Importante perchè, come ha sottolineato il comandante (americano) dell’equipaggio Randy Bresnik, ti consente di vedere la Terra «un pò con gli occhi di Dio, senza confini. E guardare la Terra in questo modo ci fa pensare a come dovremmo collaborare insieme per migliorare la vita di tutti».
Papa Francesco ha “rincarato”: «L’essere nello spazio fa capire come la terra sia fragile», la velocità con cui ruota fa intendere che è «un momento che passa» e che «può distruggersi in un attimo». Da qui l’esortazione a salvaguardare il pianeta e il bene comune.
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IL TOTALE E’ PIU’ DELLA SOMMA DELLE PARTI

Mark Vande Hei, l’altro astronauta americano ha evidenziato che quando si avvicina a qualcosa di ignoto, come sta accadendo, «devo decidere io dove è il su e il giu’. Sono io a dover stabilire il mio microcosmo, i miei punti di riferimenti». «Lei ci ricorda come la capacità di decisione sia una cosa molto umana», ha fatto eco il Papa, che poi ha concluso domandando come procede il loro lavoro, frutto di una profonda sinergia.
Joe Acaba, origini portoricane, salutando il pontefice in spagnolo, ha spiegato, infatti: «Dietro questo progetto c’è un grande esempio di collaborazione tra diverse nazioni nel mondo, ogni continente ha contribuito a realizzarlo». E Bergoglio ha chiosato: «E’ sempre la totalità che va oltre la somma delle parti», come a premiare il lavoro di squadra della missione “Expedition 53”, che ha poi benedetto prima di salutare gli astronauti.
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Ha collaborato Lucandrea Massaro