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Il patrono dei motociclisti? Un monaco medievale!

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Davide Papalini | CC BY SA 3.0

Ray Cavanaugh - pubblicato il 23/11/17

San Colombano, che la Chiesa ricorda il 23 novembre

In generale, i motociclisti non hanno una reputazione particolarmente santa, e molti di loro non la vogliono nemmeno. I bikers hanno tuttavia un santo patrono in Colombano, la cui festa si celebra il 23 novembre.

Colombano – noto spesso come “Columbanus”, la versione latinizzata del suo nome – nacque nel 543 nella provincia irlandese orientale di Leinster. Sappiamo che proveniva da una famiglia agiata e che inizialmente venne educato nell’Irlanda del Nord. Era di aspetto gradevole e gli piaceva essere ammirato dalle ragazze, al punto che una pia anziana locale lo mise in guardia contro il comportamento peccaminoso. Prendendo a cuore le sue parole, Colombano abbandonò la vita mondana e divenne monaco.

Sua madre si oppose fortemente a questa decisione, gettandosi perfino a terra pregandolo di non andare via. Colombano sottolineò che “chiunque ama suo padre o sua madre più di Cristo non è degno di Lui” e lasciò la casa natale per sempre.

Entrò nell’abbazia di Bangor, sulla costa nord-orientale dell’Irlanda. All’epoca l’abbazia aveva una reputazione tale da essere soprannominata “la luce del mondo”. Colombano vi rimase per molti anni, ricevendovi un’istruzione di prima categoria. I resoconti differiscono quando parlano della data in cui Colombano lasciò la terra natale, ma qualunque sia stato l’anno della sua partenza non tornò più in Irlanda.

Si diresse nella regione francese della Borgogna, dove anche se molte persone erano nominalmente cristiane “il vizio e il crimine imperavano ovunque”. Cercò rifugio nella foresta prima di fondare insieme ai suoi compagni missionari un monastero a Luxeuil, che iniziò ad attirare molti aspiranti monaci.




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Fondò molti monasteri nella regione e discusse con i funzionari ecclesiali della zona su quando celebrare la Pasqua. Era un osso duro, e la forza delle sue convinzioni “poteva rasentare l’avventatezza”, riferisce Burnam W. Reynolds nel suo libro Columbanus: Light on the Early Middle Ages (Colombano: luce nell’Alto Medioevo). Colombano suscitava un rispetto tale che perfino gli aristocratici pagani lo cercavano perché educasse i loro figli.

Temerario quanto giusto, Colombano non aveva remore nel rivolgere le sue obiezioni a personaggi di alto rango, tanto da dire a vescovi, re e perfino Papi dove pensava che sbagliassero. Si fece anche dei nemici per via delle sue critiche al clero locale, che riteneva corotto.

Tra le persone che criticò c’era re Thierry, che minacciò di scomunicare perché manteneva un harem nel palazzo reale. Quando il re e la regina andarono al monastero di Colombano, il monaco si rifiutò di farli entrare perché aderiva alla pratica irlandese di bandire le visitatrici dai luoghi di quel genere, anche se la donna in questione era una regina.

Il re respinto non voleva trasformare Colombano in un martire, e allore lo fece trasferire. Dopo la sua espulsione il monaco intendeva tornare in Irlanda, ma venne fermato sulle coste francesi da una forte tempesta, che considerò un segno del fatto che Dio non voleva che tornasse a casa, ma che si avventurasse nel continente europeo.

Si recò allora nell’attuale Svizzera, dove predicò ai pagani. Molti abitanti della zona credevano in una divinità di nome Woden, che adoravano sotto gli alberi di quercia. Disapprovando una simile attività, Colombano iniziò a ad aggirarsi nei boschi con un’ascia in mano per distruggere le querce sacre dei pagani. Quando non impugnava l’ascia dava fuoco a un tempio pagano. Queste azioni lo fecero allontanare anche da quella zona.

Colombano aveva ormai 70 anni, ma era ancora abbastanza avventuroso da attraversare le Alpi per recarsi nell’Italia settentrionale, dove fondò un monastero a Bobbio, fuori Milano. Visse da eremita in una grotta vicina al monastero fino alla morte, avvenuta nel novembre del 615.

Poco dopo il suo decesso, uno dei suoi discepoli compose una sua biografia, trasmettendo preziose informazioni su questo santo che non scendeva a compromessi e a cui il suo biografo più moderno, Reynolds, attribuisce il merito di aver creato “un concetto occidentale unificato della vita monastica”.

Per via del suo amore per gli spazi aperti, Colombano è stato suggerito come patrono dei bikers da John Oliver, vescovo anglicano e motociclista. Il Vaticano ha dichiarato Colombano patrono nel 2002.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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