Leggere e raccontare storie rappresenta un momento significativo nella relazione con il bambino, e fa bene a tutti, a chi legge e a chi ascoltaFin dall’antichità, in tutte le culture la narrazione e la lettura di storie ad alta voce ha rappresentato uno strumento in grado di svolgere molti e diversi ruoli: divertimento, trasmissione di eventi e di valori, sperimentazione di emozioni, stimolazione del pensiero. Lo stesso accade nel bambino, durante il suo cammino evolutivo, quando ascolta una storia, una favola, con i suoi intrecci, personaggi, colpi di scena.
Cosa vuol dire raccontare una favola
L’adulto che legge ad alta voce per un bambino lo conduce attraverso un percorso che mette in moto una gamma di funzioni e capacità fondamentali per lo sviluppo: immaginazione, memoria, attenzione, concentrazione. Inoltre, arricchisce il suo linguaggio, favorisce la comprensione dei rapporti di causa-effetto e spazio-tempo. Quando a leggere poi è un genitore o una persona affettivamente significativa per il bambino, come può essere un nonno, questo momento può divenire molto significativo dal punto di vista della relazione, una sorta di appuntamento, uno dei “rituali” che scandiscono l’intimità della vita familiare, con un suo tempo e un suo spazio. Anche quando il bambino sarà poi in grado di leggere da solo, questo rito non perderà il suo fascino, in quanto non è un ascolto passivo ma un momento di piacere condiviso. Chi legge storie a un bambino dà grande valore alla parola, alla comunicazione e al suo potere (di evocare sensazioni, affetti, emozioni) e può costituire un ponte fra il bambino e il libro, facilitando la loro relazione e stimolando la successiva capacità autonoma di leggere. Per coltivare la passione per la lettura sarà importante anche che il bambino abbia disponibilità di libri in casa, che possa familiarizzare con essi (per i più piccoli anche attraverso un contatto fisico, sensoriale), affinché i libri diventino un oggetto del suo quotidiano. Leggere e raccontare storie fa bene a chi le ascolta ma anche a chi le racconta. L’adulto che legge per un bambino rientra in contatto con la propria infanzia e con la sua dimensione fantastica.
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