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Chi sono i colpevoli dei 7 peccati capitali secondo la Bibbia?

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José GUadalupe Posada / PD

Alvaro Real - pubblicato il 17/11/17

Reali o mitici, questi demoni sono stati usati nella letteratura universale per dare un “volto” al male

Nella Bibbia appaiono sette demoni. Ciascuno ha un nome ed è unito a uno dei peccati capitali. Per alcuni questi demoni sono reali e sono dietro a ciascuno dei peccati e dei problemi dell’uomo, per altri sono simboli e rappresenterebbero semplicemente il male, dando il volto a ciascuno di questi peccati.

Reali o simbolici, ciò che è certo è che molti di loro hanno riempito pagine e pagine della letteratura universale.

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Fred DE NOYELLE / GODONG

Asmodeo e la Lussuria

Asmodeo appare nel libro di Tobia. La Bibbia illustra la sua storia. Il demone Asmodeo si innamora di Sara, figlia di Raguele, e ogni volta che questa si sposa uccide il marito durante la notte di nozze.

Arriva a uccidere sette uomini. Sara si promette allora a Tobia. Asmodeo vuole ucciderlo, ma con l’aiuto dell’arcangelo Raffaele riesce a liberarsi di lui. Tobia prende un pesce, gli strappa il cuore, i reni e il fegato, mettendoli sulla brace. Asmodeo non può sopportare i vapori che vengono sprigionati e fugge in Egitto, dove Raffaele lo incatena.

Il diavolo Asmodeo è legato alla lussuria. È il peccato dei pensieri possessivi nei confronti di un’altra persona (quelli che Asmodeo aveva su Sara), ed è anche legato a ogni tipo di compulsione sessuale e dipendenza dal sesso.

Nell’arte Francisco de Goya lo ha rappresentato nel quadro Asmodea.

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Daniel Lobo

Mammona e l’Avarizia

Mammona è figlio di Lucifero e principe degli inferi. Appare nel Nuovo Testamento ed è Matteo a parlare di lui:

“Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore. […] Nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a mammona” (Matteo 6, 19-21.24.2).

Mammona è collegato all’avarizia, all’ossessione per le ricchezze, ma anche alla slealtà, al tradimento a beneficio personale, a corruzione, inganno o manipolazione.

Benedetto XVI ne ha parlato nella sua omelia nella cattedrale di Velletri il 23 settembre 2007: “Mammona è un termine di origine fenicia che evoca sicurezza economica e successo negli affari; potremmo dire che nella ricchezza viene indicato l’idolo a cui si sacrifica tutto pur di raggiungere il proprio successo materiale e così questo successo economico diventa il vero dio di una persona. È necessaria quindi una decisione fondamentale tra Dio e mammona, è necessaria la scelta tra la logica del profitto come criterio ultimo nel nostro agire e la logica della condivisione e della solidarietà”.

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Orin Zebest

Belzebù e la Gola

Belzebù etimologicamente significa “Il Signore delle Mosche”, e questo termine era usato dagli ebrei per deridere gli adoratori di Baal. Appariva pieno di mosche, con il volto gonfio, corna nere e minacciose, peli e ali da pipistrello.

È collegato all’appetito smisurato a livello di mangiare e bere. Appare spesso nel Nuovo Testamento e viene usato direttamente come un altro nome di Satana (Mt 12, 24-29; Lc 11, 15-22).

Il Premio Nobel per la Letteratura del 1983 William Golding ha scritto un romanzo allegorico sulla condizione dell’uomo, intitolato Il Signore delle Mosche. La sua rappresentazione è simile a quella che appare nella Bibbia: la testa di un cinghiale issata su un bastone in un bosco “corteggiata” da migliaia di mosche mentre imputridisce.

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PD

Belfagor e la Pigrizia

Anche il nome di Belfagor è collegato a una divinità dell’epoca biblica. Si tratta di un dio assiro, Baal-Peor, che i moabiti adoravano sul monte Fagor. Lo chiamavano il Baal del monte Fagor, e da questo deriva il suo nome.

Nella Bibbia compare come “Baal Peor”: “Israele si stabilì a Sittim e il popolo cominciò a trescare con le figlie di Moab. Esse invitarono il popolo ai sacrifici offerti ai loro dèi; il popolo mangiò e si prostrò davanti ai loro dèi. Israele aderì al culto di Baal-Peor e l’ira del Signore si accese contro Israele. Il Signore disse a Mosè: «Prendi tutti i capi del popolo e fa’ appendere al palo i colpevoli, davanti al Signore, al sole, perché l’ira ardente del Signore si allontani da Israele». Mosè disse ai giudici d’Israele: «Ognuno di voi uccida dei suoi uomini coloro che hanno aderito al culto di Baal-Peor»” (Num 25, 1-5)

Questo demonio è collegato alla pigrizia e a tutto ciò che è relativo a questo peccato. Inganna gli uomini perché questi non facciano nulla. Li seduce con stratagemmi proponendo loro grandi ricchezze. Viene rappresentato come un demonio muscoloso, alto vari metri, con una barba lunga, corna, zampe da lupo e artigli lunghi e sporchi.

In letteratura, Niccolò Machiavelli lo ha descritto nella sua opera Belfagor arcidiavolo, anche se la sua descrizione è più burlesca e ironica e con essa vuole criticare i vizi e i problemi dell’epoca.

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PD

Amon e l’Ira

Amon è un marchese dell’inferno che comanda quaranta legioni di demoni. Viene descritto come un lupo con la coda di serpente che getta fuoco, un uomo con la testa da corvo e i denti di cane o semplicemente un uomo con la testa di corvo.

Nella Bibbia non c’è un’allusione diretta a lui, anche se il suo nome potrebbe essere collegato ad Amon o Ben-Ami. Il suo nome, Amon, e la sua presenza non sono molto chiari, ma sono collegati all’ira, al sentimento non ordinato né controllato. Viene legato alla negazione della verità, e le sue grandi opere sono l’omicidio, l’assalto, la discriminazione e in casi estremi il genocidio.

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Godong

Leviatan e l’Invidia

Leviatan è una bestia marina dell’Antico Testamento. Appare tra gli altri passi nel libro di Giobbe: “Puoi tu pescare il Leviatan con l’amo e tener ferma la sua lingua con una corda?”

È collegato ai mostri marini ed è stato creato da Dio il quinto giorno della creazione. In letteratura è stato utilizzato come nome per molti mostri, ed è stato assimilato all’invidia – un desiderio insaziabile, come questa bestia.

È un serpente marino orribile che origina tormente e ondate, un mostro terrificante che appare in letteratura e nell’arte. Un unico esempio: in Moby Dick il suo nome viene assimilato a quello del capodoglio, e in Perù il suo nome è stato dato anche a un pesce, “Leviathan melvillei”.

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Duccio di Buoninsegna, Tentazione sul Monte

Lucifero e la Superbia

Lucifero è il più noto dei demoni perché commette il primo peccato: vuole essere uguale a Dio. La tradizione lo mostra come un angelo molto bello che per superbia si è ribellato contro Dio volendo essere come Lui, motivo per il quale è stato confinato all’ambito terrestre.

Il suo nome appare in molte occasioni nella Bibbia. Per fare solo un esempio, Is 14, 12-14: “Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell’aurora? Come mai sei stato steso a terra, signore di popoli? Eppure tu pensavi: Salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono, dimorerò sul monte dell’assemblea, nelle parti più remote del settentrione. Salirò sulle regioni superiori delle nubi,
mi farò uguale all’Altissimo”.

È legato alla vanità, alla prepotenza, alla superbia e al credersi superiore a tutto e a tutti. In letteratura voler essere come Dio è stato un tema molto trattato. Un esempio è il Paradiso perduto, in cui John Milton lo usa come protagonista del suo poema, un classico della letteratura inglese.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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