Soprannominato “il medico dell'acqua”, padre Kneipp ha dimostrato il potere curativo dell'acqua, pilastro principale della filosofia sulla salute che ha sviluppato alla fine del XIX secolo ed è ancora oggi un esempio di medicina naturale
“L’acqua è la mia migliore amica e continuerà ad esserlo fino alla mia morte”, dichiarò Sebastian Kneipp (1821-1897). Bisogna riconoscere che questo sacerdote cattolico bavarese, naturopata e fitoterapeuta, le doveva moltissimo.
A 25 anni si ammalò di una tubercolosi incurabile. Mentre il suo stato di salute peggiorava, un giorno scoprì gli studi del dottor J. H. Hahn, primo idropata tedesco (1696-1773), che lo colpirono molto.
Non avendo niente da perdere decise di provare quell’esperienza e di immergersi nelle fredde acque del Danubio, per poi fare una breve corsa. Ripeté quei brevi bagni nei giorni successivi e li completò con bagni parziali e affusioni, un mezzo terapeutico che consiste nel versare acqua su una parte del corpo. Poi si riscaldava correndo.
Il metodo di padre Kneipp può essere considerato duro, ma i risultati sul suo corpo furono straordinari. In breve tempo si sentì più in forze e le sue condizioni migliorarono costantemente fino al recupero totale.
Prevenire e curare grazie all’acqua fredda
Padre Kneipp approfondì le conoscenze sui benefici dell’acqua. Il suo obiettivo era ristabilire l’ordine nel corpo e rafforzarlo per combattere la malattia.
Il principio d’azione è semplice: la contrazione temporanea dei vasi sanguigni a contatto con l’acqua fredda seguita dalla dilatazione stimola il flusso sanguigno in tutto il corpo. Questo meccanismo aiuta le difese naturali, stimola il sistema nervoso e il metabolismo e rinvigorisce l’organismo.
Se svolta con regolarità, l’idroterapia protegge a lungo termine il sistema immunitario e aiuta il corpo ad attivare la sua capacità di guarigione.
Mediante la sperimentazione su se stesso, padre Kneipp perfezionò il suo metodo di cura e iniziò ad applicarlo ai suoi pazienti.
I risultati positivi ottenuti lo fecero diventare famoso, ma gli attirarono anche l’avversione dei medici e dei farmacisti che rimanevano reticenti per il fatto che curasse in modo rapido e gratuito i suoi pazienti. In alcune giornate arrivava ad avere anche 150 pazienti, e curò lo stesso Papa Leone XIII.