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Perché nel presepe inseriamo certi personaggi se nei Vangeli non vengono menzionati?

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Philip Kosloski - pubblicato il 18/12/17
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Ripercorriamo in dettaglio la scena tradizionale della Natività e gli elementi che la compongonoDa quando San Francesco ha inaugurato la prima scena della Natività, varie culture di tutto il mondo hanno apportato elementi particolari alla tradizione natalizia popolare, ma ci sono alcuni aspetti comuni che rappresentano varie parti della storia della Natività.

Stalla o grotta

San Luca spiega che Maria “diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo” (Luca 2,7). Il passo non menziona una stalla come la conosciamo al giorno d’oggi, e all’epoca gli animali erano tenuti nelle grotte.

Per molto tempo nella storia della Chiesa le rappresentazioni della nascita di Gesù includevano una grotta, e alcune scene della Natività conservano questa tradizione. Gli artisti cristiani, però, hanno finito per inserire la nascita di Gesù in un contesto moderno, e quindi è nata la “stalla”, che è diventata una parte centrale della scena della Natività.

Asino

Nei racconti biblici non si menziona alcun asino, ma un antico documento chiamato Protovangelo di Giacomo racconta che Giuseppe fece salire Maria su un asino per affrontare il lungo viaggio che li attendeva. All’epoca gli asini erano un mezzo di trasporto comune, e vista la distanza che dovevano percorrere aveva perfettamente senso. Per questo motivo nelle scene della Natività appare sempre l’asino, quello che portò la Madre di Dio (e Dio stesso nel suo grembo).

Bue

In un documento extrabiblico diverso, lo scrittore dice che alla nascita di Gesù era presente un bue. Probabilmente questo fatto deriva dalle parole del profeta Isaia, che scrisse: “Il bue conosce il proprietario e l’asino la greppia del padrone, ma Israele non conosce e il mio popolo non comprende” (Isaia 1, 3). In questo passo, si vede che gli animali sanno chi è il Signore, ma il resto del mondo si è ribellato a Lui.

Maria e Giuseppe

Le due figure principali della scena della Natività appaiono in genere inginocchiate di fronte alla mangiatoia in cui giace Gesù. Entrambi sono in atteggiamento di preghiera e meraviglia di fronte al mistero che è appena avvenuto davanti ai loro occhi.

Pastori

Seguendo la narrazione biblica, i pastori sono un elemento essenziale di qualsiasi scena della Natività, e la loro presenza corrisponde a questo passo del Vangelo di Luca: “’Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere’. Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia” (Luca 2, 15-16).

Angeli

Anche se non vengono menzionati esplicitamente nella scena del presepe, gli angeli sono presenti e proclamano “¡Gloria in excelsis Deo!”: “E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama” (Luca 2, 13-14).

I tre Re Magi

Matteo descrive che i magi vennero da Oriente per far visita a Gesù, e anche se nella narrazione biblica non è specificatamente menzionato quanti fossero, il numero 3 si basa sulla quantità di doni offerti: “Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra” (Matteo 2, 11).

Elementi aggiuntivi

In vari Paesi, nella scena tradizionale della Natività vengono inclusi altri elementi. In Italia, un presepe include tutto un villaggio con molte persone impegnate nei loro compiti quotidiani. L’architettura è speso medievale e di un periodo diverso, ma spicca il fatto che anche noi possiamo essere presenti alla nascita di Gesù e dargli il benvenuto nella nostra vita.

In Polonia, lo szopka include una cattedrale decorata basata sull’architettura gotica, a ricordarci che la nascita di Gesù non è stata solo un fatto storico, ma qualcosa che attraversa tutte le epoche e raggiunge tutti i cuori.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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