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La basilica di San Giovanni in Laterano, tra sacro ed esoterico?

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Jonathan Gonzalez-(CC BY-SA 2.0)

Maria Paola Daud - pubblicato il 09/11/17

L'arcibasilica del Salvatore e dei Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista è la Chiesa dove ha sede il Papa

L’arcibasilica del Salvatore e dei Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista, come si chiama in realtà, è dedicata a Cristo Salvatore, ma è più nota con il nome di San Giovanni essendo dedicata ai due santi principali che portano questo nome. È stata la prima sede papale, e per questo ha il titolo onorifico Omnium urbis et orbis ecclesiarum mater et caput (madre e guida di tutte le chiese della città di Roma e di tutta la terra, ndA).

Perché si chiama “in Laterano”?

Secondo un aneddoto curioso che riferisce il nome “Laterano”, si dice che Nerone, volendo un erede, chiamò vari saggi e dottori perché trovassero il modo in cui egli potesse partorire senza bisogno di alcuna donna, e che se non lo avessero trovato rapidamente li avrebbe uccisi tutti. Per salvarsi, uno di loro gli fece bere una pozione che conteneva un girino vivo.

Nerone iniziò a soffrire di dolori di stomaco molto forti, e i medici gli diedero un farmaco per vomitare facendogli rigettare una rana già piuttosto cresciuta. L’imperatore la baciò, convinto che fosse sua figlia, mentre la corte gridava: “Lata Rana! Lata Rana!”, che significa rana di petto o nata. Visto che il palazzo dell’imperatore era situato nel luogo in cui ora si erge la basilica, i cronisti medievali ingenui credettero di trovare un legame tra questa leggenda e il nome dell’edificio.

Il nome “Laterano” ha a che vedere con Nerone, ma non con questa storia fantasiosa, quanto con il fatto che l’imperatore confiscò quelle terre alla famiglia dei Laterani, che cadde in disgrazia.

La seconda visione di Costantino

Col tempo la terra e la residenza del Laterano passarono nelle mani di Costantino, che in seguito li avrebbe donati alla Chiesa dopo la battaglia di Ponte Milvio, dove per una visione premonitrice dell’imperatore con il motto “In hoc signo vinces” (“Con questo segno vincerai) vinse la battaglia, e in riconoscimento a Cristo donò la residenza al vescovo di Roma.

Un affresco situato in un’altra chiesa racconta la leggenda di un’altra visione di Costantino. Nel 313 Costantino venne contagiato dalla lebbra, e rifiutandosi di sacrificare dei bambini per usarne il sangue e curarsi avrebbe sognato che due sconosciuti di nome Pietro e Paolo gli consigliavano di cercare un eremita di nome Silvestro, che aveva la soluzione al suo problema.

Costantino li confuse con degli dèi e fece chiamare Silvestro, che gli mostrò due ritratti degli apostoli Pietro e Paolo, in cui l’imperatore riconobbe gli “dèi” del suo sogno. Silvestro chiese allora la liberazione di tutti i cristiani catturati, poi lo immerse nel fonte battesimale e l’imperatore venne guarito.

La leggenda racconta che l’ottavo giorno iniziò personalmente gli scavi per costruire la basilica, portandosi dodici carichi di terra sulle spalle.

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PD

Le reliquie di San Pietro e San Paolo

Sull’altare c’è un baldacchino con due splendidi reliquiari in cui sono conservate le teste di San Pietro e San Paolo. Oltre alle teste dei due apostoli, nella basilica è conservata un’altra reliquia preziosa, un frammento della tavola sulla quale secondo una leggenda medievale Gesù avrebbe consumato l’Ultima Cena con gli apostoli.

Il processo a un Papa mummificato

La basilica di San Giovanni è stata il teatro di uno degli eventi più drammatici e insoliti della storia della Chiesa cattolica, il processo a Papa Formoso.

Formoso morì nell’896, probabilmente avvelenato. Il suo successore, Stefano VI, si vide costretto ad avviare un processo contro Formoso, colpevole di essere salito sul trono pontificio in modo indebito.

La mummia venne recuperata dalla tomba e collocata su un trono della sala del consiglio per rispondere a tutte le accuse che le venivano rivolte. La macabra riunione ebbe luogo nella basilica con i cardinali e i vescovi riuniti sotto la presidenza di Stefano VI. Si stabilì che il defunto era stato indegno del pontificato. Tutte le sue azioni e le misure che aveva preso vennero cancellate, le vesti papali furono strappate dal suo corpo, gli vennero tagliate le tre dita della mano destra utilizzate per la consacrazione e poi il suo corpo venne gettato nel fiume Tevere.

Nello stesso anno, un terremoto fece cadere parte del tetto della basilica, e l’evento venne considerato un castigo divino per quanto era accaduto.

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Jean-Paul Laurens - Musée des Beaux-Arts, Nantes

La tomba che traspira avvisando della morte di un Papa

All’interno della basilica si trova anche la tomba di Papa Silvestro II, un grande studioso medievale che molti consideravano un mago.

Secondo la leggenda, nella tomba originale, quando si avvicinava la morte di un Papa, si creava umidità, e trasudava acqua quando il Papa moriva. Accadde però solo fino al 1864, quando la tomba venne aperta e il corpo di Silvestro II venne ritrovato intatto, anche se per poco tempo visto che appena il rimase all’aria si ridusse in cenere. Si disse allora che quello era stato l’ultimo trucco di magia di Papa Silvestro II.


PANTHEON

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Sailko-CC BY 3.0

Riunione generale di streghe

Il 24 giugno, festa della Natività di San Giovanni Battista e in coincidenza con le tradizioni popolari collegate al solstizio d’estate, secondo un’antichissima tradizione le streghe accampate dalla notte precedente davanti alla basilica trascorrono tutta la giornata festeggiando, bevendo e mangiando lumache mentre cercano di catturare le anime.

Secondo la credenza popolare, nella notte di San Giovanni i fantasmi di Erode e Salomè che avevano decapitato il Battista sono stati condannati a vagare per il mondo per espiare le proprie colpe, e hanno chiamato tutte le streghe perché si riunissero quel giorno sui prati del Laterano.

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Mike Steele-(CC BY 2.0)

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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