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Sacerdote figlio di padre suicida lancia un libro illuminante: “E vennero lasciati indietro”

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Aleteia Brasil - pubblicato il 14/12/17

“Una riflessione sul fenomeno del suicidio”, che distrugge una vita ogni 40 secondi

Avete notato che negli ultimi tempi è aumentato il numero di reportage sul suicidio, soprattutto tra adolescenti e giovani? Fenomeni come la “sfida della balena azzurra” hanno spinto a cercare queste parole-chiave su Internet, ma lo scenario è ben più esteso e complesso di quello di una “semplice” tendenza estemporanea.

Un approccio delicato, profondo e olistico al tema viene proposto nel libro E foram deixados para trás – Uma reflexão sobre o fenômeno do suicídio (E vennero lasciati indietro – Una riflessione sul fenomeno del suicidio), scritto dal sacerdote brasiliano Licio de Araujo Vale, che ha un baccalaureato in Filosofia conseguito presso la Pontificia Università Cattolica di San Paolo e uno in Teologia conseguito presso la Facoltà di Teologia Nossa Senhora de Assunção.

È sacerdote diocesano dal 1983, incardinato nella diocesi di São Miguel Paulista (San Paolo). Dal 1996 al 2003 è stato segretario esecutivo della Regional Sul 1 della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB). Oggi è parroco della parrocchia della Sacra Famiglia nella diocesi di São Miguel Paulista.

Essendo figlio di un suicida, padre Licio affronta la questione partendo dalla sua esperienza personale e pastorale, basandosi anche su ricerche e testimonianze che danno un a base solida al testo.

“L’idea di scrivere queste pagine è nata dal desiderio di contribuire a gettare una luce sul problema del suicidio, collaborare perché se ne parli di più, aumentare la consapevolezza, condividere come figlio l’esperienza vissuta dalla mia famiglia, cooperare al superamento del tabù in relazione al tema, difendere la vita e divulgare l’importanza della prevenzione”, ha spiegato il presbitero.

Nella prima parte padre Licio presenta delle statistiche che fanno rabbrividire:

  • L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che al mondo si verifichi un suicidio ogni 40 secondi;
  • In tutto il mondo, secondo l’ONU (dati del 2012), i suicidi sono ogni anno più di 800.000;
  • Il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani dai 15 ai 29 anni;
  • In base alle cifre ufficiali, ogni giorno si suicidano 32 brasiliani, un tasso superiore alle vittime dell’Aids e della maggior parte dei tipi di cancro.

Il libro di padre Licio ha una prefazione dello psichiatra Neury José Botega, una delle maggiori autorità brasiliane negli studi sul suicidio e sulle pratiche per prevenirlo.

Professore dell’Università Statale di Campinas, fondatore dell’Associazione Brasiliana di Studi per la Prevenzione del Suicidio (ABEPS) e consulente scientifico del Centro di Valorizzazione della Vita (CVV), Botega propone, come aiuto per la prevenzione, i tre passi che abbrevia come “ROC”: Risco (Rischio), Ouvir (Ascoltare), Conduzir (Guidare), ovvero prestare attenzione agli indizi del fatto che qualcuno progetti di uccidersi, ascoltarlo senza giudicare e guidarlo a cercare un aiuto professionale.

Circa le famiglie che hanno vissuto il trauma di un suicidio, Botega afferma che “il dolore provocato da un suicidio è messo a tacere nella vita delle persone e nascosto nella storia delle famiglie (…). Il processo del lutto per un suicidio è ben più difficile, proprio per i sentimenti e l’imbarazzo suscitati da questo tipo di morte”.

Il dolore di chi resta è affrontato da padre Licio da varie prospettive, includendo quelle delle varie religioni: cattolicesimo, protestantesimo storico, pentecostale e neopentecostale, ebraismo, islam, buddismo, spiritismo, umbandismo e candomblé. Il sacerdote parla anche del suicidio dei leader religiosi, un tabù affrontato ancora meno.

Padre Licio parla anche di come riprendere a vivere dopo il lutto, con un intero capitolo dedicato alla ricerca di aiuto.

L’opera offre informazioni tecniche e dati relativi a considerazioni rilevanti dei punti di vista emotivo e religioso, cercando di ampliare la comprensione del tema, aumentando così le possibilità di salvare chi viene spinto dalla disperazione a considerare il suicidio l’unica via d’uscita.

Per il sacerdote, l’informazione, l’ascolto qualificato e l’assenza di pregiudizi sono mezzi che salvano vite umane.

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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