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Fumare o non fumare, questo è il problema

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Shutterstock - Anchiy

César Nebot - pubblicato il 27/10/17

Il tabagismo non solo comporta un rischio per la salute, ma implica anche un notevole spreco di denaro

Da anni, l’Organizzazione Mondiale della Sanità è consapevole, e lo dice, del fatto che la riduzione del consumo di tabacco fa risparmiare migliaia di milioni di dollari in spese sanitarie per le malattie collegate al tabagismo e salva milioni di vite, sia di fumatori che di non fumatori.

L’Unione Europea ritiene che il tabagismo sia un problema serio, perché è collegato a circa 700.000 morti all’anno. Gli studi, inoltre, rivelano che il 50% dei fumatori muore prematuramente, con una speranza di vita di 14 anni inferiore alla media.

In Spagna la legge antitabacco (L 42/2010), entrata in vigore quasi sette anni fa, ha avuto un impatto notevole sulla popolazione fumatrice. Solo nel primo anno, 600.000 persone hanno smesso di fumare, e il numero di pacchetti venduti è sceso di 500 milioni. Nonostante siano passati vari anni, gli standard di consumo e la percezione sociale sono stati drasticamente alterati, e al giorno d’oggi la percentuale di popolazione fumatrice continua ad essere notevole, situandosi oltre il 26%, al di sopra della media europea.

Il tabagismo non comporta solo un problema di salute, implicando anche spese ingentissime. Un ente finanziario, per pubblicizzare un piano pensionistico, ha stimato la quantità di denaro di cui godrebbe un fumatore nella pensione se destinasse il denaro che spende per il tabacco appunto alla pensione fin dai 25 anni di età. Si parla della cifra non trascurabile di 1.100.492 €.

Mettendo da parte quella campagna, la quantità di denaro che un fumatore destina al tabacco non non è affatto disprezzabile. Considerando il costo medio di un pacchetto di sigarette in base ai prezzi di mercato e tenendo conto del fatto che un fumatore medio che consuma 10 sigarette al giorno spende ogni mese 68 euro, che all’anno diventano 826. I fumatori abituali, ritenuti quelli che fumano un pacchetto di venti sigarette al giorno, spendono 1.652 euro all’anno, che in cinque anni diventano 8.280. Immaginate cosa si potrebbe fare disponendo di quella quantità di denaro. È quello che state sacrificando se siete fumatori abituali.

I costi, però, non hanno a che vedere solo con il denaro impiegato per acquistare il tabacco, perché ci sono anche costi associati alla salute. Si stima che circa il 15% delle spese del sistema sanitario sia collegato in modo diretto o indiretto al consumo di tabacco. In Spagna la spesa diretta per la cura di malattie collegate al tabagismo equivale al 6% del PIL.

Uno studio dell’Istituto Nazionale di Statistica ha collegato le prime tre cause di mortalità in Spagna al consumo di tabacco, stimando che il 31,7% delle morti per malattie cardiovascolari sia dovuto al tabacco, come il 26,9% delle morti per tumore e l’11,4% delle malattie del sistema respiratorio. Un altro rapporto del Ministero della Sanità del Governo spagnolo ha stabilito che il 95% dei tumori al polmone, il 90% delle bronchiti e il 30% delle cardiopatie coronarie erano associati al tabagismo.

C’è poi il problema dei fumatori passivi. Si stima che in Spagna ne muoiano circa 700 all’anno, e secondo l’OMS nel mondo sono 600.000.

Con queste cifre e le conseguenze non solo in ambito individuale, ma anche collettivo, il consumo abituale di tabacco non dovrebbe essere considerato solo una decisione individuale. Ci sono voluti molti anni per comprenderlo.

Al giorno d’oggi la pubblicità pro-tabacco è scarsissima, mentre le campagne contrarie sono sempre più aggressive, ma se vogliamo che le generazioni future vivano libere dall’immagine pubblicitaria di libertà e piacere, la prevenzione non deve fermarsi solo alle dure immagini sui pacchetti che ricordano che il fumo uccide.

Se abbiamo la responsabilità della vita di coloro che verranno dopo di noi, dovremmo educarli in modo efficace ed efficiente perché la loro salute non diventi semplice fumo nelle mani delle grandi aziende del tabacco.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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