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Questo breve esercizio vi aiuterà a diventare più misericordiosi

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Annabelle Moseley - pubblicato il 03/10/17
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Tutto ciò di cui avete bisogno è una vostra fotografia da bambini (o una buona memoria)!Per l’Anno Giubilare iniziato l’8 dicembre 2015 e durato fino allo scorso anno, siamo stati invitati da Papa Francesco ad avvicinarci maggiormente al grande dono della misericordia di Dio e a mettere in pratica opere di misericordia.

Si spera che l’Anno Giubilare ci abbia cambiati e che portiamo ancora avanti quello spirito. Per farlo, dobbiamo mettere in pratica la misericordia nei confronti di noi stessi. Dopo tutto, è più probabile che si perdonino gli altri se siamo in grado di perdonare noi stessi. È più probabile essere gentili con gli altri se siamo gentili con noi stessi. E allora come possiamo mostrare a noi stessi misericordia quando spesso abbiamo dei problemi a perdonarci?

Ecco un esercizio che potete fare oggi stesso, anzi, proprio ora. Fa coltivare la misericordia nei propri confronti, di modo da poterla esprimere poi agli altri. È una cosa che facevo regolarmente quando insegnavo Inglese al primo anno di liceo, e più di recente l’ho insegnata nelle mie lezioni di Formazione nella Fede per Adulti.

Trovate una fotografia di quando eravate piccoli (se non ne avete una immaginatevi semplicemente da bambini) e studiatela. Guardate le vostre guance, gli occhi, le mani. Notate quanto eravate adorabili, quanto eravate piccoli. Ora immaginate di essere messi in un cesto con un biglietto sopra che diceva: “Per favore, prendetevi cura di questo/a bambino/a”.

Poi immaginatevi come siete ora, da adulti. Immaginate di aprire la porta della casa in cui abitate ora e di trovare il cesto con dentro lo/a stesso/a bambino/a. Esatto: aprite la porta a voi stessi da bambini. Il bambino piange e trema. Cosa fareste?

Immaginate di prendere il bambino dal cesto e di avvicinarlo a voi, sussurrandogli delle paroline per consolarlo. Potreste dargli da mangiare, poi baciare quelle guancine morbide e accarezzargli la testolina. Potreste cantare finché il corpicino si rilassa e gli occhi si chiudono. Fareste tutto questo per quel bambino. Ma quel bambino siete voi.

Mettete la foto di quando eravate piccoli in un punto ben in vista di casa vostra nelle prossime settimane, un punto in cui la vedrete ogni giorno. Potreste metterla sul comodino, di modo da vederla non appena vi svegliate, o in bagno, e guardarla mentre preparate il vostro viso più adulto ma sempre prezioso per la giornata. Potreste tenerla in macchina, o nel portafogli, per sorprendervi quando la tirate fuori per qualche acquisto.

Chiedetevi (e annotate le vostre risposte): Cosa voglio per questo bambino? Quali sono le mie speranze e i miei sogni per lui/lei? Che tipo di persona prego che diventi? C’è qualcosa che quel faccino amorevole potrebbe fare che possa farmi smettere di amarlo? E il vostro volto, diventato ormai adulto? In qualche punto è stanco, ma gli occhi brillano sempre. Cosa pensate che veda Dio quando vi guarda? E voi, cosa vedete?

Tutto ciò significa che siete chiamati ad amarvi con la tenerezza che merita un bambino, e con altrettanta misericordia incondizionata. Perdonatevi come perdonereste quel bambino per un errore fatto. Vedete l’innocenza, il potenziale e la bellezza dentro di voi.

Un anno, qualche mese dopo aver fatto questo esercizio con una classe di Inglese, una dei miei studenti mi si avvicinò e disse che come risultato di questo esercizio aveva riesaminato i suoi pensieri suicidi e fortunatamente aveva deciso di chiedere aiuto. Si sentiva senza valore, ma amando la bambina che era stata aveva capito di essere ancora la stessa persona, che meritava di vivere. Voleva imparare come amarsi di nuovo, per il bene della bambina che era stata e della persona che doveva diventare. Si è confidata con la madre e sono andate per varie settimane in una struttura di assistenza. Con l’aiuto di un professionista, è diventata una giovane donna piena di fiducia in sé con sogni e ambizioni.

Provate questo esercizio e potrete trovare la misericordia nei vostri confronti, essendo così in grado di praticarla meglio anche con gli altri. Guardate il tenero bambino che eravate. Riflettete sulle domande di prima e annotate ciò che vi viene in mente. E poi decidete cosa volete per quel figlio di Dio che non ha eguali.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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