Una edizione con al centro il tema delle migrazioniRiparte, nella sua 21esima edizione, il “Tertio Millennio Film Fest“, il festival internazionale del dialogo interreligioso, in programma dal 12 al 16 dicembre a Roma e dedicato quest’anno al tema “È tempo di migrare. Memoria, identità, relazioni” con una proiezione speciale di apertura La Villa di Robert Guédiguian, pellicola già acclamata da critica e pubblico alla scorsa Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il film, proiettato ieri sera al Cinema Trevi (a Roma), è stato introdotto dallo stesso regista con la moglie (e musa) Ariane Ascaride.
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“Il confronto tra le religioni non è qualcosa da specialisti – aveva detto monsignor Davide Milani, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo a Radio Vaticana -, qualcosa che riguarda solo gli studiosi, ma riguarda la vita di ciascuno, perché ognuno di noi, svolgendo le normali azioni quotidiane, si confronta con gli altri, che portano nativamente una loro religione, una loro cultura. La religione non è qualcosa che sta sopra i capelli delle persone, ma è dentro la loro vita e dovrebbe formare ogni azione dell’uomo”.
Tutti i film in programma, accomunati dal tema di questa edizione, affrontano questioni spinose e controverse su cui spesso ci si divide: guerra, fondamentalismo religioso, famiglia, infanzia, accoglienza, dialogo, malattia. Tematiche su cui il Festival vuole intervenire dimostrando che l’arte cinematografica può interpretare e interrogare i nostri giudizi e proporre delle soluzioni, un concetto espresso ieri anche dalla protagonista de La Villa, Ariane Ascaride, che sostiene come “l’arte è importante per cambiare il mondo” a cominciare dalla sua percezione, sulla stessa lunghezza d’onda il regista Robert Guédiguian che spiega come “il cinema debba saper fare delle proposte, trasformare cose improbabili in cose possibili”.
Un film – La Villa – molto intenso, pieno di humor amaro e di spirito francese, snob e popolare insieme, in cui tre fratelli si ritrovano al capezzale del padre colto da malore, nei giorni della cura essi ritrovano i pensieri e i ricordi della loro gioventù felice, degli insegnamenti paterni (contrario alla gentrificazione del piccolo villaggio sulla Costa Azzura francese) e offre loro l’occasione di sanare vecchie ferite anche grazie ad alcuni incontri inaspettati che cambiano i loro paradigmi e le loro priorità esistenziali, ricostruendo i legami familiari e abbandonando ciò che è effimero. Speriamo di vederlo presto nelle sale italiane.