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Halloween, da divertimento innocente a sintomo inquietante?

HALLOWEEN HOUSE DECOR

Hayk Shalunts | Shutterstock

David Mills - pubblicato il 26/10/17

Non è l'utilizzo del soprannaturale che mi infastidisce, ma le decorazioni

Tombe nel cortile di casa, fantocci impiccati agli alberi e teste decapitate sanguinanti sull’erba. E gli strumenti di tortura. Le famiglie avevano preparato le decorazioni di Halloween.

Ci eravamo trasferiti a metà ottobre da una città vicino Boston in cui la gente mettevano al massimo un fantasma o una strega di cartone e una zucca decorata. I pochi che facevo di più erano ritenuti un po’ eccentrici.

Ora abitavamo in una cittadina fuori Pittsburgh. I nostri nuovi vicini decoravano casa ed esterno per Halloween più di quanto avessi mai visto fare per Natale. Molto di più. Erano per la maggior parte cattolici, nel senso che la parrocchia cattolica era la chiesa che frequentavano seppur di rado.

Scrollavo le spalle. Era una cultura diversa. Chissà cosa si faceva nel Midwest e perché. E tuttavia era strano e inquietante. Ho avuto quella sensazione per tutti gli anni in cui abbiamo vissuto lì.




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L’investimento adulto

Anche il giornalista Matthew Gindin scrollava le spalle, finché non ha avuto un figlio. “Mi sono chiesto perché avrei dovuto voler esporre mio figlio a immagini di morte, omicidio, male e terrore soprannaturale a scopo ricreativo”, ha scritto suForward.

Gindin lo ha pensato ancor di più quando è diventato giornalista e ha trascorso più tempo osservando da vicino il male. “Una donna questa settimana ha messo i due figli piccoli nel forno e lo ha acceso”, ha ricordato. Pensa a storie come questa quando guarda le decorazioni di Halloween, come le finestre con finte tracce di dita insanguinate.

La gente gli dirà che sta esagerando, ma lui non pensa sia così. Si preoccupa del “crescente investimento degli adulti nella festa di Halloween, che per una settimana o due rende la ‘cultura dell’orrore’ pervasiva e scatena una competizione per mostrare i simboli più sanguinosi e minacciosi di follia, male soprannaturale o irrazionale e violenza”.




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Non sto incitando a una guerra contro Halloween. Non è l’uso del soprannaturale a infastidirmi, se si trattasse solo dei cartoni a forma di fantasma o streghe che ho visto nel New England. È l’amore per la violenza come intrattenimento, che include la violenza soprannaturale ma anche molta violenza naturale che non è un aspetto tradizionale di questa ricorrenza.

Gindin dice che non pensa di esagerare. Sono gli altri che fanno notare la cosa troppo poco. “È la capacità di festeggiare e godere di immagini di violenza e male che indica un eccesso di superficialità”, osserva.

Penso che sia questo il problema, ciò che rende le decorazioni strane e raccapriccianti. Le persone che ostentano decorazioni macabre crescono in un modo frivolo che Gindin definisce “la possibilità dell’orrore irrazionale che nasce dal nulla e inghiotte tutto ciò che c’è di buono al mondo”.

Queste persone non stanno agendo innocentemente come fa un bambino che si mette in testa un lenzuolo fingendo di essere un fantasma. Stanno agendo nel modo in cui qualcuno si veste come Stalin o Hitler a una festa in maschera. Anche se pensa che sia divertente, resta il fatto che sta mettendo in scena il male autentico.

Forse abbiamo una reazione eccessiva

Forse Gindin ed io diamo troppa importanza alla cosa e abbiamo una reazione eccessiva. Forse siamo solo dei vecchi brontoloni. Da ragazzo l’avrei pensata così, dicendomi che le decorazioni mi turbavano solo perché erano tanto diverse da tutto ciò che conoscevo.

Avrei detto che siamo in grado di separare la finzione dalla realtà. Il ragazzino vestito da pirata non vuole uccidere, stuprare e saccheggiare, e la ragazzina vestita da strega non vuole maledire la vita della gente. Lo stesso si applicava alle case iperdecorate. Ammetto di aver voluto evitare fortemente di essere il tipo di cristiano che cerca cose da rifiutare come se fosse un distintivo del suo cristianesimo.




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Ora che sono adulto non la prendo in modo così gioviale. Intuisco che è stato superato il limite quando la gente pubblicizza e si gode la violenza anche nell’atto irreale e poco serio di decorare la propria casa con tombe, strumenti di tortura e tracce di sangue alle finestre. In questo contesto, il consiglio di San Paolo ai cristiani di Filippi diventa ancora più fondamentale: “In conclusione, fratelli, tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri”.

Gindin descrive un risultato di tutta la questione che penso infastidisca sia lui che me e potrebbe rendere la mia intuizione più completa. “Un paio di anni fa, in Germania”, scrive, “quando i genitori si sono opposti a un cartellone gigantesco che rappresentava la testa di uno scheletro in decomposizione appeso sulla strada che portava alla scuola dei figli, c’è stato un gran parlare di ‘libertà’ e il segno è stato mantenuto (era una pubblicità dell’ultimo album degli Iron Maiden). Che mondo strano in cui vivere se le libertà degli adulti hanno tanto più peso della pedagogia dei bambini, tanta più importanza della preoccupazione naturale dei genitori di non offrire altri incubi rispetto a quelli che il mondo ha già promesso!”

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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