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Quel patto d’amore con la Madonna che protegge Viterbo

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Public Domain

Credere - pubblicato il 21/10/17

Nel santuario più caro agli abitanti della Tuscia si è aperta la Porta santa del Giubileo straordinario per il sesto centenario della realizzazione dell’immagine miracolosa che preserva dai terremoti

di Laura Badaracchi

Una devozione molto radicata, che dura da sei secoli, quella per la Madonna della Quercia, custodita nel più importante santuario in provincia di Viterbo. «Nel 1417 mastro Battista Luzzante fece dipingere dall’artista Monetto l’immagine della Vergine su una tegola e l’appese a una quercia. Questa sacra immagine in cinquant’anni divenne oggetto di una venerazione e di un culto straordinari che coinvolsero l’intero centro Italia, da Roma fino all’Umbria e alla Toscana. Da allora la strada che dalle mura del centro storico conduce al santuario è luogo e via di pellegrinaggio, crocevia di culture, di Papi, santi, imperatori, pellegrini che da sei secoli tributano doni, omaggi, preghiere e pensieri alla Madre celeste», racconta don Massimiliano Balsi, da cinque anni parroco e rettore della chiesa in cui lo scorso 10 settembre è stata aperta con una solenne celebrazione la Porta santa del Giubileo straordinario concesso da papa Francesco per celebrare il sesto centenario della Madonna della Quercia, che si concluderà il 9 settembre 2018.

Nel settembre 1467, allo scomparire di una virulenta pestilenza, «i viterbesi siglarono con la Madonna un “patto d’amore”, rinnovato ancora una volta lo scorso 10 settembre, 550 anni dopo. Maria si è impegnata a proteggere la popolazione, che a sua volta si è legata a lei per sempre: una sorta di diritto del cuore che lega in modo indissolubile la celeste Patrona della nostra diocesi alla sua città», rimarca don Balsi.

FONDATA DAI DOMENICANI
La prima cappella fu costruita tra il 1467 e il 1469; i padri domenicani giunti a Viterbo da Firenze (discepoli del Savonarola) considerarono loro protettrice la Vergine della Quercia, espandendone il culto in tutta Italia e in Europa. Proprio a loro fu affidata la cura della chiesa, elevata a basilica nel 1867 da Pio IX, mentre sei anni dopo lo Stato italiano la dichiarò monumento nazionale, primo dell’intera provincia. Alla fine dell’Ottocento l’architetto Vici modificò la struttura originaria del santuario, abbattendone le pareti originali; nel 1970 è stata riportata alla luce la struttura precedente. Dopo i recenti lavori di restauro, terminati un anno fa, la basilica è tornata al suo originario splendore, come capolavoro del Rinascimento a Viterbo.

Nel santuario studiò per un anno come novizio – dopo la vestizione dell’abito domenicano il 9 aprile 1839, a cui seguì la professione dei voti il 12 aprile 1840 proprio nella basilica mariana viterbese – padre Henri Dominique Lacordaire, celebre teologo e riformatore del suo ordine: «Fece dipingere su una tela dall’amico Besson una copia della Madonna della Quercia che portò a Nancy, nel primo convento domenicano riaperto in Francia nel 1842 dopo il decreto del 1790 che aveva previsto la chiusura di tutti gli ordini religiosi al tempo della rivoluzione. Ancora oggi la chiesa è custodita dai domenicani», sottolinea il parroco e rettore, anticipando: «A maggio 2018 organizzeremo un convegno di studi con i padri della provincia romana, l’università della Tuscia e la Pro Loco di Viterbo».

UN ANNO DI GIUBILEO
Numerose le celebrazioni diocesane in programma alla basilica: dal Giubileo dei religiosi il 2 febbraio prossimo a quello dei malati, in programma l’11 febbraio, e poi quello dei sacerdoti e di altre categorie. L’appuntamento più imminente, però, è fissato al 3 dicembre: «Celebreremo l’incoronazione della Madonna della Quercia e la conclusione della peregrinatio di una copia della sua immagine originale, che dallo scorso anno sta girando per le 96 parrocchie in occasione del trentennale della sua proclamazione a patrona della diocesi. In ogni comunità l’immagine arriva la domenica pomeriggio, accolta con una processione e una Messa, e resta per una settimana; poi si susseguono vari momenti di preghiera».

Nel Seicento il Capitolo vaticano volle fissare sopra l’icona mariana – venerata anche da san Giovanni Paolo II il 27 maggio 1984, durante la sua visita pastorale a Viterbo – una corona imperiale; la diocesi si prepara a ripetere questo rito, mentre le parrocchie consegneranno ai piedi della Vergine venti rose d’argento: «Simboleggiano i misteri del rosario gaudiosi, dolorosi, gloriosi e luminosi».

GRANDE DEVOZIONE
Don Balsi definisce «enorme la devozione da parte della città, che lo scorso 10 settembre ha voluto consegnare alla Vergine le chiavi delle porte storiche, deponendole sotto la sua immagine custodita nell’edicola marmorea firmata Andrea Bregno, maestro di Michelangelo; il 16 maggio la Madonna della Quercia è stata ufficialmente nominata Custode della città con atto amministrativo del Comune viterbese, che la volle raffigurata negli affreschi di una sala all’interno del suo Palazzo fin dal tempo dei Priori. Un legame profondo che i fedeli rinnovano ogni giorno, venendo al santuario per confessarsi, ricevere i sacramenti ma anche per celebrare funerali. E la Madonna è sempre “al lavoro”, come testimoniano i numerosi ex voto e il flusso di pellegrini, circa 40 mila all’anno. Un affetto diffuso: «In Italia oltre 200 cappelle o chiese custodiscono la sacra immagine della Madonna della Quercia».

IL MUSEO DEGLI EX VOTO
Da non perdere il museo degli ex voto, che custodisce 206 tavolette dipinte su legno: la maggioranza risale ai secoli XVI e XVII, 15 sono della fine del XV secolo, 21 del XVIII e solo quattro della prima metà del XIX secolo. Molte altre testimonianze artistiche delle grazie ricevute – come le statue di cera, ritratte in acquarelli su una sorta di catalogo dal pittore viterbese Vincenzo Panicale – sono purtroppo andate distrutte o scomparse. Sopravvissuti, invece, molti ex votod’argento.

ORGANIZZARE LA VISITA
La basilica di Santa Maria della Quercia si trova in piazza del santuario, località la Quercia, a Viterbo; tel. 0761/30.34.30. Si raggiunge percorrendo l’autostrada A1 fino a Orte, poi seguire le indicazioni per Viterbo in direzione est, verso Bagnaia. Si può parcheggiare nelle vicinanze del santuario o in città e raggiungere la località in bus o a piedi con una passeggiata di circa 3 chilometri.

ORARI E CELEBRAZIONI
Orario di visita: tutti i giorni dalle ore 7 alle 12 e dalle 15.30 alle 19.30; ingresso libero. Oltre alla chiesa, si possono vedere la sacrestia affrescata, il chiostro e il museo degli ex voto. Messe: nei giorni feriali alle 8.30 e 18.30 (preceduta dalla preghiera del rosario), nei festivi alle ore 7.30, 10.30, 12, 18.30 (alle 17.30 dal 29 ottobre, quando torna l’ora solare), il sabato e prefestivi sempre alle ore 19. Orari delle Confessioni: dalle 7.30 alle 8.30. Adorazione eucaristica ogni giovedì dalle 16.30 alle 18.30 (dalle 15.30 dal 29 ottobre, quando torna l’ora solare).

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