Aleteia logoAleteia logoAleteia
giovedì 18 Aprile |
Aleteia logo
Cultura
separateurCreated with Sketch.

Cosa è la Provvidenza divina? La testimonianza di Eugenio Corti è la migliore risposta

Eugenio Corti

©B.CANNARSA-OPALE

Gelsomino Del Guercio - Aleteia Italia - pubblicato il 14/12/17

Lo scrittore ed eroe di guerra la percepiva ed era pronto anche a soffrire se il disegno di Dio lo prevedeva

Come farsi guidare dalla Provvidenza divina nei momenti più delicati della propria vita. Ad insegnarcelo è la storia dello scrittore ed eroe di guerra Eugenio Corti.

In Il ricordo diventa poesia. Dai Diari, 1940-1948 (a cura di Vanda Corti & Giovanni Santambrogio, edizioni Ares), Corti (che ha legato il proprio nome al romanzo Il Cavallo rosso) descrive gli orrori della Seconda guerra mondiale e, in particolare, racconta gli avvenimenti vissuti in prima persona da giovane ufficiale impegnato sul fronte russo. L’esperienza di quei tragici anni diventa una profonda condanna e un netto rifiuto del totalitarismo.

Dall’università all’artiglieria

Corti dopo pochi mesi di vita universitaria, nel febbraio del ’41, fu chiamato alle armi e destinato al XXI Reggimento Artiglieria di Piacenza. Da lì passò alla Scuola Allievi Ufficiali di Moncalieri, da cui uscì con la nomina a Sottotenente d’Artiglieria. Alla conclusione del corso, essendo nel primo decimo della graduatoria, poté scegliere la destinazione al fronte; scelse il fronte russo, che raggiunse nel giugno ’42. Il suo scopo preciso era “conoscere il mondo comunista”.




Leggi anche:
Eugenio Corti: “ciascuno di noi è seguito dal Creatore”

Medaglia d’onore

Dopo aver stabilito il fronte sul Don, nella seconda metà di dicembre l’esercito italiano ricevette l’ordine di abbandonare le postazioni e di ritirarsi. Senza automezzi e senza alimenti sufficienti, i reparti italiani, quasi tutti appiedati, si avviarono a una tragica ritirata. Per il suo comportamento eroico, Corti fu decorato con la medaglia d’argento al valore militare.

Eugenio Corti
© Public Domain

Preghiera e Provvidenza

In ogni capitolo dei Diari, Corti si muove dentro lo sguardo della fede. Due presenze danno a essa espressione: la preghiera, con la centralità della Messa, e la Provvidenza, entrambe chiarissime nella coscienza di Corti fin dalla giovinezza grazie alla testimonianza della madre, figura determinante nella sua formazione, e dell’austero padre. Alla preghiera si affida prima di prendere una decisione per poi abbandonarsi alla volontà di Dio da ringraziare sempre perché è “il Creatore Onnipotente” (10 gennaio 1941).




Leggi anche:
Eugenio Corti, testimone prezioso

Un disegno speciale…

Basti questo passo, breve ed eloquente: “Certo… la Provvidenza ha dei disegni speciali su di me. Alle volte io tremo al pensiero della mia indegnità anche ad essere solo un mezzo nelle mani del Signore. […] e allora prego e mi agito, e invoco il Cielo, finché ecco, un aiuto palese della Provvidenza in un qualsiasi caso, mi rende certo che la Sua mano mi dirige sempre sulla stessa strada, allora sono felice” (21 gennaio 1941).

Quanto accade viene visto e giudicato come disegno divino da accogliere.

“Accetto anche il dolore della ferita…”

Scrive il 27 febbraio 1941 alla vigilia della partenza per la guerra:

“Facemmo varie fotografie in gruppo. Questa sera al piano rialzato manca la luce elettrica, così che questo ultimo capitolo di diario son costretto a scriverlo a lume di candela… Termino con una preghiera: o Signore, sto per incominciare questa grande fase di vita che Tu mi hai mandato. Essa serba tanti pericoli, o Signore: aiutami Tu, per l’intervento della Madonna, a superarli. Io so che nessun uomo, da solo, può resistere al male. Nei giorni futuri potrò provare l’orrore della guerra: non permettere o Signore ch’io rimanga sul campo. Se è nei Tuoi disegni ch’io provi il dolore della ferita, o lo strazio della prigionia, ebbene, sia, l’accetto fin d’ora. Ma non volere, o Signore, ch’io perda la vita, non volerlo, perché io possa tornare e presa la penna cantare le gesta d’una Nazione che tanto T’amava e che è stata schiacciata; non volere perché non vada perduto per sempre il valore, la nobiltà, l’onore di una terra santa, di quella terra che forse più di tutte ti ha amata e che or più di tutte soffre (la Polonia)”.




Leggi anche:
Il prete del romanzo “Cavallo Rosso” compie un secolo di vita

L’azione di Dio

La presenza della Provvidenza spunta da ogni pagina dei Diari. Sta nell’animo profondo di Corti che trasferisce al racconto dei fatti quotidiani la percezione che Dio stia agendo. In alcuni passaggi la Provvidenza, invece, viene citata esplicitamente e descritta nel suo operato: “In questa mia partenza per la guerra, in questi mesi di nuova vita che sto per affrontare, vedo la mano della Provvidenza… La Provvidenza mi ha aiutato, ci sono riuscito” (27 febbraio 1941).

Il ritorno dal Fronte

Qualche mese dopo, mentre sta brigando per andare in Russia, scrive: “A ogni modo ho invocato questo dalla Provvidenza: che se casomai io ho sbagliato nel prendere questa decisione, pensi Essa a impedirmi di partire, facendo sì che la mia domanda non approdi a nulla” (3 luglio 1941).

E nel 1943, rientrato a Besana, dopo una lunga convalescenza trascorsa all’ospedale militare di Merano per riprendersi dalla ritirata di Russia, annota: “Eccomi di nuovo a casa. La vita passa. Io l’accettavo con mano larga. Ciascuno è spinto dalla sua Provvidenza”.




Leggi anche:
Arrenditi! E fai entrare in gioco la Provvidenza

ACQUISTA QUI IL VOLUME

Tags:
divina provvidenzaprovvidenza
Top 10
See More