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Sapevate che i Vangeli gnostici hanno ispirato Guerre Stellari?

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia Italia - pubblicato il 10/10/17

La visione della Forza come Spirito e come Grazia, evocata da George Lucas nella saga, trae origine dal cristianesimo

Tra le letture più significative di George Lucas negli anni dell’elaborazione di “Star Wars” ci sono i Vangeli gnostici. Lucas, che è fondamentalmente un «postcristiano», rimane profondamente colpito dalla loro lettura.

In “La Forza sia con voi” (Ancora editrice) Paolo Gulisano e Filippo Rossi spiegano come molte delle suggestioni gnostiche sono presenti nell’opera di Lucas, nella sua visione della Forza, che può essere Spirito ma anche Grazia.

Tali suggestioni sono presenti anche nello scontro tra una istituzione, la Cavalleria dell’Ordine Jedi, stabile, ortodossa, formalizzata e codificata, e una modalità di credenza nella Forza più dinamica, eterodossa (al limite dell’eretico), fuori dagli schemi tradizionali.

FORZA SPIRITUALE E MISTICA

La Forza ha una sua volontà provvidenziale ed è creatrice di vita. L’immagine di Dio, più volte affermata da Lucas, è adesso evidente. Qui-Gon Jinn, saggio maestro Jedi, è il primo a confermarlo, fin da Episodio I, definendo una diversa e più profonda spiritualità. Al di là della «magia del fare» di stampo fantasy, qui si tratta di una Forza spirituale e mistica che sottende e governa tutto.




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UN MESSIA SALVIFICO

Esattamente come il cattolico e inglese Tolkien, il protestante e americano Lucas inscena una storia post-moderna simbolica dal celato sentore religioso, una sorta di parabola nascosta e implicita.

Lontano dall’aspetto orientaleggiante di Bene e Male equilibrati l’esalogia dell’Anakineide presenta un messia salvifico, generato nella carne dalla volontà della stessa energia mistica, poiché necessario mezzo di cura della spaccatura tra «l’umano» e «il divino», tra coloro che nella Galassia possono sentire la Forza, ossia tutti, e la Forza stessa, che la Galassia governa.

VERSO LA REDENZIONE

Il mistero più complesso e centrale della storia, declinabile in vari modi, è allora quello dell’Equilibrio perduto nella Forza.

MACE: «Ti riferisci alla Profezia di colui che porterà Equilibrio nella Forza. Tu pensi che sia questo… bambino?».

QUI-GON: «Io non presumo tanto».

YODA: «Però lo fai. Rivelata la tua opinione è».

Il Lato Oscuro e i Sith, con cui presto si confronterà, sono per Anakin, giovane cavaliere Jedi che entra nel fronte del male, il passaggio attraverso gli Inferi o la Tentazione diabolica delle passioni terrene, percorso propedeutico alla redenzione e alla purificazione finale rappresentate dal cristianissimo sacrificio di sé.




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FORZA VIVENTE E FORZA UNIFICANTE

Prima ancora di Lato Luminoso o Lato Oscuro, quella che in Episodio I appare come prima interpretazione Jedi complessa dell’energia vivente dell’universo è la distinzione tra Forza Vivente (alimentata dall’energia di esseri viventi) e Forza Unificante (quella che mantiene unita tutta la galassia attraverso la Forza Vivente).

Si è creato nell’Ordine un sottinteso scisma: chi crede nella Vivente – concentrazione sul presente, sull’empatia, sul qui e ora – e chi crede nell’Unificante – previsione del futuro, distacco, prevenzione profetica.

Già nelle prime battute di Episodio I si capisce la trama principale, manifesto dell’esalogia…

QUI-GON: «Non concentrarti sulle tue ansie, Obi-Wan. Mantieni la concentrazione solo sul momento presente».

OBI-WAN: «Ma il Maestro Yoda ha detto di porre attenzione al fu- turo…».

QUI-GON: «Ma non a scapito del presente. Poni attenzione alla Forza Vivente, giovane Padawan!».




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LA “CRISI” DEGLI JEDI

La dicotomia filosofica della Forza Vivente e Unificante mette in crisi il Cavalierato Jedi. La vicenda della saga inizia con la «benigna» Forza Vivente fuori moda: essa è rappresentata dall’ultimo vero Knight del passato, l’umile Qui-Gon Jinn, che è un cane sciolto, incompreso e slegato dall’organizzazione gerarchica dell’Ordine.

Come l’allineato discepolo Kenobi non esita a rinfacciargli, l’indipendente Jinn è stato più volte rifiutato dal Consiglio dei Jedi, dominato dal carisma di Yoda, potente araldo della «maligna» Forza Unificante.

In Episodio V il momento inevitabile della visione del tempo a venire («Grazie alla Forza altre cose vedrai, altri luoghi. Il futuro, il passato, vecchi amici lontani», Yoda 1980) sarà una delle più importanti lezioni su Dagobah e la maggiore tentazione per l’eroe, non adeguatamente protetto da un Maestro che, dopo vent’anni, ha solo iniziato a correggere i propri errori. Magari guidato dalla ferma e saggia voce disincarnata, dallo spirituale «mondo di là della Forza», del vecchio allievo Qui-Gon.

EGOISMO E POTERE ASSOLUTO

Distratti e distrutti dalle loro assurde teologie e dai freddi riti, conditi con l’oscura Profezia del Prescelto Figlio dei Soli(«Son of the Suns»), nata dall’impossibile interpretazione dell’incomprensibile Forza Unificante, i Jedi e il loro ambizioso progetto delle «oltre mille generazioni» subisce l’umiliazione finale dall’antica nemesi: il Lato Oscuro.

Questo sì che è concreto: l’uso del proprio misticismo basato sull’egoismo, sulla conquista del momento presente, sulla concentrazione su se stessi, sull’espressione senza legacci delle proprie passioni, sul dominio del prossimo tramite il controllo, ossia il potere assoluto.

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