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Educare senza timore è follia

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Silvana De Mari - pubblicato il 11/12/17

Non è sano eliminare totalmente la vergogna, il dolore, la paura. Da esse si impara il coraggio

Noi siamo anche il nostro lato oscuro.

Senza il nostro lato oscuro non siamo perfetti, siamo incompleti, atrocemente zoppi e si dice zoppi non diversamente abili.

Nel Vangelo c’è scritto zoppo, cieco e muto: quelle sono le parole del dolore, perché il dolore può essere consolato e può anche renderci forti come lo sono le spade di acciaio temprate nel fuoco, ma a patto di non negarlo, di guardarlo in faccia.
Il lato demente della nostra epoca è l’eliminazione del dolore. Tutto. La vergogna è dolore. La paura è dolore. Quindi li eliminiamo.
Eliminiamo il lato oscuro
Schiacciare un bambino con la vergogna è un gesto grave, che lo renderà insicuro.

Permettere a un bambino di non provare mai vergogna è un comportamento folle che lo spingerà verso il disturbo narcisistico di personalità e il disturbo antisociale, ampollosi termini in psicologichese con cui oggi si indica il piacere di fare il male.




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Quanto la mia cagnolina Favola è scappata in mezzo alle vigne con il labrador della vicina di casa mentre era in calore e mi ha scodellato i cuccioli, sono rimasta ammirata per la sua capacità di fare la cosa giusta al momento giusto.

Quando i cuccioli erano piccolissimi per loro era dolcissima, quando sono stati più grandi lei li metteva in riga quando sgarravano a sganascioni e ringhiando. Si rifugiavano sotto il termosifone. Quindi il processo educativo necessita di amore, guida, accoglienza e timore.

Dove non c’è timore non può esserci processo educativo. Questo suona terribile. Il timore? No Mai.

E invece è così: il processo educativo necessita di timore, il timore di rabbuiare la mamma, il timore dell’insufficienza. Tra l’altro imparando a sfidare il timore si impara il coraggio.

Bambini di tre anni che tengono in pugno i genitori, sedicenni che informano che loro non andranno più a scuola? Questi figli sono stati allevati secondo i dettami della pedagogia demente: senza timore.


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Che nessuno si faccia illusioni: dove non c’è timore il processo educativo si ferma. Non può esserci solo timore come nella terrificante pedagogia cosiddetta nera (Shreber) ma non può esserci l’assenza del timore.

Un bambino è perfettamente in grado di tollerare il timore del padre o della madre. È la mancanza di processo educativo che lo annienta, lo riduce a un piccolo reuccio terrorizzato.

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