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Amanda Booth sulla copertina di Vogue con il figlio con sindrome di Down: che bello!

AMANDA BOOTH

Jason Connolly - AFP

Silvia Lucchetti - Aleteia Italia - pubblicato il 28/11/17

La cover dell'ultimo numero dell'edizione olandese del giornale di moda mette per la prima volta in copertina una persona con trisomia 21

Una copertina bellissima quella dell’ultimo numero di Vogue Living Olanda che ritrae una mamma, la modella e attrice Amanda Booth, insieme a suo figlio Micah di tre anni, biondo come lei, con trisomia 21.

Un’immagine splendida che rappresenta un’assoluta novità: per la prima volta nella storia delle riviste di moda appare in copertina una persona con la sindrome di down.

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«È la prima volta che una persona con la sindrome di Down è in copertina su Vogue. Che onore!» ha commentato felice la modella sui social. Inoltre lei e il marito hanno una seguitissima pagina IstagramLifewithMicah dedicata al figlio, dove condividono i momenti della vita quotidiana di Micah, la bellezza dell’essere genitori, con lo scopo di mostrare come la vita di un bambino con sidrome di down non sia diversa da quella di tutti gli altri.

Anche il papà pieno di orgoglio ha dichiarato: «È meraviglioso. Grazie per avere dato voce ai nostri figli»(Vanityfair.it).




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La coppia è impegnata nelle associazioni che si occupano di persone con la sindrome di Down e nell’organizzazione di raccolte di fondi. Si augurano che il loro messaggio possa arrivare a tutti.

Amanda e Mike Quinones hanno mostrato coraggio fin dall’inizio, infatti dopo aver scoperto la gravidanza non hanno voluto effettuare gli screening prenatali solitamente proposti, perché, ha spiegato la modella «non ci avrebbe cambiato nulla» (Vanityfair.it). Che bello! Non trovate anche voi che sia una scelta controcorrente rispetto ai tempi in cui viviamo?

Così hanno scoperto solo alla nascita di Micah che c’era qualche problema anche se, oltre agli occhi a mandorla, la sua salute non presentava particolari situazioni che facessero immediatamente pensare alla trisomia 21. La diagnosi è arrivata quando il bambino aveva già tre mesi e dopo un momento iniziale di preoccupazione tutto è andato avanti serenamente:

«All’inizio ci siamo preoccupati, abbiamo pensato alle terribili cose cui sarebbe andato incontro. Ma poi, a mano a mano che i giorni scorrevano, ci pensavamo sempre di meno. Il nostro piccolo uomo è così incredibile che io dimentico completamente la sua sindrome di Down»(Vanityfair).

In un’altra intervista al magazine Mothermag.com Amanda ha aggiunto:

«Non sono concentrata a tracciare ogni piccolo progresso di Micah. Viviamo semplicemente la nostra vita, lui è nostro figlio». (Famigliacristiana.it)

“Lui è nostro figlio” una frase scontata forse, quasi banale, semplice, che racchiude però tutta la verità, il mistero della vita e dell’amore.

Qualche volta le copertine delle riviste di moda ci regalano emozioni uniche!

Tags:
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