Il commento al Vangelo di oggi di don Luigi Maria EpicocoIn quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo». (Luca 14, 25-33)
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Amare il proprio padre o la propria madre è una cosa buona. Amare il proprio marito, la propria moglie o i propri figli è una cosa buona. Amare il proprio lavoro, la propria terra o le proprie passioni è una cosa buona. Allora che cosa vorrà dire Gesù con il Vangelo di oggi? Il nostro problema è che invece di amare idolatriamo certe persone o certe situazioni, cioè le facciamo diventare il nostro Dio. Ed è molto pericoloso quando fai diventare tua madre o tuo padre il tuo dio, o quando fai diventare tuo figlio o tuo marito il tuo dio, o quando trasformi il tuo lavoro o le tue passioni in tuo dio. Solo se Dio è al primo posto allora si è capaci di un amore sano al proprio padre, alla propria madre, alla propria moglie, al proprio marito, ai propri figli, al proprio lavoro e così via. Il cristiano è uno che lotta ogni giorno con l’idolatria perchè sa bene che quando Dio non ha il primo posto c’è qualche trappola che ci attende e che prima o poi ci farà male. E come è brutto quando questo “male” ci viene da chi o da ciò che abbiamo amato come “un dio”.
#dalvangelodioggi