Joseph Ratzinger spiega perchè lo stare seduti, l'inginocchiarsi, l'inchinarsi, le mani allargate hanno tutti importanti significati biblici. Che dobbiamo imparare a conoscere
Usando la denominazione “Divina Liturgia”, cara soprattutto alle Chiese orientali, si è voluto sottolineare che la liturgia cristiana è un dono di Dio, che affonda le radici nella Sacra Scrittura e nella Tradizione e che la Chiesa, guidata dallo Spirito Santo, ha trasmesso e modellato nel corso dei secoli.
Il sacerdote e i fedeli che celebrano i santi misteri devono essere consapevoli che stanno trattando “cose divine” e non qualcosa che è a disposizione del loro arbitrio. Nella liturgia la mirabile realtà della “Comunione dei santi” deve trasparire negli atteggiamenti interiori e nelle espressioni esteriori della celebrazione.
Padre Livio Fanzaga in “La santa messa. Il cuore della vita cristiana” (Sugarco edizioni), riprendendo «quanto ci insegna un insuperabile maestro come Joseph Ratzinger nel suo libro “Introduzione allo spirito della liturgia”», evidenzia alcune “norme” che rendono decorosa la liturgia.
“LA RETTA FORMA DI ADORAZIONE”
Il rito liturgico è «il modo giusto di onorare Dio e la retta forma di adorazione». «La grandezza della liturgia si fonda sulla sua non arbitrarietà». «Essa non vive delle trovate di qualche singolo o di qualche commissione. Essa è, al contrario, il venire di Dio, il farsi trovare di Dio nel nostro mondo, ed opera davvero la liberazione».
La partecipazione attiva alla Divina Liturgia, affermava l’allora cardinale Ratzinger, consiste essenzialmente nella partecipazione del sacerdote e dei fedeli all’azione di Cristo che rinnova il suo sacrificio. Il centro focale è la grande preghiera eucaristica, dove l’agire divino è in primo piano e dove lo stesso sacerdote diviene strumento in forza del sacramento che ha ricevuto.
1) GLI ATTEGGIAMENTI DEL CORPO
Anche il corpo partecipa alla celebrazione della liturgia, lasciandosi plasmare dall’orientamento verso il mistero di Cristo che opera in essa. «Il coinvolgimento del corpo – secondo Ratzinger – si esprime in una certa disciplina del corpo stesso, in gesti che sono maturati proprio dalla pretesa interna della liturgia e che, in qualche modo, ne manifestano visibilmente la natura. Questi gesti, considerati singolarmente, possono variare a seconda dei diversi luoghi e delle diverse culture, ma nella loro forma essenziale fanno parte della cultura della fede, così come si è venuta formando proprio a partire dal culto».
2) L’ATTO DI INGINOCCHIARSI
L’atto di inginocchiarsi non proviene da una cultura qualunque, ma dalla Bibbia e dalla sua esperienza di Dio. L’importanza centrale che l’inginocchiarsi ha nella Bibbia la si può desumere dal fatto che solo nel Nuovo Testamento compare 59 volte.