separateurCreated with Sketch.

Come anni di pillola anticoncezionale mi hanno provocato depressione e attacchi di panico

whatsappfacebooktwitter-xemailnative
Sempre Família - pubblicato il 23/10/17
whatsappfacebooktwitter-xemailnative

Per Vicky Spratt, l’uso di contraccettivi ormonali è stato una specie di roulette russa che l’ha gettata in fondo al pozzoMigliaia di donne – o milioni – confidano ogni giorno nella pillola anticoncezionale. Un numero sempre più elevato di loro, però, si sta rendendo conto degli effetti nocivi che la contraccezione ormonale ha sulla salute e opta per metodi naturali di regolamentazione della fertilità. Vicky Spratt, coeditore di The Debrief, sito di comportamento per il pubblico femminile giovane, è una di loro. Britannica, ha descritto alla BBC la drammatica storia dei suoi anni di depressione, ansia e panico a causa della pillola.

Tutto è iniziato quando Vicky, a 14 anni, è andata da una dottoressa con la madre perché le mestruazioni le duravano da tre settimane. “La dottoressa mi disse che la pillola anticoncezionale poteva aiutare”, ha raccontato. “Prendere quei pacchetti verdi pieni di pilloline gialle sembrava un rito di passaggio. Ora ero una donna. In quei pacchetti di plastica c’era una gradevole essenza di femminismo, liberazione femminile e innovazione medica”, ha ironizzato la giornalista, che ha assunto anticoncezionali per più di 10 anni e ora ne ha 28.

“Ho fatto il gioco che definisco ‘roulette dell’anticoncezionale’ per più di un decennio, provando vari tipi di farmaci, con vari gradi di successo e insuccesso. È stato in quel periodo che ho sviluppato ansia, depressione e seri cambiamenti di umore che spesso hanno avuto forti ripercussioni nel corso della mia vita adulta”, ha affermato Vicky, aggiungendo che tutto è diventato un autoinganno riguardo alla sua identità.

“Alcuni rapporti sono finiti e sono dovuta rimanere un anno fuori dall’università. Ho pensato che fosse solo per colpa mia, di essere una persona non preparata per la vita, senza fiducia in me stessa e infelice”, ha dichiarato. “Avevo vent’anni o poco più, e dopo l’università – epoca in cui i miei problemi comportamentali e di salute mentale non potevano più essere considerati quelli di un’‘adolescente di cattivo umore’ –, ho iniziato a chiedermi seriamente se non fosse tutto legato all’uso della pillola”.

Scoperta

“Un giorno in cui ero seduta davanti al computer, incapace di dormire per via di un attacco di panico che durò tutta la notte, iniziai a fare una ricerca su Google. Avevo cominciato a prendere una nuova pillola, una compressa solo di progesterone, che mi era stata prescritta perché soffrivo di emicrania, e la pillola combinata non è sicura per chi ha emicranie con aura (precedute da vari sintomi)”, ha proseguito.

“Ho digitato il nome della pillola + depressione/ansia sul motore di ricerca e Internet ha fatto il resto. E ho trovato molte cose: forum di discussione, post di persone che stavano sperimentando i miei stessi sintomi. Avevo già consultato varie volte il mio medico dopo aver iniziato ad avere all’improvviso attacchi di panico debilitanti che non avevo mai avuto prima. La mia pillola anticoncezionale non era mai stata citata nelle visite, anche se gli attacchi erano iniziati quando avevo cominciato ad assumere un nuovo anticoncezionale”.

Mi hanno dato una dose elevata di betabloccanti, usati per curare l’ansia, e mi è stato consigliato di seguire una terapia cognitivo-comportamentale (TCC). Ho vissuto così per un po’ di tempo, tra i sei e gli otto mesi. Non so dirlo con precisione perché quell’anno della mia vita è una macchia indistinta, registrata dalla mia mente in modo accelerato a causa del senso di urgenza e di distruzione imminente che mi scorreva continuamente nelle vene”.

Ritorno

“È stato spaventoso. Avevo paura. Non mi riconoscevo, non mi piacevo e non riuscivo a vivere la mia vita. Non sapevo cosa fare, a chi ricorrere o se un giorno sarebbe tutto finito. Non ero solo ansiosa, ma anche letargica, mi sentivo completamente inutile. Mi incolpavo”, ha detto Vicky. “All’epoca mi sono convinta che avevo perso la testa, sentivo come se stessi vivendo un’esperienza extracorporea”.

“Ho chiesto a una dottoressa: ‘Pensa che possa avere qualcosa a che fare con la mia nuova pillola?’ Ricordo il suo sguardo, un tentativo di non lasciar trasparire la volontà di dirmi che la mia domanda era ridicola. È stata categorica nel dirmi che la pillola non era il problema, ma ho deciso di contraddire lei e la mia terapeuta e ho smesso di prendere la pillola di progesterone. Posso descrivere quello che è accaduto in seguito solo come il ritorno graduale del mio senso di essere me stessa”.

“I miei problemi non sono scomparsi dal giorno alla notte, è chiaro, ma ho smesso di avere attacchi di panico. Non ne ho avuto nessuno da allora. A volte mi sento giù, ansiosa e stressata, ma niente di paragonabile a quello che ho vissuto quando prendevo la pillola di progesterone. Ho provato di nuovo gioia e ho smesso di sentirmi terrorizzata assolutamente da tutto e tutti”, ha riferito Vicky.

“Un anno dopo la fine degli attacchi di panico mi sono seduta su una spiaggia lontana dopo aver volato da sola per mezzo mondo, una cosa impensabile l’anno precedente. Ero seduta lì, sotto una tempesta tropicale, piangendo di sollievo. Sollievo perché ero di nuovo me stessa, perché avevo nuovamente il controllo della mia mente e perché non mi ero sbagliata. Mi conoscevo meglio dei medici”.

“Ora, a 28 anni, non uso più contraccettivi ormonali, e tranne lievi alterazioni dell’umore nelle 48 ore prima delle mestruazioni sono libera da ansia, depressione e attacchi di panico”.

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]