Papa Francesco, che ha la sua buona dose sia di nemici che di fans accaniti, non è lusingato dalle persone che lo ritengono il più grande santo sulla terra. È più probabile che ne rimanga offeso. Una volta ci ha ricordato che “l’idealizzazione delle persone è una forma di aggressione”, affermando “Quando vengo idealizzato mi sento aggredito”. Gloria Steinem, della quale in genere non parlo nello stesso paragrafo di Papa Francesco, ha sottolineato qualcosa di simile: “Un piedistallo è una prigione tanto quanto un piccolo spazio confinato”.
Idealizzazione come forma di aggressione? Sembra un po’ estremo. Intendo dire che vogliamo che la gente pensi bene di noi (e a volte ne abbiamo bisogno). Avrei da ridire se mi affibbiaste tutta una serie di vizi che in realtà non ho, ma se doveste pensare che sia più generosa o più talentuosa di quanto sia effettivamente è probabile che vorrei solo concordare con voi. In che modo essere idealizzati è come essere imprigionati?
In fin dei conti, non si fa alcun favore alle persone care agendo come se i loro difetti non esistessero. Il problema è che l’idealizzazione non è una forma d’amore, quanto più che altro l’opposto. L’odio non fa vedere il bene in una persona, e l’idealizzazione rifiuta di riconoscere il male. Entrambi ignorano la realtà, e questo li rende distruttivi.
Questa distinzine è il motivo per il quale guardo con sospetto a certi complimenti. Quelli che fanno più impressione, in genere tra partner, sono quelli generici e in qualche modo vaghi: “Sei perfetta”, “Sei straordinaria”, “Sei la ragazza migliore che si possa avere”… Sembrano dire: “Ti amo perché non hai difetti”. Sembra amore, ma quello che fanno davvero è legare l’amore che si nutre per il partner alla sua mancanza di difetti, e dura esattamente quanto si riesce a ignorare i difetti che invece esistono inevitabilmente.
I complimenti meno altisonanti e più specifici riescono molto meglio a esprimere un amore che non è intaccato dalla conoscenza delle imperfezioni dell’altro. Potrebbe trattarsi di qualcosa del tipo “È stato molto gentile da parte tua prepararmi il caffè”, o “Amo il modo rispettoso in cui esprimi il tuo disaccordo con me”, o ancora “Mi piace la tua compagnia”. Basare i propri complimenti su aspetti concreti anziché implicare che il vostro amore per l’altro dipende dalla sua straordinarietà ha un peso molto superiore e riflette un amore ben più forte e profondo.
So che non aiuterà a costruire o a spezzare un rapporto, ma il linguaggio è comunque un modo essenziale per comunicarci la natura del nostro amore. La forza del vostro amore non dovrebbe dipendere dalla perfezione del vostro partner, e si può riflettere un amore più autentico nel modo in cui si scelgono le parole da usare.
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]