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Come “Theotokos” è diventato il titolo perfetto per la Vergine Maria

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Philip Kosloski - pubblicato il 11/10/17

La Chiesa delle origini ha riassunto la maternità di Maria in un'unica parola greca

Nel 431 un feroce dibattito ha agitato la Chiesa cattolica circa il titolo specifico da usare per la Beata Vergine Maria. Il dibattito richiese un raro Concilio Ecumenico nella città di Efeso per risolvere la questione.

Vennero presentate due argomentazioni diverse, una dal vescovo Nestorio di Costantinopoli e l’altra da San Cirillo d’Alessandria.

Nestorio credeva fermamente che Maria dovesse essere chiamata Christotokos, “Colei che ha dato la vita a Cristo” (tradotto anche come “Colei che ha portato Cristo”). Padre Dwight Longenecker ha spiegato che “Nestorio sembrava voler dire che c’erano due persone separate unite in Gesù Cristo. Per questo la Beata Vergine Maria nel dare un corpo umano a Gesù poteva essere ‘Colei che ha portato Cristo’ ma non ‘Colei che ha portato Dio’”.

Dall’altro lato, San Cirillo e molti vescovi credevano che Maria dovesse essere chiamata Theotokos, “Colei che ha dato la vita a Dio” (tradotto anche come “Colei che ha portato Dio” o “Madre di Dio”). Questa terminologia affermava che Gesù è “un’unica persona in due nature unite tra loro”.

Venne stabilito a schiacciante maggioranza che Theotokos fosse il titolo corretto di Maria, e di conseguenza Nestorio venne rimosso dalla sua posizione come vescovo di Costantinopoli.

Il titolo “Madre di Dio” non vuol dire che Maria sia in qualche modo esistita prima di Dio o abbia creato Dio, ma che Maria ha dato alla luce Gesù, che è pienamente Dio e pienamente umano.

Il Catechismo afferma al riguardo: “Infatti, colui che Maria ha concepito come uomo per opera dello Spirito Santo e che è diventato veramente suo Figlio secondo la carne, è il Figlio eterno del Padre, la seconda Persona della Santissima Trinità. La Chiesa confessa che Maria è veramente Madre di Dio” (CCC, n. 495).

La tradizione cristiana ortodossa e bizantina continua a usare questo titolo per Maria, preferendolo a qualsiasi altro dei suoi titoli. Un antico inno nella sua liturgia riassume poeticamente questa verità complessa: “Colui che l’universo intero non poteva contenere è stato contenuto nel tuo grembo, o Theotokos”.

La decisione di definire Maria Theotokos è stata un punto di svolta nella storia della Chiesa. Ha chiarito che la Chiesa crede in Gesù Cristo e ha offerto ulteriori conferme sulla natura dell’incarnazione di Cristo. Quello che la Chiesa credeva su Gesù fin dai tempi apostolici è stato ratificato nel Concilio di Efeso.

Dare a Maria questo titolo ha anche confermato il suo ruolo privilegiato nella storia della salvezza, e ha approfondito la comprensione del grande mistero avvenuto nel suo grembo.

Per onorare la memoria di quel Concilio, nel 1931 Papa Pio XI ha istituito l’11 ottobre come festa della Divina Maternità di Maria, spostata dopo il Concilio Vaticano II al 1° gennaio e ribattezzata Solennità di Maria, Madre di Dio.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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