Una ricetta semplice e umile, proprio come San Giovanni Maria VianneySan Giovanni Maria Vianney nacque in una famiglia estremamente povera. Quando venne ordinato sacerdote evitò qualsiasi comodità, riducendo le proprie necessità materiali al minimo indispensabile e assumendo la povertà come grande virtù da vivere bene.
Il curato d’Ars non aveva compiuto grandi studi teologici, e dedicò il suo ministero alla confessione, alla preghiera e alla meditazione, trascorrendo ore e ore davanti al Santissimo Sacramento.
Sopportava facilmente lunghi digiuni come offerta per i peccati delle anime. Aveva sempre presente il passo evangelico che dice “Questa specie di demòni non esce se non per mezzo della preghiera e del digiuno” (Mt 17,21).
Si manteneva con tre patate per tutta la settimana, e a volte arrivava a mangiarle ammuffite perché erano state cucinate da vario tempo. Di tanto in tanto mangiava i famosi matefaims (ammazzafame), accompagnati da un po’ d’acqua.
I matefaims erano fatti con un po’ di farina, un uovo, acqua e sale. La ricetta che vi proponiamo oggi è una variante un po’ più gustosa di quella del curato d’Ars.
Ingredienti:
250 g di farina
70 g di zucchero
2 uova
4 cucchiai di latte
2 cucchiai di rum
100 g di burro
Preparazione:
In un recipiente mescolare la farina e lo zucchero, poi aggiungere le uova sbattute in precedenza, il latte e il rum. In una padella far sciogliere il burro e cucinare piccole porzioni del preparato finché non sono dorate. Spolverare con zucchero a velo e servire calde.
Se volete che i vostri matefaims siano più gustosi, potete aggiungere al preparato due mele grattugiate o uva passa imbevuta nel rum.
Come faceva San Giovanni Maria Vianney a digiunare a lungo? Uno dei suoi pensieri ci dà uno spunto: “La grazia di Dio ci aiuta a camminare e ci sostiene. Ci è necessaria come le stampelle per uno storpio”.
Fonte: Importunate il buon Dio. Pensieri e discorsi del curato d’Ars, G. Rossé; In cucina con i santi. Ricette di cielo e di terra, Andrea Ciucci, Paolo Sartor.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]