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Come fare una critica costruttiva senza giudicare l’altro?

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Encuentra.com - pubblicato il 31/10/17

Aiutare gli altri a migliorare la loro vita personale e spirituale è una dimostrazione di amore cristiano, vera amicizia e apprezzamento

Uno dei beni più grandi che possiamo offrire a chi amiamo di più e a tutti è l’aiuto, a volte eroico, della correzione fraterna.

Nella convivenza quotidiana possiamo constatare che i nostri parenti, amici o conoscenti – come noi stessi – possono arrivare ad assumere abitudini che non si adattano a un buon cristiano e che li separano da Dio (mancanza abituale di laboriosità, mancanza di puntualità, modi di parlare che resantano la mormorazione o la diffamazione, comportamenti bruschi, impazienza…).

Si può trattare anche di mancanze contro la giustizia nei rapporti lavorativi, di mancanza di esemplarità nel modo di vivere la sobrietà o la temperanza (spese ostentate, peccati di gola, dilapidazione del denaro al gioco o alle lotterie), rapporti che mettono a rischio la fedeltà coniugale o la castità…

È facile capire che una correzione fraterna tempestiva, opportuna, piena di carità e di comprensione, a tu per tu con l’interessato, può evitare molti mali: uno scandalo, un danno alla famiglia difficilmente riparabile, ecc. Può essere anche uno stimolo efficace perché una persona corregga i propri difetti o si avvicini di più a Dio.

Questo aiuto spirituale nasce dalla carità, ed è una delle principali manifestazioni di questa virtù. A volte è anche un’esigenza della giustizia, quando esiste un dovere speciale di prestare aiuto alla persona che dev’essere corretta.

Spesso dobbiamo pensare a come aiutiamo chi ci è più vicino. Perché non vi decidete a mettere in atto una correzione fraterna? Si soffre ricevendola, perché umiliarsi costa, almeno all’inizio, e costa anche farla.

La correzione fraterna ha un’indole evangelica. I primi cristiani la realizzavano spesso, come aveva stabilito il Signore – “Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo” (Matteo 18, 15) -, e nella loro vita occupava un posto molto importante, perché ne conoscevano bene l’efficacia.

Tra le scuse che si possono accampare per non effettuare o ritardare la correzione fraterna c’è la paura di rattristare l’altro. Risulta paradossale che il medico non smetta di dire al paziente che se vuole guarire deve sottoporsi a una dolorosa operazione e tuttavia noi cristiani a volte abbiamo remore a dire a chi ci circonda che è in gioco la salute ben più preziosa della sua anima.

Con la pratica della correzione fraterna si compie davvero ciò che ci dice la Sacra Scrittura: il fratello aiutato dal fratello è come una città fortificata (Proverbi 18, 19). Niente e nessuno può vincere contro la carità ben vissuta. Con questa dimostrazione d’amore cristiano migliorano non solo le persone, ma anche la società stessa. Allo stesso tempo, si evitano le critiche e le dicerie che privano l’anima della pace e offuscano le relazioni tra gli uomini.

L’amicizia, se è vera, diventa più profonda e autentica con la correzione sincera. Quando aiutiamo un amico, un familiare o un collega con il rimedio efficace che è la correzione gentile ma chiara e coraggiosa cresce anche l’amicizia con Cristo.

Meditazione tratta dalla serie Hablar con Dios, Tomo III, Sabato della 3ª Settimana del Tempo Ordinario, di Francisco Fernández Carvajal. Adattata per Aleteia da encuentra.com.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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