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Quando Benedetto XVI si scagliava contro i profili fake in Rete

Anonymous Threatens City of Fort Lauderdale – fr

Anonyous

Lucandrea Massaro - Aleteia Italia - pubblicato il 16/11/17

Il più grave forse è andare in giro con una falsa identità, questo mina la comunicazione fin dall'inizio ed è pericolosa per gli utenti inesperti

Papa Benedetto XVI nel suo messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali del 24 gennaio 2011 analizzava criticamente, ma senza demonizzarlo, il mondo della comunicazione dopo l’avvento di internet e soprattutto dei social network:

Come ogni altro frutto dell’ingegno umano, le nuove tecnologie della comunicazione chiedono di essere poste al servizio del bene integrale della persona e dell’umanità intera. Se usate saggiamente, esse possono contribuire a soddisfare il desiderio di senso, di verità e di unità che rimane l’aspirazione più profonda dell’essere umano.

Un occhio di riguardo però per il Pontefice andava destinato a chi – di quel nuovo continente – era inesperto quando di vita, con pochi filtri e molte insicurezze i giovani per Benedetto XVI andavano accompagnati ed educati alle nuove tecnologie mediatiche:

Soprattutto i giovani stanno vivendo questo cambiamento della comunicazione, con tutte le ansie, le contraddizioni e la creatività proprie di coloro che si aprono con entusiasmo e curiosità alle nuove esperienze della vita. Il  coinvolgimento sempre maggiore nella pubblica arena digitale, quella creata dai cosiddetti social network, conduce a stabilire nuove forme di relazione interpersonale, influisce sulla percezione di sé e pone quindi, inevitabilmente, la questione non solo della correttezza del proprio agire, ma anche dell’autenticità del proprio essere. La presenza in questi spazi virtuali può essere il segno di una ricerca autentica di incontro personale con l’altro se si fa attenzione ad evitarne i pericoli, quali il rifugiarsi in una sorta di mondo parallelo, o l’eccessiva esposizione al mondo virtuale. Nella ricerca di condivisione, di “amicizie”, ci si trova di fronte alla sfida dell’essere autentici, fedeli a se stessi, senza cedere all’illusione di costruire artificialmente il proprio “profilo” pubblico.

La domanda nel mondo post-Facebook però resta non dissimile da quella di sempre:

Chi è il mio “prossimo” in questo nuovo mondo? Esiste il pericolo di essere meno presenti verso chi incontriamo nella nostra vita quotidiana ordinaria? Esiste il rischio di essere più distratti, perché la nostra attenzione è frammentata e assorta in un mondo “differente” rispetto a quello in cui viviamo? Abbiamo tempo di riflettere criticamente sulle nostre scelte e di alimentare rapporti umani che siano veramente profondi e duraturi? E’  importante ricordare sempre che il contatto virtuale non può e non deve sostituire il contatto umano diretto con le persone a tutti i livelli della nostra vita.

Ecco quindi che è bene fare nostre queste riflessioni e aggiungere che il nostro comportamento sulla Rete non dovrebbe essere dissimile da quello che teniamo in piazza o nel nostro condominio. La sensazione di invincibilità e di distanza da tutto e tutti non dovrebbe mai farci dimenticare che siamo cristiani e cittadini, rispetto e amore per il prossimo dovrebbero essere alla base della comunicazione cristiana sul web. Ma allora perché non è così?

Un profilo falso sulla rete mina la reciprocità, spacciarsi per chi non si è non è diverso dal “dire falsa testimonianza”. In una epoca in cui l’identità è così precaria, strapparla a qualcuno equivale a “rubare“. Intervenire su una pagina per insultare e denigrare appare distante in maniera siderale dal comandamento evangelico “fai agli altri quello che vuoi venga fatto a te“. L’uso della rete per l’abuso della pornografia non è lontano dal “commettere atti impuri” e del resto non si fa altro che rendere oggetto il prossimo e soprattutto desiderandolo come se fosse una parte di noi, reificandolo.

Visto che quindi la rete e i social network sono un terreno complicato e insidioso vi diamo qualche dritta, visto che di lupi in agguato ce ne sono parecchi…

  1. Non ci sono motivi per cui dobbiate conoscervi.
    Forse non ci si riflette mai abbastanza, ma una buona domanda da farsi è: Perché mai mi ha aggiunto?
  2. Il profilo è stato appena creato.
    Seconda domanda: Come mai un profilo appena creato aggiunge proprio me?
  3. Il profilo, se donna, ha moltissimi amici uomini e, se uomo, ha moltissime amiche donne. 
    Pur non essendo un dato che certifichi al 100% la possibilità che il nostro contatto sia un fake, esistono buone probabilità che il figone o la figona di turno non siano proprio reali.
  4. Le foto sono tutte estremamente curate.
    Capita molto spesso che chi crea questi profili, per fretta o mancanza d’astuzia, non riesca a conferire naturalità allo stesso e che le foto (probabilmente di qualche modello o modella poco famosi) siano tutte da set ed abbiano poco a che fare con la vita reale.
  5. Il profilo è scarsamente aggiornato o contiene solo inviti a o foto di eventi.
  6. Hai contattato il profilo per chiedere maggiori informazioni ma non hai ricevuto risposta.
  7. Le sue interazioni nei commenti a ciò che posta sono scarse o nulle.
    Cosa ti costa fare un giro conoscitivo del profilo che ti sta aggiungendo?[ad#JOSE-AD]
  8. Le info e la bio non sono chiare o non sono compilate.
  9. Tra le amicizie ci sono altri profili che destano sospetto.
    È sempre molto bello indagare tra le amicizie di Facebook e mai come questa volta potrebbe rivelarsi molto utile per la sopravvivenza dei tuoi dati 🙂
  10. Cercando il nome su Google non ci sono risultati.
    Anche in questo caso non possiamo affermare che le probabilità siano 100 su 100, ma se si somma ad altri indizi…
  11. Allegando la foto su Google immagini, il risultato restituito è Monica Bellucci!
    Google ha la capacità di riconoscere le foto. Trascinate quindi l’immagine del profilo sul vostro desktop e ritrascinatela su Google Immagini
    google ricerca immagini
    Il risultato potrebbe essere questo! 🙂
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