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Édith Piaf e Santa Teresa di Lisieux, la storia di una devozione incondizionata

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Fanny Leroux - pubblicato il 26/10/17
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L’icona della canzone francese era profondamente devota alla santa da quando era guarita miracolosamente da bambina dopo un pellegrinaggio a LisieuxÉdith Gassion, nata il 19 dicembre 1915 a Parigi, a quanto pare era destinata a un futuro molto speciale già da bambina. Conosciuta a livello internazionale come Édith Piaf, è ancora oggi nota come una delle voci più belle della canzone francese, grazie a brani famosi come La vie en rose, Non, je ne regrette rien o il famoso Hymne à l’amour.

La sua vita è stata tanto breve quanto intensa, ed è iniziata con un’infanzia non troppo fortunata. Figlia di una cantante di strada e di un contorsionista, venne rapidamente abbandonata dalla madre, che la lasciò per potersi guadagnare da vivere. Il padre, soldato durante la I Guerra Mondiale, affidò allora la piccola Édith alla nonna paterna.

All’epoca la nonna gestiva un bordello in Normandia, a Bernay, a circa trenta chilometri da Lisieux. La bambina vi trascorse alcuni anni prima di tornare con il padre, una volta finita la guerra, in un’itineranza durante la quale iniziò a cantare in strada per guadagnare un po’ di denaro.

Qualche anno dopo attirò l’attenzione di Louis Leplée, direttore di una salone di spettacoli agli Champs Élisées, che la soprannominò “la môme Piaf”, “il piccolo passero”, perché era piccolina, e lanciò la sua carriera.

La vita Édith Piaf è stata piena di difficoltà. Per via dei suoi tanti amanti e delle storie amorose finite con uno scandalo alcuni la definirono libertina. A causa dei tanti matrimoni che aveva contratto le venne negato anche il servizio funebre religioso.

C’è però una cosa che va al di là delle critiche: la fedeltà di Édith alla devozione a Santa Teresa di Lisieux dopo il miracolo che aveva sperimentato da bambina.

Destinata alla cecità

A 6 anni, la piccola Édith sviluppò una cheratite acuta, un’infiammazione della cornea che la lasciò cieca. Dopo tanti trattamenti che non avevano avuto effetto la nonna, le “ragazze di vita” del bordello ed Édith stessa si rassegnarono a che rimanesse cieca. Un giorno, però, la nonna decise di andare con le sue “figlie” in pellegrinaggio a Lisieux, portando con sé anche Édith.

Forse aveva sentito parlare delle guarigioni inaspettate di alcune persone che andavano a visitare la tomba di Santa Teresa. Una volta sul posto, tutte iniziarono a pregare davanti agli abitanti incuriositi. Veder arrivare quelle “ragazze di vita”, anche se vestite in modo rispettoso, con una bambina con una benda nera sugli occhi era quantomeno insolito. Di fronte alla tomba di Santa Teresa, strofinarono la fronte della piccola Édith con della terra e poi implorarono la santa perché aiutasse la bambina.

Un miracolo inspiegabile

Qualche giorno dopo Édith iniziò a recuperare la vista, di fronte allo sguardo felice della nonna e delle ragazze del postribolo. I medici erano scettici, ma la cosa certa è che la bambina aveva recuperato l’uso degli occhi e qualche anno dopo poté tornare con il padre per esibirsi in spettacoli organizzati qua e là.

Nel corso della sua vita Édith attribuì questo miracolo alle tante preghiere rivolte a Teresa di Lisieux, e da allora sviluppò una grande devozione nei confronti di questa santa.

Fede incrollabile

Da quel momento ogni settembre, nell’anniversario della morte di Teresa, Édith si recava a pregare al Carmelo di Lisieux. Per tutta la vita tenne al collo una medaglia con l’immagine della santa.

Prima di ogni esibizione faceva il segno della croce e recitava la stessa preghiera di protezione: “Teresa, ora canto per te!” Édith la considerava sua sorella spirituale, e a quanto pare erano cugine di quattordicesimo grado da parte del padre di Édith.

Malgrado tutte le difficoltà della sua vita, la fede della cantante non venne mai meno, anche se perse la figlia Marcelle a due anni e mezzo per una devastante meningite e poi vari amici e amanti, incluso l’amore della sua vita, il boxeur Marcel Cerdan. Nonostante tutto, conservò la fede fino alla fine.

Qualche giorno prima di morire disse alla sua infermiera:

“Non è possibile che una volta morti non siamo altro che polvere… C’è qualcosa che ci sfugge, che non sappiamo… Io credo in Dio. Sarebbe troppo ingiusto che chi ha sofferto su questa terra trovasse la pace solo una volta ridotto in polvere. Il Paradiso verrà… dopo il Giudizio Finale”.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]