“I giornali al massimo ci ricordano cosa siamo diventati. E’ la memoria di chi siamo veramente che ci salva”. (don Luigi Maria Epicoco)In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. (Luca 21, 5-11)
Ci sembra spesso di essere ormai alle soglie della fine del mondo. Basta accendere un telegiornale per rendersi conto che tutto è così tremendamente precario: la pace, il clima, la crisi. Le nostre cronache sono piene di tragedia, e persino le buone notizie sbiadiscono davanti a fatti terrificanti che accadono ogni giorno. È proprio a questa “sensazione di fine” che il vangelo di oggi parla: “”Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. (…)Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine”. (…) “Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo”. Il mondo è questa mescolanza di buio e di luce, ma si sa che il buio fa più rumore della luce. Il dolore ha argomenti più convincenti del bene. Un telegiornale non camperebbe a lungo se desse solo buone notizie. Diventerebbe un Vangelo, e a noi piacciono le cronache nere, mica le buone notizie. Ecco perché siamo più propensi a leggere i titoli di un quotidiano che una pagina del Vangelo ogni giorno. Ma è il Vangelo che ci ricorda chi siamo veramente, i giornali al massimo ci ricordano cosa siamo diventati. E’ la memoria di chi siamo veramente che ci salva.
#dalvangelodioggi