovata la venerazione come se fosse una reliquia di oggetti che si deduce siano stati utilizzati da Papa Francesco, come nel caso di zucchetti, casule o stole, tra altri oggetti commercializzati per truffare i fedeli, come ha denunciato la stampa italiana in alcune occasioni.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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