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L’incoraggiamento di Papa Francesco agli astronauti: la vostra sinergia, esempio per l’umanità

Gelsomino Del Guercio - Aleteia Italia - pubblicato il 26/10/17

Dialogo in diretta con la Stazione Spaziale Internazionale. Amore, fragilità della Terra, richiamo delle origini. Così Bergoglio ha spronato l'equipaggio

Oggi alle 15 ora di Roma, Papa Francesco si è collegato con la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) dall’Aula Paolo VI. Prima di lui solo Benedetto XVI, nel 2011, fece qualcosa di simile.

IL PRECEDENTE DI BENEDETTO XVI

L’equipaggio della missione attualmente in orbita – si tratta della “Expedition 53” – è composto da sei astronauti: tre statunitensi, due russi e un italiano, Paolo Nespoli che in qualche modo ha fatto da cerimoniere perché già presente la volta scorsa con il predecessore di Bergoglio. Come riporta Avvenire, tuttavia, quando toccò a Benedetto XVI il collegamento si svolse in maniera leggermente diversa:

Quello era stato il primo colloquio di un Pontefice con interlocutori nello spazio, a circa 400 chilometri dalla Terra, e si era svolto in una modalità inusuale: era stato infatti Benedetto XVI a rivolgere delle domande, cinque, ed erano stati gli astronauti a rispondere. Nell’ultima domanda tra l’altro, particolarmente intensa, il Papa aveva chiesto proprio a Nespoli, che aveva perso la madre mentre era in orbita, come avesse vissuto quel momento in una situazione di separazione da tutto, ricordandogli che aveva pregato per lui.

Papa Francesco, nel corso della diretta trasmessa da Radio Vaticana (26 ottobre), ha sollecitato gli astronauti a spiegare cosa rappresenti per loro l’amore, la vita nello spazio, la collaborazione durante la missione. Nespoli ha fatto da “traduttore” tra l’equipaggio e Bergoglio.

Papa Francesco e gli astronauti
Papa Francesco ascolta gli astronauti collegati in diretta dalla Stazione Spaziale Internazionale

LA FRAGILITA’ DELLA TERRA 

«L’amore è quella capacità di dare la vita per qualcun altro», ha detto il russo Alexander Misurkin . «Bella risposta, senza amore non è possibile dare la vita per qualcun altro», ha replicato il pontefice, che poi ha chiesto come si trovassero nello spazio. L’altro astronauta russo, Sergey Ryazanskiy, ha raccontato di aver seguito «le orme di mio nonno», aggiungendo che lo spazio è un luogo «importante».


Importante perchè, come ha sottolineato il comandante (americano) dell’equipaggio Randy Bresnik, ti consente di vedere la Terra «un pò con gli occhi di Dio, senza confini. E guardare la Terra in questo modo ci fa pensare a come dovremmo collaborare insieme per migliorare la vita di tutti».

Papa Francesco ha “rincarato”: «L’essere nello spazio fa capire come la terra sia fragile», la velocità con cui ruota fa intendere che è «un momento che passa» e che «può distruggersi in un attimo». Da qui l’esortazione a salvaguardare il pianeta e il bene comune.




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IL TOTALE E’ PIU’ DELLA SOMMA DELLE PARTI

POPE ISS
ServizioFotograficoOR I CPP
October 26, 2017 : Pope Francis during a live audio-video meeting with crew of Mission 53 on board the International Space Station (ISS), flying 400 km from Earth, in the Vatican.EDITORIAL USE ONLY. NOT FOR SALE FOR MARKETING OR ADVERTISING CAMPAIGNS.

Mark Vande Hei, l’altro astronauta americano ha evidenziato che quando si avvicina a qualcosa di ignoto, come sta accadendo, «devo decidere io dove è il su e il giu’. Sono io a dover stabilire il mio microcosmo, i miei punti di riferimenti». «Lei ci ricorda come la capacità di decisione sia una cosa molto umana», ha fatto eco il Papa, che poi ha concluso domandando come procede il loro lavoro, frutto di una profonda sinergia.

Joe Acaba, origini portoricane, salutando il pontefice in spagnolo, ha spiegato, infatti: «Dietro questo progetto c’è un grande esempio di collaborazione tra diverse nazioni nel mondo, ogni continente ha contribuito a realizzarlo». E Bergoglio ha chiosato: «E’ sempre la totalità che va oltre la somma delle parti», come a premiare il lavoro di squadra della missione “Expedition 53”, che ha poi benedetto prima di salutare gli astronauti.




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Ha collaborato Lucandrea Massaro

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