Il commento al Vangelo di oggi di don Luigi Maria EpicocoIn quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera». (Luca 12, 49-53)
Ci sono due tipi di pace. Una è semplicemente quiete, assenza di conflitto, ed è quella pace che nasce dal rinuniciare a fare qualsiasi impresa per paura di dover combattere, stancarsi, sporcarsi le mani; questa pace è solo apparente perchè nasce dalla scelta di non voler vivere ma semplicemente sopravvivere. La seconda pace invece è una meta da raggiungere e passa attraverso tutto il fuoco delle scelte, del viaggio, della battaglia. E’ la pace di chi vuole vivere la propria vita sino in fondo senza rinunciare alla verità, alla giustizia, all’amore. E per amore di questa pace a volte si mettono in discussione anche i rapporti più stretti, perchè quando si ama davvero, quando si vive davvero non si accettano più rapporti preconfezionati; nasce in noi l’esigenza di stabilire con queste persone un rapporto di verità che ha come fine il diventare noi stessi. E non c’è mamma o papà che tengano, non c’è fratello o sorella che tengano, non c’è figlio o figlia che tengano. Gesù non vuole lo scontro ma vuole una comunione più profonda, e molto spesso per costruire questa comunione più profonda dobbiamo mettere in discussione la pace apparente che c’era prima. Se non accettassimo questo fuoco allora rischieremmo di accontentarci e di continuare a fingere di essere quello che gli altri vogliono ma così non diventeremo mai noi stessi.
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