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Credere significa “aprire” gli occhi

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Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 20/11/17
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Il commento al Vangelo del giorno di don Luigi Maria EpicocoMentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!».
Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».
Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio. (Luca 18, 35-43)

“Fa’ che io veda!”. L’unica vera preghiera che dovremmo avere il coraggio di fare ogni giorno, perchè se siamo incapaci di vedere ciò che realmente abbiamo davanti a noi allora rischiamo di farci male o di sprecare un’opportunità. Noi, invece, siamo abituati a vivere a tentoni fidandoci solo dei nostri occhi chiusi. Credere significa “aprire” gli occhi, non “chiuderli”. Cristo aumenta il campo visivo, invece la solitudine a cui tante volte ci condanniamo restringe il campo visivo fino a privarlo di un orizzonte. Ma senza orizzonte non vale la pena nessun viaggio. Cristo ci ridà l’orizzonte dove tutto vale la pena.

#dalvangelodioggi

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