“Ci nutriamo in un cassonetto dell’immondizia e otteniamo l’equivalente valore nutrizionale”La sporcizia che circonda Hollywood e l’industria dell’intrattenimento è sempre stata lì, ben visibile, e allora perché gridare allo scandalo quando emergono rivelazioni come quelle che hanno coinvolto di recente il produttore Harvey Weinstein?
Se lo chiede con schiettezza e onestà il sacerdote Bill Peckman, per il quale ciascuno mostra un po’ di quello che è nella professione che svolge. “Per fare un esempio: ogni omelia che pronuncio dice a chi ascolta non solo quello in cui crediamo, ma anche quello in cui credo io. Il tipo di persona che sono e la spiritualità che sposo vengono esposti con ogni parola che esce dalla mia bocca”.
Questo fatto, spiega, “può essere un aspetto positivo o una maledizione”, in base al fatto che si tratti di “brave persone” o “persone meschine”.
Secondo padre Peckman, non si può rimanere scioccati di fronte agli scandali a Hollywood e nell’industria dell’intrattenimento, perché tutto è sempre avvenuto allo scoperto.
“Altri settori hanno vissuto scandali simili, anche il sacerdozio cattolico, ma in quel caso ciò che ha dato vita allo scandalo è che l’operato e la vita vissuta erano in contrasto”, ha constatato. “Non puoi predicare pace, amore e dolcezza con una mano e molestare i bambini con l’altra. L’indignazione e il senso di tradimento erano reali”.
“Nel caso di Hollywood, però, non è lo stesso”, sostiene il sacerdote, ricordando che Hugh Hefner, il fondatore di Playboy, “ha costruito un impero sullo sfruttamento delle donne” e che i film sono spesso “pieni di violenza e di sfruttamento sessuale femminile”, così come “la maggior parte dei generi musicali hanno una visione delle donne come poco più che accessori per una festa”.
Nel caso Weinstein, ha scritto padre Peckman, “forse l’indignazione della gente deriva dal fatto che avrebbe dovuto accorgersene, ma erano tutti così impegnati ad ammirare quei personaggi che questo comportamento è stato semplicemente scusato fin quando non ha potuto esserlo più”.
“Siamo onesti. Guardate cosa passa la televisione. Guardate i film. Ascoltate quello che si canta. Eliminate le insinuazioni alla violenza e al sesso e cosa rimane? Come possiamo essere davvero scioccati? Ci nutriamo in un cassonetto dell’immondizia e otteniamo l’equivalente valore nutrizionale”.
“Per quanto mi riguarda, ho eliminato molto tempo fa dalla mia dieta il sesso e la violenza che ci propinava questa industria. Ho scoperto che se le mie emozioni non venivano continuamente manipolate verso rabbia, lussuria, avarizia e gola era molto più semplice mantenere in ordine la mia vita. Non sto dicendo affatto di essere un ‘prodotto finito’, ma che senza una dieta continua a base di violenza, sporcizia e sesso mi risulta più facile essere la persona che voglio essere”.
“Sta a noi”, conclude il sacerdote, “decidere se il fatto che di recente questo problema sia stato posto sotto i riflettori cambierà qualcosa o morirà lì mentre la cornucopia piena di sporcizia continuerà a riversare il proprio contenuto”.
E bisogna sperare che chi è vittima di abusi sia più capace di affrontarli senza nasconderli.