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8 fatti da ricordare accaduti nella Chiesa a pochi anni dalla morte di Gesù

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia Italia - pubblicato il 14/10/17
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Dall’ostruzionismo degli ebrei alla guida spirituale di Giacomo il “minore”, dallo stratagemma di Nerone all’Apocalisse…

Ci sono alcuni episodi – che si sono susseguiti dall’anno della morte di Gesù, il 33, sino alla fine del primo secolo dopo Cristo – che vale la pena di ricordare: storie di omicidi, assurde accuse contro i cristiani, la redazione di testi sacri e la morte a Roma delle due vere “rocce” della Chiesa primitiva.

Li racconta Emanuele Curzel in “Nell’anno del Signore” (Ancora editrice).

1) I SADDUCEI CONTRO I DISCEPOLI

33/36 Il gruppo dei discepoli di Gesù trova opposizione soprattutto in quella parte della comunità ebraica che aveva avuto una responsabilità diretta nella condanna a morte del Nazareno (sadducei). Questi cercano di impedire loro di predicare; Stefano, uno dei diaconi (preposti all’amministrazione della carità), giudeo ellenista, viene lapidato.

2) L’OMICIDIO DI GIACOMO IL MAGGIORE

41/44 Erode Agrippa I, che governa la Palestina con il consenso romano, per accattivarsi il favore dei sacerdoti e dei farisei fa uccidere Giacomo (il «maggiore», figlio di Zebedeo e fratello di Giovanni); anche Pietro, che era stato posto da Gesù a capo del gruppo dei «Dodici», è fatto prigioniero, ma riesce a fuggire. Un gruppo si trasferisce ad Antiochia, dove per la prima volta i discepoli di Gesù sono definiti «cristiani». A capo della comunità di Gerusalemme resta Giacomo, il «minore», detto «fratello del Signore».



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3) IL BATTESIMO DEI PAGANI

48/50 «Concilio di Gerusalemme». Su proposta di Paolo e Barnaba, Pietro e gli altri apostoli stabiliscono che i pagani che intendono essere battezzati non devono sottostare alla legge mosaica, fatto salvo alcune limitazioni per evitare scandalo: «lo Spirito Santo e noi abbiamo deciso di non imporvi altro peso eccetto queste cose necessarie, cioè di astenervi dalle vivande sacrificate agli idoli, dal sangue, dalla carne di animali soffocati e dalla fornicazione» (Atti 15).

4) LA LAPIDAZIONE DI GIACOMO IL MINORE

61/62 Secondo la testimonianza dello storico ebreo Giuseppe Flavio, muore lapidato Giacomo, «fratello del Signore», che era rimasto a capo della comunità di Gerusalemme e in quanto tale aveva un ruolo di primaria importanza presso i giudeo-cristiani, sia palestinesi che della diaspora (la lettera che è a lui attribuita – ma che molti esegeti considerano invece scritta da altri e risalente all’anno 80 – è indirizzata «alle dodici tribù disperse nel mondo»).



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5) NERONE ACCUSA I CRISTIANI

64 (luglio) Come riferisce lo storico romano Tacito, l’imperatore Nerone (54-68) attribuisce ai cristiani la responsabilità dell’incendio che ha distrutto parte di Roma; il popolo della città, che vede i cristiani con sospetto (come colpevoli di «superstizione» e di «odio verso l’umanità»), crede all’accusa. Tra le molte vittime di questa prima persecuzione, che si prolunga per qualche anno, vi sono anche gli apostoli Pietro e Paolo.

6) I VANGELI

65/80 In questo arco di tempo si situa la redazione del Vangelo di Marco e, successivamente, dei Vangeli di Matteo e Luca; secondo l’opinione più probabile questi ultimi conoscono e utilizzano sia Marco, sia un’altra fonte (che gli esegeti chiamano semplicemente Q, dal tedesco Quelle, «fonte»). Luca scrive anche gli Atti degli Apostoli, narrando vicende accadute tra il 30 e il 65 circa.



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7) DOMIZIANO E L’APOCALISSE

81-96 Domiziano è il primo imperatore ad assumere il titolo di «Signore e Dio» e a rendere obbligatoria l’adorazione nei suoi confronti. Vi sono condanne a morte, anche di personaggi appartenenti alla famiglia imperiale, con l’accusa di ateismo (lesa maestà), e tra questi vi sono certamente anche cristiani, dato che questa sarà una delle accuse che più frequentemente sarà loro rivolta in seguito.

La persecuzione coinvolge non solo la città di Roma ma anche le province: appartiene probabilmente a questo periodo l’Apocalisse, che testimonia una grave situazione di ostilità verso i cristiani da parte del mondo pagano; la stesura degli altri scritti attribuiti a Giovanni (Vangelo e tre lettere); forse anche la prima lettera attribuita a Pietro, scritta «da Babilonia».



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8) LA MORTE DI PIETRO E PAOLO

90/100 Clemente, uno dei primi successori di Pietro come capo della comunità cristiana di Roma (con il titolo di “vescovo”), scrive una lettera alla Chiesa di Corinto, per invitarla a ricostituire l’unità interna turbata da una lite tra alcuni giovani e i presbiteri; in essa il mittente attesta che Pietro e Paolo sono morti martiri a Roma.