di Florentino Ulibarri
Questo è il tempo dell’attesa e del desiderio,
della speranza, di andare agli incroci e per le strade.
È un tempo per stare ad occhi aperti,
con lo sguardo ampio come l’orizzonte
e passi leggeri per le vie e le piazze.
È il tempo delle sale d’attesa,
di viaggi che arrivano a sorpresa,
di camminate lunghe e allegre,
di bei sogni che si realizzano
e di gravidanze piene di vita.
È tempo di annunci e sussulti,
di veglie, sentinelle e portatori di messaggi,
di trovatori, profeti e pellegrini,
e di tutti gli amanti dell’utopia
che vanno dietro alla stella che brilla.
È tempo di luci, lucerne e candele,
di porte e finestre socchiuse,
di sussurri, sentieri e barche,
di orme in cielo e sulla terra
e nel cuore delle persone.
È tempo di poveri e migranti,
di paria, esiliati e sfollati,
di persone mandate via dalle loro case
che si fradiciano in strada
e di tutti coloro che non hanno nome.
È tempo di chi non ce la fa e prega,
di famiglie che si rinnovano e si mantengono,
di chi discerne serenamente.
È tempo di andare per monti e valli,
di cantare per le carceri che si aprono,
di spezzare manette, catene e forze,
di mettersi corone di servizio e dignità,
e di maturare come le foglie che volano.
È tempo di Isaia e Giovanni il Battista,
di Maria e di Giuseppe, senza incubi,
imbarcati nell’avventura divina
e che passano vegliando le loro ore a Nazareth.
È un periodo che genera promesse.
È un tempo di buone notizie!
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]