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Chi è pigro non va in cielo

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Pascal Deloche / Godong

padre Paulo Ricardo - pubblicato il 28/11/17

Attenzione! C'è una pigrizia spirituale davvero disastrosa per la pietà

La Sacra Scrittura dice che l’ozio è il padre dei vizi, perché insegna molte cose malvagie (cfr. Siracide 33, 29).

Commentando questo passo, San Bernardo ha scritto:

“Il ferro si arrugginisce quando non si usa. L’aria si corrompe e genera malattie quando non viene cambiata per molto tempo. L’acqua senza corrente diventa fetida e vi si sviluppano gli insetti. Anche il corpo che si corrompe per la pigrizia diventa una fonte di tutte le inclinazioni negative. L’ozio è un cattivo consigliere. Per questo un Padre della Chiesa diceva: ‘Un uomo occupato ha solo un demonio che lo tenta. Il pigro ne ha cento’”.

La pigrizia è un grande male. È il padre di tutti i mali. Il pigro non entra in cielo. Solo chi lotta raggiunge il Regno dei Cieli.

Nel Vangelo, Nostro Signore ci parla della lotta, della penitenza, della croce, del sacrificio e della guerra contro le passioni. Come seguire il Maestro oziando?

Il pigro non può salvarsi. La pigrizia porta a tutti i vizi, alla miseria in questo mondo e alla condanna nel prossimo.

Attenzione! C’è una pigrizia spirituale davvero disastrosa per la pietà. È il male dei nostri giorni.

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“Una lettura interessante”, di Miguel Jadraque e Sánchez Ocaña

Molti cristiani non perseverano nella virtù per una pigrizia che li domina quando si tratta delle cose eterne, del sacrificio, della lotta per il bene.

E volete sapere quando ci domina questa pigrizia spirituale? Ecco i segnali:

Infedeltà continue nei confronti della voce della coscienza.
Segreto disprezzo per le persone pie.
Distrazioni volontarie e continue nella preghiera.
Sacramenti ricevuti con freddezza e senza frutto.
Noia nei confronti delle cose sante.
Innumerevoli mancanze ripetute e assenza di qualsiasi sforzo per correggersi.

Come uscire da questo triste stato?

Ci sono solo due risorse: lavoro e mortificazione.

Trascrizione e adattamento da Meu ponto de meditação, di padre Ascânio Brandão, Taubaté, Editora SCJ, 1941, p. 49 s.

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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