Un fenomeno social dai numeri importanti: è lui, Vincenzo Maisto, che ha reso noto al grande pubblico il fitto sottobosco di Mamme pancine & Co
Il Signor Distruggere, è un giovane uomo, Vincenzo Maisto, che gestisce dal 2011 una pagina Facebook da quasi 600 mila mi piace. Per non parlare di Instagram e Twitter. Dice che ha cominciato distruggendo sé stesso.
“Distruggere i sogni altrui esponendo la realtà oggettiva. Quindi iniziai distruggendo me stesso. Si passò presto ai casi umani, ai santoni ciarlatani, ai nazivegani, ai complottari, ai terrapiattisti, ai bigotti medioevali, agli schiavisti… fino ad arrivare, oggi, alle mammine pancine”.
“pagina satirica che si ripromette di mettere in piazza quelle realtà “estreme” legate a maternità, al fanatismo religioso e alla povertà culturale che si celano nelle piaghe nascoste del web”
Ma piaghe è refuso o voluto? Giada è una scrittrice emergente che già avevamo segnalato in una delle nostre prime top5 dei libri scelti per le donne per il romanzo “Le mamme ribelli non hanno paura” (edito da Garzanti, 2017).
Perché descrive la maternità e il rapporto con la figlia in modo originale, ovvero molto attaccato all’esperienza primaria che ne sta facendo lei, umanamente autentica, e dalla quale sfronda lei stessa egoismi ricoperti di tulle e cuoricini. Ad esempio dice che sua figlia non è sua. Che il dono che lei è, è per il mondo. Che non le appartiene. Ecco, anche a me, anche a noi, posso dire, appartengono queste parole. Il figlio non è nostro. Lo è sì. Ma non mai come possesso. E qui, si aprirebbero non solo pagine ma anche ferite e verità annidate alle radici dei nervi più profondi, alla base dell’anima nostra. Di figlie, mica di madri. Chi di noi non ha pensato, nella sua prima lucidissima infanzia, di essere voluto e di esistere per mezzo dei suoi ma ben oltre, ben prima, ben più che grazie ai suoi? Sono convinta che queste cose siano stoccate in ogni memoria implicita, di ogni creatura umana.
Ma il tema qui è un altro.
Perché il Signor Distruggere dice di voler distruggere? E perché piace tanto e a tanti?
E se tutte le pancine, le mamme cuoricine, allattatrici estreme delende un giorno lo fossero davvero e definitivamente, distrutte?
Di cosa vivrebbe questo sito? Di cosa si alimenterebbe questo ragazzo con il suo famelico bisogno di humour?
Ha delle fidatissime sue compari social che si sono intrufolate nei gruppi segreti dove effettivamente e oggettivamente vengono dette, scritte, fotografate cose al di là del limite.
La torta che rappresenta la fase espulsiva vista dal lato ostetrica o marito-un attimo prima del non del tutto da escludersi svenimento con atterraggio sul setto nasale. Placente cucinate (ma non ci sarà dietro qualcosa di peggio dell’ignoranza?). Ricotte fatte col latte materno e offerte a vicini ignari. Ignari e speriamo non intolleranti. (Ma si sa che il latte materno non genera intolleranze, vero pancine?). Assorbenti bruciati in terrazza e altre amenità pure peggiori.
Queste cose sono rintracciate effettivamente all’interno di gruppi social, insieme con richieste bizzarre su pratiche erotiche per le quali forse sarà necessario il sequel di 50 sfumature di nero; le “lotterie” su “indovina mese e sesso” con selfone della pancia. I link in regalo. Questo, signori, e molto altro, come potrebbe in effetti non suscitare sgomento? E risate?