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“Come un ditale finì col diventare il buon Dio”, l’inatteso incontro tra il Signore e dei bambini

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia Italia - pubblicato il 29/11/17

Un semplicissimo ditale che diventa…Dio. Anche un piccolo oggetto può diventare prezioso come il Signore. E nel momento in cui accade una cosa infelice come la perdita di questo caro oggetto, ecco l’intervento della Provvidenza.

Provate a leggere questa fiaba tratta da“Storie del buon Dio” (edizioni Paoline) del poeta e scrittore austriaco Rainer Maria Rilke.

Tutto iniziò come un gioco tra sette bambini. Portare Dio con sé per una settimana. Ogni giorno toccava ad un loro. Ma come identificare Dio? Un bambino raccontò:

“Ero nella mia camera da solo, accanto a me era accesa una piccola lampada. Stavo seduto sul letto e recitavo le preghiere della sera a voce molto alta. Qualcosa si mosse fra le mie mani giunte. Era tenero e caldo come un uccellino. Non potevo aprire le mani perché non avevo ancora finito l’orazione. Ma ero molto curioso e così mi sono messo a pregare in fretta. Quando finalmente sono arrivato all’amen ho fatto così” – il piccolo stese le mani e allargò le dita – “ma dentro non c’era nulla”.




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“Non può essere un animale”

Tutti potevano immaginarsi l’accaduto. Anche Hans non sapeva che cosa consigliare. Tutti lo guardavano. All’improvviso disse:

“Che sciocchezza! Qualsiasi cosa può essere il buon Dio, basta solo farglielo sapere”.

Si voltò verso un bambino dai capelli rossi, quello che gli stava più vicino.

“Non può essere un animale, scappa via. Ma un oggetto, vedi, rimane fermo: vai nella tua camera, d giorno, di notte, e l’oggetto è sempre lì. Dunque, il buon Dio può senz’altro essere un oggetto”.

A poco a poco gli altri se ne convinsero.

“Però ci serve un oggetto piccolo che si possa portare con noi ovunque, altrimenti è tutto inutile. Vuotate dunque le vostre tasche”.




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Un giorno ciascuno

Tra gli oggetti fu scelto un piccolo ditale. Se lo mise in tasca proprio Hans, perché toccava a lui iniziare il giro, gli altri bambini lo seguirono per tutto il giorno, orgogliosi di lui. E fu con grosse difficoltà che riuscirono ad accordarsi su chi lo avrebbe dovuto ricevere il giorno dopo. Hans però, nella sua previdenza, stabilì subito il programma per l’intera settimana, onde evitare che si verificassero litigi.

La scomparsa

Il mercoledì lo teneva Paul, il giovedì la piccola Anna. Arrivò il sabato. I bambini stavano rincorrendosi per gioco ed erano quasi senza fiato quando, a un tratto, Hans gridò:

“Chi ha il buon Dio?”

Tutti si fermarono. Si guardarono l’un l’altro. Nessuno riusciva a ricordare di averlo visto in quegli ultimi due giorni. Hans contò chi era di turno. Lo trovò: era la piccola Maria. Subito pretesero dalla bambina di vedere il buon Dio.

Che fare? La piccola frugò nelle tasche. Solo allora si ricordò che lo aveva ricevuto il mattino; ma adesso era scomparso, forse lo aveva smarrito durante il gioco.

Mentre tutti gli altri bambini se ne tornarono a casa, la piccola rimase sul prato e cominciò a cercare ma non riuscì a trovare il prezioso ditale.




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L’uomo della Provvidenza

Arrivò un altro uomo e si chinò verso la bambina:

“Che cosa cerchi?”

Maria – stava per piangere – si fece coraggio e con convinzione rispose:

“Il buon Dio”.

L’uomo sorrise, la prese semplicemente per ma- no e lei si lasciò condurre, come se ora tutto si fosse sistemato. “Guarda qui che bel ditale ho trovato oggi…”, l’uomo le mostrò lungo la via ».

La bambina ritrovò il sorriso, mente il nuvolone che copriva il cielo e minacciava la pioggia, fu trascinato via da nuvole ben più chiare e benigne.

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