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Cosa succede quando la gente prega per te: le lezioni della madre di un figlio problematico

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Tod Worner - pubblicato il 24/10/17

L'esempio di Santa Monica, madre del grande Sant'Agostino

Prima che Sant’Agostino diventasse un santo era nei guai.

E, come accade spesso, sua madre lo sapeva.

E allora Monica ha fatto ciò che era necessario. Gli ha parlato, lo ha consigliato e lo ha implorato di cambiare. Sei sulla via sbagliata, Agostino. Cambia i tuoi modi. E quando non lo ha fatto, lei ha pianto e pregato.

Come Agostino ricordava nelle sue memorie spirituali, le Confessioni, sua madre gli raccontò un sogno che aveva fatto. Piangendo amaramente, ormai priva di speranza, si era ritrovata in piedi su un regolo di legno con un “giovane splendente che camminava verso di lei”. Il giovane sorrideva, in netto contrasto con il dolore lacerante e visibile di Monica. Il ragazzo chiese perché soffrisse, e lei gli raccontò del figlio perduto. A quel punto, lui la consolò indicando il punto in cui lei era in piedi dicendo: “Dov’è lei [Monica], c’è anche lui [Agostino]”.

Si pensa che il regolo corrispondesse all’ortodossia della fede cattolica (come rivelata attraverso i Vangeli, l’Antico Testamento, le Lettere, la liturgia, la traduzione e gli insegnamenti), e un giorno, venne rassicurata Monica, Agostino avrebbe trovato la sua strada verso l’ortodossia. Ma non ancora. E allora Monica avrebbe continuato a soffrire.

Dopo poco tempo, Monica si avvicinò a un vescovo che una volta era perduto nelle eresie a cui ora aderiva Agostino, sperando che potesse parlare al figlio. Ricorda Agostino:

Mia madre chiese al vescovo se poteva essere tanto gentile da parlarmi, da confutare i miei errori, disilludermi dalle mie convinzioni dannose e insegnarmi quelle positive, perché era abituato a farlo ogni volta che trovava qualcuno in grado di trarne profitto. Tuttavia rifiutò, e molto saggiamente, come compresi in seguito. Replicò che non ero ancora in grado di ricevere insegnamenti; ero gonfiato dalla novità della mia eresia e avevo tormentato moltissime persone inesperte con piccole pignolerie, come lei gli disse. “Lascialo stare”, la avvertì lui. “Prega semplicemente il Signore per lui. Scoprirà da sé leggendo quanto siano sbagliate le sue convinzioni, e quanto siano profondamente irriverenti.

Monica continuò a soffrire, e nella sua disperazione implorava ancor di più. Il vescovo rispose: “Ora vai, ma tieni conto di questo: è inconcepibile che un figlio di lacrime come le tue muoia”.

Alla fine Agostino cambiò. Non solo divenne cristiano, vescovo, Padre della Chiesa e santo, ma tornò anche dalla madre.

L’aspetto straordinario di questa storia non è semplicemente la conversione di Agostino, ma le preghiere che lo hanno convertito. Nei suoi momenti più profondi e oscuri, come Agostino ammetteva senza problemi, non sono state le sue preghiere a portarlo a Dio. Lui neanche pregava. Sono state le preghiere di sua madre.

Per paura di dare per scontato il potere delle nostre preghiere e la risposta di Dio nella vita altrui (o nella nostra), dovremmo prenderci un momento per considerare la devozione incrollabile di Santa Monica e la saggezza del vescovo a “pregare semplicemente per lui”. Dio cerca ardentemente la sua pecora smarrita, cerca la moneta perduta, aprendo le braccia alle figlie e ai figli prodighi. Ma è anche mosso dalle nostre preghiere. A volte chi è perduto non lo sa, ma qualcuno che lo ama sì. Le preghiere per chi è perduto spesso non vengono riconosciute, ma sono sempre indispensabili. E chissà, forse le preghiere più grandi della nostra vita non sono state neanche pronunciate da noi. Sono state offerte da qualcun altro.

Forse è quello di cui si ha bisogno per iniziare a cercare la via verso casa.

Chiedete a Sant’Agostino.

Santa Monica, prega per noi.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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