“Credo che Maria fosse con me quel giorno, e mi rallegro di aver portato la mia Medaglia”Il dottor Milan Beres aveva quindici anni quando gli regalarono per la prima volta una medaglia della Madonna, nota popolarmente come Medaglia Miracolosa. Era l’inizio degli anni Cinquanta del Novecento, e conosceva molto bene i rischi che rappresentava regalare o usare oggetti di quel tipo in Cecoslovacchia, allora governata dal Partito Comunista.
“Sradicare la religione era un obiettivo del Governo, che ha iniziato sopprimendo qualsiasi espressione pubblica di attività religiosa. Gli insegnanti e gli impiegati con le posizioni più elevate dovevano cancellare formalmente ogni vincolo con le parrocchie, sotto la minaccia di perdere il lavoro. Il Governo ha imprigionato molti vescovi e sacerdoti con false accuse di spionaggio, accumulo di armi e cose simili senza alcun fondamento. In quelle circostanze, seminaristi e sacerdoti sono passati alla clandestinità”, ha testimoniato Beres.
Al suo gruppo di amici, ha ricordato, si unì a un certo punto un ragazzo un po’ più grande che ogni volta che andavano a fare una gita – al riparo da occhi e orecchi indiscreti – parlava loro di morale e temi religiosi. Dopo qualche tempo regalò a ciascuno la medaglia che riporta l’immagine della Madonna della Medaglia Miracolosa, la cui festa è il 27 novembre.
“Ci ha raccontato la storia che c’era dietro e ha chiesto che pregassimo gli uni per gli altri, tutti i giorni, a mezzogiorno: Padre Nostro, Ave Maria, Gloria al Padre… e la breve preghiera: ‘O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te’”, ha aggiunto Beres, segnalando che dopo molti anni scoprirono che quell’amico era uno dei seminaristi – poi sarebbe diventato sacerdote – che si erano visti costretti a vivere in clandestinità.
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Senza paura di esprimere la propria fede
L’estate successiva a quella in cui ricevette la Medaglia, Beres, insieme ad altre migliaia di giovani – com’era abituale sotto il regime –, doveva partecipare a un campo di lavoro comunista. Il suo compito era aiutare nella costruzione di edifici che avrebbero ospitato degli appartamenti. Ricorda bene che allora non esistevano gru né tecnologia avanzata, e per portare i materiali ai piani superiori usavano una piattaforma rudimentale sostenuta da pulegge costruita accanto a un’impalcatura. Il motore per spingere la “gabbia”, ha ricordato Beres, era alla base con tutti i grandi ingranaggi, le ruote e le pulegge in movimento, completamente esposti.
Non si usavano nemmeno abiti o scarpe speciali, solo dei pantaloni corti e una maglietta, che nel caso di Milan lasciava intravedere la medaglia che portava al collo, appesa a una sottile catenina d’argento. “Un giorno il supervisore indicò la mia Medaglia e mi disse di non portarla. Non sembrava un ordine severo. Lo preoccupava che potesse darmi dei problemi venendo accusato di ‘fanatismo religioso’, accusa usata comunemente per molestare i credenti? Ovviamente non c’era alcun problema per la sicurezza dei lavori, e quindi non l’ho tolta”.
Maria era con me
Un paio di giorni dopo, mentre passava molto vicino al motore che muoveva l’ascensore rudimentale di materiali, il rumore improvviso di una mescolatrice di cemento lo distrasse. “Inciampai e caddi in quella serie di ingranaggi e pulegge in movimento”.
I compagni di lavoro che erano più vicini a lui corsero a soccorrerlo. Fermarono il motore e lo tiraronno fuori, e temendo per la sua vita lo deposero “dolcemente” a terra, ha ricordato Milan. Per la sorpresa di tutti, però, il giovane si alzò in piedi, e la prima cosa che fece fu portarsi la mano al collo cercando la Medaglia Miracolosa. “Trovai la catenina spezzata incastrata nella maglietta, con la Medaglia ancora unita. Ero un po’ scosso, ma non provavo dolore. Al di là di un piccolo livido sulla spalla sinistra non c’erano segni di lesione”.
Il dottor Milan Beres (a sinistra) vive oggi con la moglie e due figli nel Connecticut (Stati Uniti), dov’è emigrato nel 1968 fuggendo dal regime comunista. Resta fedele alla sua devozione mariana, ringraziando per la mediazione esplicita della Santissima Vergine Maria nella sua vita. “Credo che Maria fosse con me quel giorno, e mi rallegro di aver portato la mia Medaglia. La conservo ancora, anche se ho perso i contatti con il sacerdote che me l’ha data”. La sua testimonianza appare tra quelle contenute nella web ufficiale del Santuario di Nostra Signora della Medaglia Miracolosa (140 rue du Bac 75340 Paris Cedex 07), a cui si può accedere online per inviare le proprie intenzioni cliccando qui.
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Breve storia della Medaglia Miracolosa
Tra le medaglie della devozione mariana, una delle più valorizzate dai fedeli è quella dell’Immacolata, nota in tutto il mondo con il nome di Medaglia Miracolosa.
Ha avuto le sue origini nelle apparizioni della Santissima Vergine Maria nel 1830 a una novizia delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, Santa Caterina Labouré, in una cappella situata al n° 140 di rue du Bac a Parigi (Francia).
“Fa’ coniare una medaglia su questo modello; tutte le persone che la porteranno riceveranno grandi grazie; specialmente portandola al collo. Le grazie saranno abbondanti per le persone che la porteranno con fiducia”, disse la Santissima Vergine Maria il 27 novembre 1830 a Caterina.
Nel suo esplicito simbolismo, la Medaglia Miracolosa riporta i misteri della fede cristiana, evocando l’incarnazione e la redenzione di Gesù, i progetti dell’amore salvifico di Dio manifestati nell’Immacolata Concezione, l’amore del Cuore di Cristo e di quello di sua Madre per tutti gli uomini, la maternità universale della Vergine, il mistero redentore affidato alla Chiesa e le relazioni tra cielo e terra.
Sono migliaia le persone che affermano di aver ricevuto grazie da Dio portando questa medaglia – fedeli di tutto il mondo, uomini e donne, vescovi e perfino Papi. Per sapere di più sulla Medaglia Miracolosa, la sua novena e le questioni collegate, accedete online ai contenuti messi a disposizione dal Santuario cliccando qui.
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[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]