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Aveva appiccato fuoco alla chiesa. Ora lavora… con la Caritas!

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia Italia - pubblicato il 17/11/17
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Dall’altare bruciato alla mensa dei poveri: l’esemplare “condanna” del clochard di Venezia

Quattro anni fa un gravissimo episodio finito con un processo in tribunale a Venezia e l’accusa di danneggiamento pluriaggravato.

Per lui, nessuna condanna ma un servizio di pubblica utilità da svolgere: per i prossimi sette mesi servirà alla mensa dei poveri “Papa Francesco” della Caritas a Marghera. Questo prevede infatti il suo progetto di messa alla prova che è stato approvato dal giudice come modalità alternativa di definizione del procedimento.

La vendetta

Protagonista della vicenda un clochard 55enne del posto. Ma perché ha subito questa denuncia e il processo? Perché… aveva tentato di incendiare la chiesa!

Tutto era nato, così aveva raccontato, perché si era presentato alla mensa della Caritas quando ormai era chiusa e l’operatore non gli aveva dato da mangiare, sostenendo che il regolamento andava rispettato. Lui aveva a suo modo voluto vendicarsi. Era entrato nella vicina chiesa del “Santissimo Nome di Gesù” in fondamenta Santa Chiara a Venezia e aveva cercato di dare fuoco alla tovaglia stesa sull’altare e al tabernacolo.

Le fiamme avevano lambito anche la base in legno dell’altare, con il conseguente danneggiamento dell’impianto acustico della chiesa.



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La linea morbida del Patriarcato

Il Patriarcato di Venezia, con l’avvocato Massimiliano Cristofoli Prat, come scrive la Nuova Venezia (15 novembre), ha deciso di non costituirsi parte civile nel procedimento penale a carico del clochard, dando la possibilità all’imputato di risarcire il danno attraverso un lavoro di pubblica utilità. Il 12 luglio è fissata l’udienza di verifica, durante la quale sarà valutato se il servizio del clochard sia stato svolto in maniera continuativa e con impegno, tanto da rappresentare una “sanatoria” per i danneggiamenti provocati.

Volto Caritas

All’epoca l’incendio in chiesa fece molto discutere ma poi, grazie ai filmati delle telecamere si risalì all’atto di vandalismo, con il solo obiettivo di mostrare la propria contrarietà alle regole imposte dalla Caritas nella distribuzione dei pasti. Ora il 55enne sarà uno dei volti della Caritas nel servizio ai poveri.



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